Il presidente della Commissione esteri di San Marino mi scrive a proposito di Russia e Ucraina – La mia riposta

Ricevo e volentieri pubblico

 

Nell’articolo del 13 maggio viene effettuata una ricostruzione non corretta e fuorviante circa i rapporti diplomatici intrattenuti da San Marino con altri due importanti Paesi, la Federazione Russa e l’Ucraina.
Innanzitutto è doveroso sottolineare e specificare che la Repubblica di San Marino, nell’ambito dei propri rapporti diplomatici, non ha né problemi né criticità con nessun paese della comunità internazionale e ciò avviene in perfetta continuità con la gloriosa storia della più antica Repubblica del mondo che da sempre si è contraddistinta proprio per corrette e precise posizioni storicamente assunte nella propria politica estera.
Per questo ritengo valga la pena ricordare che i rapporti diplomatici con la Federazione Russa sono di lunga data e, nel compimento del 25° anniversario, il 21 marzo u.s.
abbiamo avuto il grande onore di poter ricevere in Repubblica l’illustre visita del Ministro degli Esteri On.le Sergey Viktorovich Lavrov.
Questo avvenimento viene evidentemente registrato come uno straordinario successo per il nostro Paese, non solamente per le opportunità derivanti da un memorandum d’intesa sottoscritto durante la visita, ma in particolare perché, nonostante le dimensioni, il più grande Paese della Terra e uno dei più piccoli si incontrano con posizioni di massimo rispetto e pari dignità.
Contemporaneamente è importante evidenziare che è stato calendarizzato un incontro per il 3 giugno p.v. fra una delegazione della Commissione Consiliare Permanente per gli Affari Esteri e l’Ambasciatore della Repubblica d’Ucraina presso il Governo della Repubblica di San Marino S.E. Yevhen Perelygin. Ovviamente anche questo incontro lo registriamo come un altro grande appuntamento per la politica estera del nostro Paese e dal quale siamo certi potranno nascere altrettanto valide opportunità.
Tutto ciò premesso, è necessario correggere specificatamente alcune palesi inesattezze dell’articolo di Galullo.
1. La richiesta di incontro da parte dell’Ambasciatore Ucraino S.E. Yevhen Perelygin inviata alla Commissione Esteri di San Marino, non è affatto scaturita dalla visita del Ministro Russo. Infatti la richiesta dell’Ambasciatore è antecedente, come si può facilmente dimostrare dalla documentazione pervenuta presso la Segreteria Istituzionale di Palazzo Pubblico.
2. Il Dott. Galullo sostiene che nell’effettuare la comunicazione alla Commissione Esteri, il sottoscritto, in qualità di Presidente della Commissione, avrebbe omesso alcuni punti oggetto dell’incontro. A tal proposito mi preme precisare che dell’ordine del giorno, composto da 5 punti, ne è stata data integrale e precisa lettura durante i lavori della Commissione Esteri, incluso il punto 3. “caso Sentsov e i problemi attuali dei prigionieri
politici”. Pertanto non c’è stata nessuna “sintesi”, nessuna “dimenticanza” e nessun argomento verrà “discusso fuori sacco”.
3. In questo terzo punto, solamente una correzione formale. Il Caporedattore Galullo confonde Congresso di Stato e Commissione Esteri. Infatti è sì, il Congresso di Stato a sottoscrivere il memorandum d’intesa con la Federazione Russa, però non è lo stesso Congresso di Stato che fissa un appuntamento con l’Ucraina. Infatti, come innanzi spiegato l’incontro avverrà con una delegazione della Commissione Esteri a cui parteciperanno anche rappresentanti del Consiglio d’Europa.
Infine mi sia consentita una brevissima considerazione rispetto alla definizione di “cerchiobottismo” con cui è stata giudicata la politica estera della Repubblica di San Marino per via dei due citati incontri.
Per sostenere ciò, il giornalista, con ogni probabilità, ignora la storia della Repubblica che da sempre si è contraddistinta per politiche richiamate alla neutralità e alla pace.
Proprio per questo il nostro Paese da sempre tiene aperto il dialogo con tutte le parti in campo, portando avanti politiche attive improntate alla risoluzione dei conflitti internazionali.
Questo è un valore a cui tutti i sammarinesi tengono molto e non consentono a nessuno di metterlo in discussione.
Quando Napoleone conquistò la Romagna rispettò i confini sammarinesi, pur sapendo che la Repubblica intratteneva costanti rapporti con lo Stato Pontificio, nemico del Generale Francese da sconfiggere.
La forza di uno Stato non sta nello schierarsi, magari con i più forti, ma nel sostenere le ragioni dei più deboli e difendere i valori universali.
In questo modo si conquista il rispetto, la nostra storia è lì a dimostrarlo.
Alessandro Bevitori
Presidente della Commissione Consiliare Permanente per gli Affari Esteri

