Nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria, la Commissione parlamentare Antimafia, nella seduta odierna, ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d’Italia; Gran Loggia Regolare d’Italia; Serenissima Gran Loggia d’Italia; Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.
Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione.
Al fine di acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo Scico della Guardia di Finanza di Roma a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro associazioni.
Mentre lo Scico della Gdf di Roma è all’opera, dal Goi e dalle altre obbedienze massoniche ancora nessun commento.
Il Goi sarà stato senza dubbio sorpreso dalla notizia mentre a Casa Nathan, a Roma, parla di “massoneria come passione e nella storia d’Italia”. Presente il Gran Maestro Stefano Bisi. L’occasione è la presentazione del libro “Massoneria, un amore. #Etica, #cultura, #libertà” di Virgilio Gaito che fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia negli anni Novanta. Tra i relatori, Tiziana Parenti, già magistrato del pool di Mani Pulite ed ex presidente della Commissione parlamentare Antimafia. Parenti è autrice della prefazione del libro.
Nel tardo pomeriggio Stefano Bisi ha inserito sul sito del Goi questa dichiarazione: “Oggi è stata commessa una palese discriminazione nei confronti di una Istituzione libera e secolare come la Massoneria e c’è stata una grave violazione della democrazia e delle leggi dello Stato. Il sequestro degli elenchi dei liberi muratori del Grande Oriente d’Italia appartenenti alle logge di Calabria e Sicilia da parte della Commissione Antimafia presieduta dall’onorevole Rosy Bindi, è un atto arbitrario e intimidatorio. Quando il protagonismo politico, mascherato da indagine, prende il sopravvento si finisce per percorrere una strada che porta lontano dalla necessità di capire e che finisce per sconfinare nell’illegalità. Si fa solo del sensazionalismo che non serve ad altro che ad alimentare una ingiustificata ed intollerabile caccia all’uomo e che colpisce migliaia di cittadini perbene iscritti ad una nobile Istituzione. Chi ha riportato indietro le lancette della storia, arrivando a prendere provvedimenti che certi regimi in passato hanno attuato, si assuma oggi le proprie responsabilità. Sappia che noi massoni andremo sino in fondo a questa triste pagina che qualcuno ha voluto scrivere a tutti i costi e che abbiamo già denunciato l’illeceità dell’azione esercitata dalla Commissione. Il Grande Oriente d’Italia si tutelerà in tutte le sedi italiane ed europee perché non vengano intaccati i principi fondamentali del libero pensiero e non venga oscurata una grande fiamma che alimenta la Libertà nel nostro Paese. Uniti in catena, con grande forza, coraggio e orgoglio gridiamo ad alta voce: “Viva il Grande Oriente d’Italia”.
Il Grande oriente d’Italia inoltre due giorni fa, nell’intento di sviluppare una ulteriore e successiva serie di iniziative a tutela degli iscritti e dei diritti fondamentali in tema di libera associazione, garantita dalla carta costituzionale e dalla normativa comunitaria, ha istituito un collegio di esperti della materia. Il collegio è costituito da Giuseppe Bozzi, Giovanni Piccirilli, Vincenzo Zeno Zencovich, Giuseppe Zupo, Federico Donati, Raffaele D’Ottavio, Fabio Federico, Sergio Monticone e Carlo Petrone. Il Collegio è stato incaricato di valutare e promuovere tutte le iniziative, anche giudiziarie, dinanzi alle sedi istituzionali.
In tarda serata Rosy Bindi ha invece dato corpo a una lunghissima dichiarazione: “La Commissione parlamentare Antimafia ha avviato un’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria. Nel corso delle missioni in Calabria e Sicilia, della documentazione acquisita e delle audizioni finora svolte sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta di settori della massoneria. Si è anche evidenziata la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti. L’inchiesta nasce sia in prosecuzione di attività svolte da altre Commissioni di inchiesta di precedenti legislature, sia in relazione a fatti di cronaca e procedimenti giudiziari recenti avviati dalle Procure della Repubblica siciliane e calabresi per accertare l’esistenza del fenomeno, così attualizzando fatti simili del passato.
Per questa ragione sono state svolte dalla Commissione una serie di attività, comprese audizioni a testimonianza di alcuni Gran Maestri o, comunque, di soggetti appartenenti alla massoneria, audizioni di magistrati di diversi distretti giudiziari e si è acquisita copiosa documentazione.
Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, è stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria.
Tali elenchi sono necessari per verificare la presenza, tra gli iscritti, di soggetti riconducibili a vario titolo alle organizzazioni mafiose o in rapporto con le stesse.
La Commissione ha più volte reiterato l’invito ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie, in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell’organo parlamentare all’acquisizione.
Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose.
In un Paese democratico, non esiste associazione di sorta le cui esigenze interne possano prevalere sulle esigenze di tutela della collettività.
D’altra parte le inchieste parlamentari sono un aspetto dell’esercizio della funzione legislativa, finalizzate a svolgere un’attività conoscitiva per poi formulare proposte di carattere normativo.
Alla luce del rifiuto da parte dei Gran maestri auditi di consegnare i documenti di interesse dell’inchiesta parlamentare, avvalendosi dei poteri attribuiti dall’art. 82 della Costituzione e dalla Legge istitutiva, del 19 luglio 2013, la Commissione ha oggi deliberato all’unanimità di procedere al sequestro degli elenchi delle logge calabresi e siciliane, delegando lo Scico della GdF di Roma a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro obbedienze massoni.
La Commissione, nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy, ha stabilito che gli elenchi saranno assoggettati al regime di segretezza e quindi non soggetti alla divulgazione”.
(si leggano anche
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/01/23/4589/