C’è grossa crisi: anche gli affiliati alle cosche di ‘ndrangheta fanno ricorso ai contratti di solidarietà

Corrado Guzzanti, nella sua parodia di “Quelo”, fantastico personaggio divinatorio nato dal suo genio di attore, ripeteva spesso: “C’è grossa crisi. Qua non sappiamo più quando dove stiamo. Andando su questa terra. Ti chiedi come mai? Come dove nel mondo? Dove chi?”.
Il suo linguaggio “scombiccherato” faceva il verso ai tanti oracoli di cui è piena la politica italiana.
Fu facile profeta e oggi la grande crisi c’è davvero.
C’è per tutti, anche per i presunti affiliati alle cosche di mafia. Ne volete una prova? Ebbene allora leggete qua cosa scrivono in pm Michele Prestipino Giarritta, Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane nell’ordinanza dell’operazione Alba di Scilla che la scorsa settimana ha portato all’arresto di 12 presunti affiliati alla locale cosca Nasone-Gaietti che secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria imperversavano tra i cantieri del 6° microlotto piegando le imprese allo “storico” pizzo del 3% (si vedano in archivio i miei post precedenti).
Da alcune intercettazioni telefoniche e ambientali investigatori e inquirenti traggono la definitiva conferma che un detenuto usufruisce – quale appartenente alla cosca dominante nel territorio di Scilla – di una sorta di stipendio mensile.
Ma è lo stesso detenuto a non saper determinare il quantum a lui dovuto mensilmente quale affiliato, poiché l’importo, pur dovendo essere corrisposto con regolarità (“…la cosa è continua!”), non è fisso (“Non si sa…”).
Quest’ultima circostanza – ma si sa che le singole dazioni erano di importo variabile tra i 500 e gli 850 euro – appare coerente con l’esistenza a Scilla di un’articolazione territoriale dell’’ndrangheta, “la quale, agendo come una vera e propria impresa del crimine – scrivono in un adorabile passaggio i pm sopra citati – incontra dei fisiologici momenti di crisi, non potendo pertanto garantire agli associati (pur se detenuti) la corresponsione di uno stipendio ad importo fisso”.
Insomma, c’è “grossa crisi” e anche gli uomini di ‘ndrangheta devono accontentarsi e fare ricorso – soprattutto quando si è detenuti – ai “contratti di solidarietà” in attesa della ripresa!
4– to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 30, 31 maggio e 1° giugno)
r.galullo@ilsole24ore.com
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