LA MIA RISPOSTA

Prima di entrare nel merito della Sua missiva (cosa abbastanza semplice), una premessa.

Noto che ha spedito la Sua lettera a ben 36 destinatari (oltre il sottoscritto e la redazione online del Sole). Mancavano solo il Kgb e la Cia e credo che la lista sarebbe stata non dico completa ma almeno più variopinta.

Avendo Lei a disposizione taccuini, telecamere, palchi, scranni, sedie, strapuntini e predellini per far conoscere ai Suoi connazionali la Sua posizione ogni qual volta crede, trovo diseducativo che una missiva che contiene una Sua educata e benvenuta replica ad un mio articolo venga spedita ad una discreta percentuale delle testate mediatiche del globo terracqueo compreso nei confini comuni ai nostri due Stati. Nella speranza, che Ella serenamente coltiva, che tutte (o buona parte delle testate) ne diano conto. Ed infatti, di buon ora, tra le testate di San Marino c’è già stato chi ha immediatamente pubblicato la sua nota (scusi la domanda: sua o magari anche del Segretario di Stato Nicola Renzi?)

Mutatis mutanda: è come se per replicare ad un Suo pregevole intervento oltre che a Lei stesso mi rivolgessi ai suoi vicini di casa, agli eventuali parenti che dovesse avere fuori confine e già che ci sono al lattaio sotto casa. O come se , in questo momento, mandassi questa mia replica a tutti i destinatari da Lei prescelti. E perché mai? Basta e avanza il mio umile e umido blog.

O aveva forse timore che io non pubblicassi la Sua lettera e non Le rispondessi? Timore inesistente, eventualmente lo avesse mai avuto. No, anzi. Lo ha avuto, perché la sua lettera l’ha pubblicata anche come commento al mio articolo al quale fa riferimento.

Salto tutta la parte nella quale glorifica sacrosantemente il Suo Stato come amico dell’umanità e della pace nel mondo (lo sono anche le aspiranti Miss Italia è anche l’Italia ma la politica estera è materia delicatissima che prescinde dal “volemose bene” e “amamose tutti come fratelli”) e veniamo al merito (la cosa più semplice come scritto sopra).

  • Forse ha letto male il mio articolo o forse glielo hanno letto male. Non ho mai scritto di un effetto causa-effetto tra la richiesta di incontro dell’Ucraina e la visita del ministro russo sul Titano. Ho detto e ripeto che lo scambio di amorevoli sensi con i due Paesi è avvenuta e avviene nello stesso periodo. E’ un dato di fatto e non un’opinione.
  • Vedo che tra i destinatari Lei ha messo anche la Dire, agenzia di stampa che segue le vostre riunioni e le riporta (mi auguro a questo punto integralmente). Ebbene il punto dell’ordine del giorno e che Lei dichiara di aver letto sul caso Sentsov e sui prigionieri politici ucraini in Russia non c’è. Ripeto: non c’è. Ergo, i cittadini di San Marino, leggendo il “copia e incolla” della Dire nelle testate locali non lo avrebbero mai saputo. Anche questo è un fatto e non un’opinione.

