Contro l’epidemia della criminalità c’è un vaccino formidabile: l’onestà di ogni singolo uomo
Sono nato a Roma 51 anni fa. Mi sono laureato alla Sapienza di Roma in Giurisprudenza con una tesi in criminologia. Sono sposato con Claudia. Ho due figli che adoro: Nicholas e Greta. Faccio il giornalista dal 1983 (avevo 20 anni…). Posso gridare al mondo – sfido chiunque a dimostrare il contrario – che ce l’ho fatta da solo. Se avessi accettato carezze e raccomandazioni avrei forse migliorato la mia posizione ma mi sarei sputato in faccia ogni giorno. Non frequento salotti, non frequento colleghi e quando mi invitano in tv dico “no, grazie” 99 volte su 100. Qualcuno mi dice che sbaglio perchè si è solo se appari. Adoro questi sbagli.
Amo l’Italia, Roma (la Roma e Totti) oltre ogni ragionevole limite e oltre ogni ragionevole limite detesto gli insani di mente che vogliono disunire l’Italia.
I miei figli e mia moglie purtroppo sono juventini: condizione necessaria e sufficiente per cancellarli dall’eredità (che non c’è).
Da 9 anni sono inviato del Sole-24 Ore. Nei quattro anni precedenti sono stato caporedattore e coordinatore editoriale dei dorsi regionali (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord e Sud, che ho creato).
Prima sono stato responsabile del servizio enti locali. Per il gruppo Sole-24 Ore sono stato per anni coordinatore editoriale di due collane dedicate alla pubblica amministrazione locale. Le precedenti esperienze giornalistiche (tante, visto che sono al mio 30esimo anno di professione) non contano più di tanto.
Sono autore di libri per il Sole-24 Ore e Mulino e per 7 anni autore e conduttore per Radio 24. Per due anni, fino al 19 gennaio 2009 ho ideato e condotto “Guardie o ladri”, che ha poi dato nome a questo blog.
Da quel momento in avanti ho condotto il programma quotidiano “Un abuso al giorno” che dal 13 settembre 2010 ha lasciato il posto alla mia terza esperienza radiofonica, con il programma quotidiano “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”, andato in onda fino a settembre 2012.
Per il Sole-24 Ore in questi anni ho effettuato centinaia di inchieste sull’economia criminale e la criminalità organizzata, dalla Calabria alla Sicilia, dalla Campania alla Puglia, dal Piemonte al Lazio, dall’Abruzzo all’Umbria e via di questo passo. Per il Sole-24 Ore ho seguito anche l’omicidio Fortugno a Locri, le grandi riforme sanitarie nel Sud, i costi della politica, le mani degli speculatori sulle cave, l’abusivismo edilizio, gli affari delle coop, il caso rifiuti in Campania, la Tangentopoli abruzzese, la Tangentopoli genovese, le navi dei veleni, l’omicidio Vassallo a Pollica e molti altri grandi fatti di cronaca in cui l’illegalità o le mafie hanno fatto da filo conduttore.
Non mi sono fatto mancare in questi anni, comunque, le inchieste su vecchie passioni giornalistiche: l’economia (con una serie di pezzi nel 2012 sui distretti industriali) e la pubblica amministrazione (con una serie di servizi sui “poltronifici” politici delle regioni e delle grandi città nel 2011 e nel 2012).
Tanto materiale raccolto – quotidiano, blog, Radio24 – non potevano non dare vita nel giugno 2010 ad un libro: “Economia criminale – Storie di capitali sporchi e società inquinate” che è andato così bene che l’Editore Sole-24 Ore, bontà sua, me ne ha fatto pubblicare un altro nel 2011: “Vicini di mafia- Storie di società ed economie crimonali della porta accanto“. Sto lavorando al terzo libro.
Dal 21 marzo 2013, ogni giovedì curo e aggiorno lo spazio settimanale “Ora legale – Lezioni di antimafia da imprese e società” su www.ilsole24ore.com. In questo spazio racconto volti e storie di imprese, aziende, sindacati, associazioni, istituzioni, professionisti, preti (e chi più ne ha più ne metta) che quotidianamente lottano contro le mafie e per l’affermazione della legalità con i fatti e non con le chiacchiere.
Tra i premi giornalistici ricevuti per le inchieste su mafie ed economia criminale, amo ricordare quello arrivato nel 2007 da Libera e Legambiente (“Premio Ambiente e Legalità“), quello giunto nel 2012 dalla Fondazione Italo Falcomatà (“La matita rossa e blu“) e quello giunto nel 2013 dalla Associazione antimafia Riferimenti (“Gerbera Gialla“).