San Marino, amica della Russia, pronta a incontrare la sua nemica Ucraina: in agenda Oleh Sentsov e altri 65 prigionieri politici

Chissà cosa ne penserà Sergey Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa dell’amorosa corresponsione di sensi tra la (neo) amata San Marino e l’Ucraina. E chissà cosa ne penserà la Ue (prossima ventura) e la Farnesina.

Questa sfrenata e (in)comprensibile voglia del Titano di accreditarsi a destra e a manca sul proscenio mondiale come piccolo Stato che “conta” non è esente da rischi. Nel migliore dei casi fa un salto di qualità nei consessi internazionali. Nel peggiore stravolge il motto “gli amici degli amici sono miei amici” in “i nemici dei miei amici sono miei amici”. Auguriamo al Titano che il cerchiobottismo paghi.

Mentre infatti il Congresso di Stato del Titano dispiega legittimamente sulla linea del Piave (o dell’Ausa, fate voi) le claque (alla faccia della Ue e degli Usa) a difesa dello storico memorandum di intesa firmato il 21 marzo proprio con la Russia, accade che lo stesso Congresso di Stato strizzi l’occhiolino all’Ucraina. Anzi, fissi un appuntamento «informale» tra i due Paesi.

Basta leggere anche distrattamente le cronache, per sapere che l’Ucraina sta alla Russia esattamente come un vampiro sta ad un’associazione di volontari del sangue. Proprio a causa della crisi con l’Ucraina (per via della Crimea) la Russia venne infatti colpita dalle sanzioni economiche e diplomatiche degli Stati Uniti e dell’Unione europea.

Accade dunque che il Titano, che alla Russia vuole stare vicino in ogni campo dello scibile umano, un bel dì di marzo (stesso mese in cui Lavrov e il suo omologo Nicola Renzi posavano per i fotografi dopo la sigla del memorandum) riceve una lettera ufficiale dal consolato ucraino.

La lettera del console d’Ucraina sul Titano

La missiva, indirizzata dal console onorario d’Ucraina a San Marino Andrea Negri (dal 10 maggio 2016), al presidente della Commissione consiliare Affari esteri Alessandro Bevitori e al segretario di Stato per gli Affari esteri Renzi, recita cosi: «su preciso ed irrevocabile mandato di S.E. Yevhen Perelygin, ambasciatore della Repubblica d’Ucraina presso il Governo della Repubblica di San Marino, richiedo formalmente la Sua audizione presso la vostra Commissione consiliare Affari esteri». Si, va bene, ma di cosa si parlerà?

E qui viene il bello.

Il 2 maggio, in Commissione consiliare permanente Affari esteri, emigrazione ed immigrazione, sicurezza e ordine pubblico, informazione, il presidente Bevitori ha comunicato della richiesta del console ucraino per un incontro nella sua Commissione. Niente di più logico. Del resto non è la Commissione esteri? Ma Bevitori comunica ai pochi e distratti colleghi presenti di aver spiegato «le difficoltà di organizzarlo durante i lavori di una commissione, meglio organizzarlo come delegazione di parlamentari. Ha segnalato come disponibilità dal 3 al 6 giugno prossimi, se riusciamo a dargli una data e un orario. Ha segnalato anche un odg con le motivazioni e oggetto dell’incontro». Quindi la logica non vale.

Ma quale ordine del giorno? E qui è ancor più bello.

Ecco l’odg comunicato in Commissione esteri: l’analisi generale della situazione ucraina, lo sviluppo delle dinamiche scaturite da ultime elezioni, le prospettive future di interscambio commerciale, le attività do promozione sociale e culturali. «Personalmente mi sono sentito di dargli la mia disponibilità e mi sono riservato di fornirgli una data e la delegazione che parteciperà all’incontro. Prima della fine di questa convocazione magari facciamo il punto su chi può partecipare». ha chiosato Bevitori.

Due ordini del giorno?

Nella lettera dal console onorario d’Ucraina a San Marino Andrea Negri si legge sì delle «prospettive future dell’interscambio commerciale» e delle «attività di promozione culturale e sociale» ma poi l’ordine del giorno è tutto politico è renderà felice la Russia come potrebbe farlo un topolino pronto a infilarsi nella proboscide di un elefante.