Non ci crede? Et voilà,  testuale dalla cronaca di Cristina Rossi, Dire, 3 maggio 2019: “Alessandro Bevitori, Ssd, presidente commissione.

Alcune comunicazioni: il console dell’Ucraina, per conto dell’ambasciatore, ci richiede un incontro come commissione Esteri. Io ho spiegato le difficoltà di organizzarlo durante i lavori di una commissione, meglio organizzarlo come delegazione di parlamentari. Ha segnalato come disponibilità dal 3 al 6 giugno prossimi, se riusciamo a dargli una data e un orario. Ha segnalato anche un Odg con le motivazioni e oggetto dell’incontro: l’analisi generale della situazione ucraina, lo sviluppo delle dinamiche scaturite da ultime elezioni, le prospettive future di interscambio commerciale, le attività do promozione sociale e culturali. Personalmente mi sono sentito di dargli la mia disponibilità e mi sono riservato di fornirgli una data e la delegazione che parteciperà all’incontro. Prima della fine di questa convocazione magari facciamo il punto su chi può partecipare”.

Ma anche ci fosse stato la sostanza non cambia. Mi piacerebbe essere una mosca per sapere cosa risponderà il vostro Stato quando sacrosantemente l’Ucraina vi chiederà di prendere posizione pro o contro la prigionia politica.

  • Accetto volentieri la spiegazione di Storia delle istituzioni sammarinesi su chi, come e quando fissa appuntamenti. Reciterò tre mea culpa non appena il Cristo ligneo di Michelangelo sarà esposto al Battistero di Ascoli Piceno.

Ma veniamo a ciò che più Le preme (solo a Lei?). Mi avevano avvertito subito che quella parola cerchiobottismo proprio non l’aveva mandata giù. Ci ha pensato e alla fine non è (non siete?) riusciti a mandarla giù.

Me ne farò una ragione, se la faccia anche Lei. A meno che non riesca a spiegare meglio della Treccani il significato della parola: “Nel linguaggio del giornalismo politico, tendenza a non prendere mai una posizione netta, a mantenersi in precario equilibrio, senza compiere una scelta precisa, prendendo il partito ora dall’una ora dall’altra parte”.

Secondo molti osservatori e per molti membri della opposizione del Vostro Paese è quanto accade a San Marino. Detto che mi disinteresso delle opinioni degli uni e delle altre, tant è.

Resta valida la conclusione del mio precedente articolo: “A oggi questo è e sarà molto interessante seguire le fibrillazioni diplomatiche sull’asse San Marino-Italia (tornata in questi giorni a registrare l’affaccendamento dei servizi segreti italiani), nella Ue e in Russia”.

  • cesare de gasperis |

    Dr. Galullo buongiorno .
    Non so se quando ricominceremo a parlare troveremo la stessa Italia del nostro silenzio .
    Sono nato nel 1950 e cresciuto in una italia che molti dicono vivesse in pace .
    Io non ci ho mai creduto, avendo avuto per compagni della mia “giovanile gioventù” i morti della Banda della Magliana sparsi con monotona regolarità nelle strade di Roma , i magistrati assassinati alle fermate dell’ATAC, le bombe, i notiziari TV ad annunciare tristemente tragedie ancor più tristi, ma anche ( e grazie a Dio), i leggendari giornalisti , veri maestri di stile e libertà .
    Sorvolo sulle trame di spie, i neofascisti, i terroristi rossi, gli anarchici (sul campo e quelli volanti dalle finestre), e le pseudo massonerie , poco esoteriche e ( da quel che si narra…) molto “materiche” .
    Un teatro umano dipinto di Rosso e Nero ( con pennellate di quel grigiore politico che “va bene su tutto) che da oltre mezzo secolo recita una farsa che gira in tragedia intorno a una strage, quella di Piazza Fontana, rimasta ( forse ?) senza convincenti colpevoli .
    Avevo 19 anni e di quella foto in bianco e nero ricordo bene il buco dell’esplosione al centro della sala .
    Un buco come tanti ?
    Non l’ho mai creduto .
    Dr. Galullo, L’Italia è un paese pieno di buchi neri nella sua storia e nella sua memoria .
    Buchi ovunque ed eterni , come le buche nelle strade di Roma ; buchi che si chiudono e riaprono dopo poco tempo , e poi si richiudono e poi si riaprono nelle nostre anime , ogni volta più neri, ogni volta più profondi, ogni volta più sanguinanti ..
    Ma quel buco , quello di piazza Fontana è stato un buco nell’anima della nostra nazione che non si rimarginerà mai per il dolore e lo sgomento che ci ha creato .
    I primi dolori sono come i primi amori, non si scordano mai .
    E poi ricordo quello alla Stazione di Bologna .
    il Buco che diventa il gorgo temporale in cui la mia memoria affonda, la verità e la menzogna si confondono ma non hanno mai interrotto il loro eterno lavorìo nella mente . Strano a dirsi ma l’oblio , nella mia vita, è diventato un valore , un “Di più” da coltivare , un qualcosa in cui credere e sperare.
    Ma in fondo, “Dimenticare” non è forse l’undicesimo comandamento degli italiani ?
    Ma non deve essere così, non per noi . Io, noi, invece: ricordo, ricordiamo, ricorderemo .
    Sempre, per poter continuare a vivere e sperare .
    … E a parlare .

