I militari a Scampia: da Mussolini in poi l’effetto scema in breve tempo. Poi tutto torna come prima. Purtroppo

Se c’è una cosa che spacca i mentori della lotta alle mafie, ebbene quella è l’invio dell’Esercito.

Rispettando la decisione del Governo di mandare reparti a Scampia affermo che il paliativo si rivelerà utile nei primi giorni, scemerà nelle prime settimane, sfumerà nei primi mesi, si volatilizzerà dopo, quando i reparti saranno tornati da dove sono venuti. Nel frattempo l'augurio è che venga fatta piazza pulita di tutto quanto è possibile spazzare. Anche se Scampia resterà con tutti i suoi problemi.

Basta vedere – tanto per rimanere ancorati alle nostre recenti cronache – l’utilità dei militari mandati lungo i cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Nonostante qualche improvvisato tirapiedi dell’informazione ne abbia magnificato l’idea, la realtà è che recenti indagini hanno dimostrato che estorsioni e attentati lungo l’autostrada calabrese continuano. A prescindere. Da tutto.

Senza scomodare Benito Mussolini che spedì l'Esercito in Sicilia e affidò nel 1924 al Prefetto Cesare Mori poteri straordinari per combattere Cosa Nostra, la storia del dopoguerra incrocia il destino delle Forze Armate il 25 luglio 1992.
Quel giorno debuttò l'operazione "Vespri siciliani". Fu il primo intervento in grande stile per ragioni di ordine pubblico e – da allora – dove falliscono politica e amministratori, intervengono Esercito e generali. Va ricordato, però, che 10 giorni prima in Sardegna l'Esercito stava conducendo l'operazione "Forza Paris" con 4mila uomini. Lo scopo era ufficialmente addestrativo ma – guarda caso – fu effettuata in coincidenza con il sequestro di Farouk Kassam e, altra coincidenza, condotta nei possibili luoghi del sequestro.
Nel 2008 il Governo spedì una task force di reparti speciali agli ordini del generale di divisione Franco Giannini che ha operato anche in zone di guerra come il Kosovo: fu l'ultima spiaggia per uscire – in appena quattro mesi – dall'emergenza, come accadde con l'operazione "Forza Paris" (chiusa il 22 settembre 1992) o con "Vespri siciliani" (che terminò l'8 luglio '98). Sei anni durante i quali lo Stato riprese il controllo fisico del territorio. Nelle ore successive alla strage di Via D'Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta, l'allora presidente del Consiglio, Giuliano Amato, decise l'invio di migliaia di militari che presidiarono i punti più sensibili dell'Isola e liberarono le risorse investigative delle Forze dell'Ordine.
I risultati non tardarono. Furono catturati Totò Riina ('93) che circolava tranquillamente per le vie di Palermo, il numero due della Cupola, Leoluca Bagarella (nel '95), che aveva deciso sfacciatamente di trasferire la sua abitazione a pochi metri dalla casa del procuratore Guido Lo Forte e, infine, Giovanni Brusca ('96).
Rotto il ghiaccio con l'operazione "Vespri", il Governo ricorse più volte alle Forze Armate. Tra il 16 agosto '93 e il 28 febbraio '95 c'è stata l'operazione "Testuggine". Il compito prevedeva la sorveglianza della frontiera nord-orientale (confine italo-sloveno), per prevenire eventuali tentativi di ingresso in Italia di clandestini. Dal 26 gennaio 1994 hanno preso avvio le operazioni "Riace" in Calabria (fino al 15 dicembre '95) e "Partenope" in Campania (quest'ultima ripresa il 14 luglio 1997 fino al 30 giugno '98). I compiti dell'Esercito erano in tutto analoghi a quelli dell'operazione "Vespri Siciliani": controllo del territorio e recupero di personale delle Forze di Polizia da quelle attività non strettamente investigative e giudiziarie. Nel complesso alle operazioni "Riace" e "Partenope" hanno preso parte alle due missioni oltre 16mila unità, a presidio di una trentina di obiettivi a rischio. Dal 10 maggio al 3 novembre 1995 l'Esercito è stato impegnato nell'operazione "Salento" con l'obiettivo di contrastare la criminalità organizzata e presidiare le frontiere marittime (era il periodo degli sbarchi in massa in Puglia). Per finire, il 13 novembre 2001 (a due mesi di distanza dall'attacco terroristico negli Stati Uniti alle Torri Gemelle) scattò l'operazione "Domino", che per sei mesi ha impegnato l'Esercito nella vigilanza di punti sensibili in tutta Italia.
Lo Stato, comunque, ricorre spesso anche ai singoli ex alti ufficiali dei Carabinieri per affrontare le situazioni di emergenza e cercare di uscirne. Negli ultimi anni tre nomi su tutti: il generale Roberto Jucci (ex comandante generale dei Carabinieri dall'85 all'89), nominato a cavallo tra il 2000 e il 2001 commissario delegato per l'emergenza idrica in Sicilia (vi rimarrà solo un anno).
Il generale dei Carabinieri (ed ex capo delle operazioni della Dia in Sicilia) Angiolo Pellegrini, che il 25 ottobre 2006 fu nominato presidente del Consorzio Piana sicura a Gioia Tauro. Infine il generale Mario Mori (già a capo dei Ros dei Carabinieri e al vertice del Sisde), dal 27 dicembre 2006 commissario straordinario per il coordinamento operativo con enti pubblici e privati, all'interno del porto di Gioia Tauro. Non se ne accorse nessuno e dopo pochi mesi se andò cosi come era arrivato: nel silenzio.
«L'Esercito italiano, una risorsa per il Paese», recita il motto delle Forze Armate. Chissà cosa ne penseranno i vertici che dal 2002 al 2006 si sono visti ridurre le risorse finanziarie del 53,4%, con soli 535 milioni a bilancio e tagliare il 65,3% gli investimenti, con appena 306 milioni (anche se le unità sono scese da 380mila del '90 alle attuali 190mila, Carabinieri esclusi). E chissà cosa ne penseranno ora, che i Governi che si sono succeduti, compreso quello tecnico di Mario Monti, hanno deciso di aggiungere tagli su tagli. Benvenuti a Scampia, soldati. Peccato che quando ve ne andrete tutto tornerà come prima.

Va bene pensare all’Esercito (a mali estremi, estremi rimedi) ma per me continua ad avere ragione lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino. La mafia non si sconfigge con l’esercito ma con un esercito di insegnanti.
roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • lucia |

    …si. ma solo se gli insegnanti non sono anche loro mafiosi e massoni e chi più ne ha più ne metta!come al solito…

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