In 6 anni i russi hanno investito 125 milioni da Marina di Pietrasanta a Forte dei Marmi. Soldi mafiosi? Probatio diabolica!

Libero di esprimersi in Commissione parlamentare antimafia nell’audizione del 24 ottobre, il Procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, va a ruota libera sulla presenza della mafia russa in Toscana.

Tanto per far capire subito che aria tira in quella regione, Quattrocchi dice: “ Accanto ad essa, vi confesso, per noi si colloca un enorme punto interrogativo. Non siamo in grado di dire se e quale criminalità solitaria, unilaterale o organizzata di russi abbiamo nel nostro territorio perché non abbiamo la possibilità di utilizzare la strumentazione normativa che si invoca da tempo, e cioè le norme sull'autoriciclaggio. Vi dico soltanto che nel territorio della Versilia, e in particolare nel tratto che va da Marina di Pietrasanta a Forte dei Marmi, dove il valore degli immobili è quello che tutti probabilmente conoscete, in quattro anni sono stati registrati 38 episodi di acquisto di immobili. Ma non è tanto il numero delle operazioni che impressiona; ciò che è impressionante è il valore dichiarato – e sottolineo dichiarato – di queste operazioni, che ammonta a oltre 120 milioni di euro. Non sappiamo, insomma, come fare per cercare di capire il percorso di questo denaro, il più delle volte in contanti, e negli anni più lontani da oggi attraverso banconote da 500 euro. Lo dico riferendomi al tempo in cui sono stato procuratore della Repubblica di Lucca, quindi competente per le questioni che si verificavano in Versilia. Non riusciamo ad individuare neppure un itinerario investigativo per cercare di capire fino a che punto il fenomeno di cui vi parlo sia un fenomeno commerciale, economico e finanziario del tutto lecito e regolare e quanto invece nasconda dietro di sé”.

Se tanto mi dà tanto, in sintesi Quattrocchi dice: 1) non ne sappiamo nulla anche perché a fronte delle belle parole nella lotta alla mafia la politica non è stata in grado in tanti anni neppure di riformare la normativa introducendo il reato di autoriciclaggio; 2) questi, cioè i russi, hanno comprato l’iradiddio e noi non sappiamo che pesci prendere per sapere se hanno acquistato rompendo il porcellino di terracotta con dentro i risparmi da bambini o se invece sono soldi sporchi.

Non male no?

ARRIVA VARRATTA

Uno magari può pensare: si è sbagliato. Voleva dire che magarì si, insomma, qualche problema di conoscenza c’è ma cribbio, la lotta è dura e senza paura contro i capitali russi malandrini!

E invece no. Il 7 novembre, sempre in commissione antimafia arrivano il prefetto di Firenze, Luigi Varratta, il questore dirigente generale di pubblica sicurezza, Francesco Zonno, il colonnello Andrea Taurelli Salimbeni, comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Firenze, generale di brigata Leandro Cuzzocrea e il capo centro operativo della Dia primo dirigente della Polizia di Stato, Stefano Buselli.

Leggete cosa dice Varratta, fresco del trasferimento dall’analogo posto ricoperto a Reggio Calabria: “La mafia russa è presente soprattutto in Versilia, ma anche nella città di Firenze, dove sono stati registrati investimenti immobiliari ingenti e cospicui; un dato significativo è, ad esempio, la cifra di 125 milioni di euro, investiti in un arco temporale di cinque anni, dal 2006 al 2011. La mafia russa è difficile non solo da indagare, ma anche da inquadrare”.

Ora, a parte quei 5 milioni che ballano negli acquisti in Versilia da parte dei russi tra quanto comunicato da Quattrocchi e quanto da Varratta, i due dicono le stesse identiche cose.

IL SEGNO DI ZONNO

Il questore Zonno ci va giù con il machete. Anzi con la spada. Insomma, il segno di…Zonno. Leggete qui: “Per quanto riguarda la mafia russa, ne sento parlare da anni, ma non ho visto risultati. Posso dire che soggetti russi arrivano in grande quantità. Ho già riscontrato questo fenomeno a Rimini, dove ero questore. I soggetti russi arrivavano con voli diretti e acquistavano direttamente nei centri dei grossisti, dove vi erano indicazioni in italiano e, addirittura, in cirillico, portando soldi a non finire in realtà economiche tra cui Firenze e, ovviamente, fanno bene all'economia locale. Credo quindi che chiedere agli organi di polizia e di investigazione i risultati sulla provenienza illecita di queste somme sia una probatio diabolica che a me è difficilmente riuscita, anche in campo di riciclaggio a livello di organizzazioni italiane. A maggior ragione, rappresento la difficoltà di provare un'accusa di riciclaggio per quanto riguarda la cosiddetta mafia russa”.