  • cesare de gasperis |

    Dr. Galullo buongiorno .
    Non so se quando ricominceremo a parlare troveremo la stessa Italia del nostro silenzio .
    Sono nato nel 1950 e cresciuto in una italia che molti dicono vivesse in pace .
    Io non ci ho mai creduto, avendo avuto per compagni della mia “giovanile gioventù” i morti della Banda della Magliana sparsi con monotona regolarità nelle strade di Roma , i magistrati assassinati alle fermate dell’ATAC, le bombe, i notiziari TV ad annunciare tristemente tragedie ancor più tristi, ma anche ( e grazie a Dio), i leggendari giornalisti , veri maestri di stile e libertà .
    Sorvolo sulle trame di spie, i neofascisti, i terroristi rossi, gli anarchici (sul campo e quelli volanti dalle finestre), e le pseudo massonerie , poco esoteriche e ( da quel che si narra…) molto “materiche” .
    Un teatro umano dipinto di Rosso e Nero ( con pennellate di quel grigiore politico che “va bene su tutto) che da oltre mezzo secolo recita una farsa che gira in tragedia intorno a una strage, quella di Piazza Fontana, rimasta ( forse ?) senza convincenti colpevoli .
    Avevo 19 anni e di quella foto in bianco e nero ricordo bene il buco dell’esplosione al centro della sala .
    Un buco come tanti ?
    Non l’ho mai creduto .
    Dr. Galullo, L’Italia è un paese pieno di buchi neri nella sua storia e nella sua memoria .
    Buchi ovunque ed eterni , come le buche nelle strade di Roma ; buchi che si chiudono e riaprono dopo poco tempo , e poi si richiudono e poi si riaprono nelle nostre anime , ogni volta più neri, ogni volta più profondi, ogni volta più sanguinanti ..
    Ma quel buco , quello di piazza Fontana è stato un buco nell’anima della nostra nazione che non si rimarginerà mai per il dolore e lo sgomento che ci ha creato .
    I primi dolori sono come i primi amori, non si scordano mai .
    E poi ricordo quello alla Stazione di Bologna .
    il Buco che diventa il gorgo temporale in cui la mia memoria affonda, la verità e la menzogna si confondono ma non hanno mai interrotto il loro eterno lavorìo nella mente . Strano a dirsi ma l’oblio , nella mia vita, è diventato un valore , un “Di più” da coltivare , un qualcosa in cui credere e sperare.
    Ma in fondo, “Dimenticare” non è forse l’undicesimo comandamento degli italiani ?
    Ma non deve essere così, non per noi . Io, noi, invece: ricordo, ricordiamo, ricorderemo .
    Sempre, per poter continuare a vivere e sperare .
    … E a parlare .

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