Amati lettori di questo umile e umido blog da ieri ho ripreso ad occuparmi della gran voglia di massoneria che nella provincia di Trapani – come testimoniano gli elenchi, per difetto, dei 457 iscritti al febbraio 2016 registrati dalla questura del capoluogo siciliano – esplode in un fiume di allegria.
Torno a occuparmi di Trapani e provincia, come ho già scritto ieri, perché il magazine S, diretto da Antonio Condorelli, nel numero di febbraio – con un ampio e dettagliatissimo servizio del collega Rino Giacalone – ha pubblicato (oscurandone doverosamente il riconoscimento) i profili dei massoni iscritti nelle 19 logge ufficiali presenti sul territorio della provincia Trapani, appartenenti a ben sei obbedienze: La Serenissima Gran Loggia di rito scozzese (una loggia), Gran Loggia Regolare d’Italia Alam (quattro logge), Gran Loggia d’Italia (quattro logge), Grande oriente di Sicilia (una), Grande oriente d’Italia (otto), Grand Oriente de France (una).
Ora, sia ben chiaro e lo ripeto a prova di cretino, la cui mamma è purtroppo sempre incinta: l’iscrizione alla massoneria (anche nella provincia di Trapani, ovvio) è tanto legittima e reale quanto lo è il compito della magistratura antimafia (a partire da quella palermitana e reggina) e della Commissione parlamentare antimafia di indagare sul fenomeno che può legare alcuni affiliati (nessuno, nemmeno Rosy Bindi credo abbia mai pensato di confondere la parte con il tutto) ad ambienti mafiosi evoluti.
Detto questo, a modesto avviso di questo umile e umido blog, dovrebbero essere le stesse obbedienze a interrogarsi sulla irrefrenabile voglia di libera muratoria, che “a” Castelvetrano, regno incontrastato della famiglia Messina Denaro, e “da” Castelvetrano, pervade lo intero globo terracqueo.
Secondi i calcoli (a matita) fatti da questo umile e umido blog, solo in quattro delle 19 logge delle sei obbedienze censite dalla Questura di Trapani non c’è neppure un iscritto nato o residente a Castelvetrano.
Non solo: un iscritto su 4 (vale a dire 155 su 457) di tutte le logge presenti nella provincia è nato o è residente a Castelvetrano.
E ancora: nelle sei logge di Castelvetrano delle varie obbedienze (in cui ci sono più templi che bar se mi si passa la battuta, visto che c’è chi confonde l’ironia con la denigrazione) gli iscritti nati o ivi residenti sono 167, vale a dire uno su tre. E questo al netto del fatto che i colleghi di S hanno coperto anche alcuni luoghi di nascita o di residenza perché, nonostante avessero cancellato i cognomi di alcuni iscritti, avrebbero ugualmente potuto essere riconosciuti.
Ora, sappiate che a Castelvetrano i residenti maschi tra 19 e oltre 101 anni (mi sono voluto tenere larghissimo nel range di affiliazione alle obbedienze massoniche, schiaffandoci dentro anche i poppanti appena svezzati e gli ultracentenari) sono 12.433 (totale abitanti 31.806), il che vuol dire (almeno) un massone ogni 109 abitanti e uno 74 se si prendono in considerazione solo quelli che sono nelle sole sei logge di Castelvetrano censite dalla Questura.
Ora, secondo voi e al netto del fatto che nessuno vuol criminalizzare una cittadinanza, non c’è però da porsi neppure una domanda? Se la risposta è no, lasciate che a porsela siano allora solo magistrati e commissari parlamentari antimafia.
Sono certo che avrà avuto e avrà ancora modo di riflettere sul tema lo stesso Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande oriente che – dopo le ultime tappe a Perugia e Roma dove il Goi oggi è stato presente al ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine nel quale tra le 335 vittime della furia neonazista persero la vita anche 19 massoni – domani e domenica sarà proprio in Sicilia. In particolare domani alle 11 sarà nella Casa massonica del capoluogo siciliano e terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Quale più ghiotta occasione? Bisi (si vedano i link a fondo pagina) ne ha parlato nel passato anche in Commissione antimafia, non riuscendo a convincere con i suoi ragionamenti innanzitutto la presidente Bindi (si veda nei link sotto il servizio).
Ora che da pochi giorni sono disponibili sul sito della Commissione anche le audizioni delle altre tre obbedienze , sappiamo con precisione che il Gran maestro della Gran loggia regolare d’Italia (Glri) Fabio Venzi il 24 gennaio 2017 ha affrontato il tema. Il senatore del M5S Mario Michele Giarrusso quel giorno introdusse così la domanda: «Poiché trovo curioso, da siciliano, che in una città piccola come Castelvetrano ci siano decine di logge di varie obbedienze diverse… ».
Venzi cominciò a rispondere: «Le sembra strano che a Castelvetrano ci sia un certo numero di logge, ma lei non sa quante ce ne sono ad Arezzo, allora. Ce ne sono il triplo di Castelvetrano».
Bindi intervenne: «Penso che la domanda del perché ci sia questa concentrazione ve la sarete fatta, evidentemente. Non c’è più concentrazione a Castelvetrano rispetto ad Arezzo. No?».
Fu quindi Venzi a chiedere ai commissari: «Perché vi fissate su Castelvetrano?».
Da antologia parlamentare la risposta di Rosy Bindi: «Perché è la patria di Matteo Messina Denaro, non per altro. È un dettaglio».
Venzi concluse così prima di passare in seduta segreta: «Sono d’accordo, presidente, ma non è un’anomalia. Le logge presenti a Castelvetrano e il numero di obbedienze, come le ho detto, sono grosso modo le stesse che lei trova a Messina, a Frosinone o in qualsiasi altra parte. Il fenomeno delle logge spurie non è una peculiarità siciliana».
Ciascuno tragga le proprie conclusioni e, finché siamo in democrazia, le proprie opinioni nel rispetto di quelle altrui.
Alla prossima settimana con nuovi capitoli di questo appassionante (?!) tema.
(si leggano anche