Probatio diabolica lettori miei! Cioè, tradotto in pillole, vuol dire che è diabolico – ergo:impossibile – dimostrare che quei soldi sono sporchi e di provenienza mafiosa. Comunque fanno bene all’economia!

Il commissario Laura Garavini del Pd lo interrompe facendogli presente che non si faceva riferimento all'acquisto normale e al consumo dei potenziali turisti quanto piuttosto ai dati riportati dal procuratore Quattrocchi e dal prefetto Varratta sul massiccio investimento in immobili.

FINISCE CUZZOCREA

Il generale della Gdf Cuzzocrea è sullo stesso tenore e si limita a dire che ricostruire la provenienza di questi investimenti massicci è l'attività che si sta svolgendo in questo periodo cercando di fare sicuramente la parte più difficile: risalire alla possibile provenienza illecita di un investimento apparentemente lecito.

La prima fase è quella della ricostruzione più documentata di questi investimenti, che non necessariamente devono essere criminali. Il passaggio successivo sarà la possibile provenienza criminale e la provenienza di tipo mafioso. “Stiamo cercando di passare dalle cose che si sentono dire e di cui si è sempre scritto, probabilmente più sui media che sulle pagine dell'autorità giudiziaria – dice senza mezzi termini Cuzzocreaad una fase in cui sarà la verifica a portarci a dire quanta provenienza illecita vi sia in questi investimenti e quanta, in un passaggio ulteriore e successivo, sia di tipo mafioso. Il signor prefetto ha fatto riferimento a questa attività che si sta svolgendo in modo sistematico nella Lucchesia per verificare in concreto, in particolare attraverso gli atti notarili e gli atti di registro, chi siano effettivamente le persone che contraggono, che comprano e quali siano le modalità di pagamento. Da qui si vedrà se riusciremo, anche attraverso la collaborazione internazionale, ad acquisire dei dati certi sulla possibile provenienza illecita di questi denari”.

La domanda a questo punto sorte spontanea: detto che magistrati e Forze dell’Ordine fanno miracoli ma dov è lo Stato che previene e non quello che reprime? Dov è la politica che – dopo decenni trascorsi nei quali anche i bambini sanno che la mafia russa è potentissima e ramificata anche in Italia – non ha ancora battuto un colpo per permettere a investigatori e inquirenti di avere gli strumenti giusti per comprendere la provenienza dei flussi di den
aro? Dove sono i saccenti che pontificano un giorno si e l’altro pure sui successi contro l’economia criminale e la criminalità organizzata?

A domani, signori miei. Cambieremo fronte ma le follie aumenteranno!

r.galullo@ilsole24ore.com

  • paolo piazzini |

    non vogliamo fermare la mafia nostrana, figurarsi debellare quella russa. Quindi è normale che le mafie estere emigrino in luoghi a basso rischio gabbio. In Toscana c’è pure quella cinese e gli investigatori non sanno neanche cosa si dicono i mafiosi nel loro dialetto perchè non ci sono i traduttori!
    Anche il procuratore della Repubblica di Milano ha fatto il punto alla commissione parlamentare antimafia (27-11-2012)
    “…inadeguatezza della norma sul voto di scambio perchè, come sappiamo, questo comportamento è punito soltanto quando l’esponente politico offre un contraccambio in denaro (evento rarissimo)…
    Il reato di falso in bilancio nell’ attuale formulazione è sostanzialmente inapplicabile e non consente di colpire preventivamente la formazione di denaro nero poi gestito sui circuiti off-shore e utilizzato per una serie di attività illecite e anche di corruzione…
    La normativa sul riciclaggio di denaro è abbondantemente carente perchè non include il cosiddetto autoriciclaggio…
    Le regole italiane sulla prescrizione che, come sappiamo noi ma è difficilissimo spiegarlo all’ estero, decorrono fino alla sentenza definitiva. In più occasioni di conferenze internazionali abbiamo dovuto ridire 4 volte, tramite gli interpreti, ridire nell’ altra lingua, perchè persone di altri ordinamenti non riescono a concepire questo tipo di sistemazione della normativa italiana…”

  Post Precedente
Post Successivo