Giovanni Esposito, che a dispetto dei santi nel sito del Grande oriente d’Italia figura ancora come Gran tesoriere e membro della Giunta del Goi, di fatto è quasi fuori dall’Obbedienza massonica di Palazzo Giustiniani, il cui Gran maestro è Stefano Bisi.
Due settimane fa la Corte centrale del Goi lo ha sospeso per un anno dai lavori (non potrà dunque mettere piede in una qualsiasi loggia), lo ha sospeso e dunque interdetto per cinque anni da qualunque carica (perde dunque la veste di “ministro del tesoro” e non essendo candidabile fino al 2022 al massimo potrà candidarsi per una bocciofila) e, come se non bastasse, dovrà pagare 400 euro per le spese legali sostenute dal Grande Oriente.
Si conclude (per ora, statene certi, perché presto ci saranno notizie clamorose) la guerra tra “fratelli-coltelli” e a Esposito non resterà che presentare appello presso la Corte centrale in sezione plenaria anche se l’esito appare quasi scritto.
Si conclude dunque la sua esperienza nell’Obbedienza? Il napoletano Esposito, classe ’68, è (era?) nel Grande oriente d’Italia dal 2000 e appartiene alla Loggia partenopea Bovio Caracciolo (199) di cui è stato maestro venerabile. Ha ricoperto l’incarico di Presidente del collegio circoscrizionale dei Maestri venerabili della Campania e Lucania e nel quinquennio 2009-2014 è stato nella Giunta del Grande oriente d’Italia con la carica di Gran tesoriere aggiunto. È maestro dell’Arco Reale presso il Capitolo Ugo de Pagani (5) di Napoli del Rito di York dove ha ricoperto la carica di Gran sacerdote. È iniziato ai gradi criptici nel Concilio Vesuvius di Napoli ed è Cavaliere Templare in piedilista presso la Commenda Raimondo De Sangro del capoluogo campano. Appartiene al Rito Scozzese antico e accettato e, nel più alto grado, nel rito Scozzese rettificato in Italia dove ha ricoperto la carica di Prefetto del Sud Italia.
Urca! Io massone non son ma ‘sto curriculum appare ai miei occhi profani ottimo e abbondante.
Vi chiederete, amati lettori di questo umile e umido blog: ma perché Esposito è stato messo con un piede e ¾ fuori dal Goi?
A quanto questo umile e umido blog è riuscito a sapere, egli pagherebbe la pubblicazione sul Fatto Quotidiano del 17 novembre 2016 della lettera con la quale lo stesso Esposito il 14 novembre chiedeva all’intiero mondo che conta a Palazzo Giustiniani le dimissioni del Gran Maestro Bisi. Dimissioni richieste perché per quest’ultimo – che si è sempre proclamato innocente e tale è ovviamente fino a eventuale condanna definitiva – era stata avanzata dal pm la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito di un processo a Siena, sua città natale e anche pasquale.
La lettera non entrava nel merito della vicenda processuale ma poneva una serie di quesiti di ordine morale che possiamo così indegnamente riassumere: 1) lesione della trasparenza che aggrava l’immagine già lesa del Goi presso l’opinione pubblica ) posizione processuale che rende il Goi ancor più vulnerabile 3) destabilizzazione alla radice del ruolo di Bisi di guida iniziatica e morale.
Tra l’altro, a quest’ultimo proposito, Esposito chiedeva come Bisi potesse sospendere un fratello massone che venisse inquisito per reati gravi.
Detto, fatto, due settimane fa Esposito è stato spedito a casa.
Esposito si è ovviamente difeso dalla Tavola d’accusa (oh yes, così si chiama nella giustizia massonica) e a quanto è giunto all’orecchio (pardon, forse questa espressione non è la più adatta quando si parla di grembiuli e compassi) di questo umile e umido blog avrebbe negato in una lunga memoria di aver passato le carte ai colleghi del Fatto ma non sarebbe stato creduto.
Ergo non sarebbe stato “processato” il contenuto della lettera ma la “presunzione” che la manina assassina fosse quella di Esposito. E come lo avranno dimostrato? Lo hanno fotografato dopo un lungo pedinamento? Si può parlare di processo politico? Ai muratori l’ardua sentenza, magari in appello, che al momento non è dato conoscere.
Ciò che invece è dato sapere è che neppure una seconda lettera, che Esposito ha scritto a dicembre 2016 ai maggiorenti del Goi e in cui riaffermando la richiesta di dimissioni di puro ordine morale, etico e di trasparenza interna e affermando di non essere così fesso da girare lui la lettera al Fatto, è stata presa in considerazione prima del processo.
Preparatevi: la guerra interna (c’è chi dice che si scrive Esposito ma si legge Gustavo Raffi, ex Gran maestro e perennemente in panchina in attesa di tornare a ruggire dallo scranno più alto, desiderio che non ha mai abbandonato ma Esposito ha sempre tenuto a dire che non presta voce e mani a nessuno) ha registrato solo l’ennesima tappa di una lunga lotta intestina.
Preparatevi: a breve continuo!
r.galullo@ilsole24ore.com
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