Non lo ha detto così come va oggi di moda, vale a dire scimmiottando il “je suis Charlie“ tanto in voga dopo l’attentato del 7 gennaio 2015 al giornale satirico francese Charlie Hebdo, ma poco ci mancava. Nella sua allocuzione di ieri sera Stefano Bisi, il Gran Maestro del Goi, riunito in Gran Loggia alla Fiera di Rimini fino a domani, doveva a tutti i costi scaldare la platea dei fratelli calabresi e siciliani, dopo il sequestro degli elenchi di quelle regioni disposto dalla Commissione parlamentare antimafia e portato a termine il 1° marzo dallo Scico della Gdf.
E così – visto anche che, come ho scritto ieri su questo umile e umido blog, Bisi nel 2014 ha raccolto per la sua elezione un voto su quattro dalle due regioni del sud – a loro si è rivolto con particolare attenzione nel corso del discorso (per l’analisi sulla allocuzione si veda il pezzo scritto oggi in home page su www.ilsole24ore.com).
«A voi fratelli della Sicilia e della Calabria, a voi va il nostro apprezzamento, la nostra riconoscenza – ha detto infatti Bisi – e una forte vicinanza. Io mi sento massone calabrese. Noi ci sentiamo massoni calabresi. Io mi sento massone siciliano. Noi ci sentiamo massoni siciliani. Fratelli, state tranquilli: non lasceremo nulla d’’intentato per salvaguardare i vostri e i nostri diritti. Che sono innanzitutto i diritti di tutti i cittadini. Andremo in ogni sede, italiana ed europea».
Forse non bastava. Sicuramente non bastava. E così Bisi ha rincarato la dose, tralasciando il fatto che qualche problemino (chiamiamolo così) nel recentissimo passato in quelle regioni lo hanno pur avuto: «Lo dico forte e chiaro: la massomafia vadano a cercarla altrove. Questo infame e mortale germe non abita tra di noi. L’ha detto anche don Luigi Ciotti quando mi ha telefonato per chiarire la sua frase sbagliata sulla Massoneria. Ci sono poche persone che quando dicono una cosa errata hanno poi il coraggio e la forza morale di chiarire. Don Luigi, che stimo per quello che ha fatto e che fa, ha scritto anche una bella lettera e ha ricordato quello che anche noi facciamo per il bene degli ultimi. Da una polemica rovente può nascere qualcosa di bello».
Chi si accontenta gode.
Buon fine settimana e alla prossima settimana.
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