Al primo punto c’è «l’analisi di carattere generale della situazione in Ucraina». E passi.

Al secondo «lo sviluppo delle dinamiche politico-istituzionali scaturite dalle elezioni presidenziali». E passi pure questo punto.

Il terzo è spaziale: «la posizione ufficiale riguardo il caso Sentsov e i problemi attuali dei prigionieri politici». Bum.

Non è chiaro se «la posizione ufficiale» è quella che esprimerà la Repubblica dell’Ucraina (nel qual caso è già nota ovunque) o se invece è quella che si aspetta l’Ucraina da San Marino sul caso Sentsov & c. In ambo i casi questo appuntamento mal di addice all’informalità (che poi vedremo) di un appuntamento che all’ordine del giorno ha un punto di questo calibro. E che mal si addica all’informalità lo conferma il modo in cui si conclude la lettera: «Ringrazio per l’attenzione e attendo fiducioso una risposta positiva nel quadro dell’immutato spirito di collaborazione e nella reciproca convergenza di rafforzamento delle relazioni diplomatiche segnalando la disponibilità di S.E. Perelygin per l’audizione, dal 10 aprile in avanti».

Fatto sta che delle due l’una: o Bevitori ha sintetizzato l’ordine del giorno dimenticando che esso prevede anche di affrontare il drammatico caso dei prigionieri politici ucraini in Russia oppure dall’ordine del giorno quest’ultimo punto è scomparso. Ma se anche così fosse se ne discuterebbe comunque tra le due delegazioni “fuori sacco”.

Chi è Sentsov

In seguito all’annessione nel 2014 della Crimea alla Russia l’ucraino, originario proprio della Crimea, Oleh Hennaddijovich Sentsov venne arrestato e condannato dalla corte russa a 20 anni di prigione e detenuto in una regione artica, con l’accusa di aver complottato con atti di terrorismo. Quattro anni dopo il suo sciopero della fame accese i riflettori internazionali –  oltre che su se stesso –  anche su 65 detenuti politici ucraini in Russia. Sempre nel 2018 il Parlamento europeo gli attribuì il premio Saharov per la libertà di pensiero e in linea ciascuno di noi può leggere la petizione di Amnesty international a sua difesa e tutela (https://www.amnesty.org/en/latest/campaigns/2018/07/oleg-sentsov/). Il 30 luglio 2018, l’ufficio di Amnesty international a Mosca ricevette una lettera da parte di Valery Balan, vicedirettore della Direzione penitenziaria federale della Russia. Nella lettera, oltre a negare senza spiegazione il permesso di visitare Sentsov nella colonia penale di Labytnangi, si affermava che le sue condizioni di salute erano  stabili e che non erano in atto «dinamiche negative».

La risposta dal Titano

La macchina a San Marino si mette in moto e così Bevitori propone di organizzare un incontro «informale» dell’ambasciatore ucraino con i membri del Consiglio grande e generale.

La risposta del consolato ucraino –  d’intesa con la consigliera d’ambasciata di Ucraina in Italia Oksana Amdzhadin –  arriva poco dopo e propone di fissare l’incontro tra il 3 e il 6 giugno e il segretario di Stato per gli Affari esteri Renzi scopre così che l’ambasciatore ucraino chiede che all’incontro presenzino anche i membri della delegazione consiliare sammarinese presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Vanessa D’Ambrosio, Marco Gatti, Roger Zavoli e Marco Nicolini.

Non è una richiesta a caso quest’ultima. Perelygin dal 2006 al 2010 è stato Ambasciatore e rappresentante permanente d’Ucraina nel Consiglio d’Europa a Strasburgo (Francia) e sa bene dunque su quali tavoli far (ri)accendere i riflettori internazionali della crisi tra il suo Paese e la Russia.

A oggi questo è e sarà molto interessante seguire le fibrillazioni diplomatiche sull’asse San Marino-Italia (tornata in questi giorni a registrare l’affaccendamento dei servizi segreti italiani), nella Ue e in Russia.

Fibrillazioni diplomatiche «informali» sia chiaro.

r.galullo@ilsole24ore.com