Rating antimafia/3 La spinta degli imprenditori siciliani – Rosario Amarù: “Puntiamo all’effetto emulazione”

Cari lettori, da due giorni sto pubblicando le riflessioni di una serie di imprenditori siciliani sul rating antimafia. Si tratta della proposta lanciata da Antonello Montante, delegato di Confindustria per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio, di mettere a punto un rating antimafia per le aziende che adottano, ad esempio, codici anticorruzione e denunciano il racket delle estorsioni, aiutandole nella battaglia quotidiana della legalità a partire dalla possibilità di accedere al credito più velocemente.

Le riflessioni – due giorni fa è toccato a Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia mentre ieri ho pubblicato il giudizio di Marina Taglialavore e per questo rimando all’archivio – sono tratte da un mio servizio che è stato pubblicato mercoledì 14 marzo sul “Rapporto Sicilia”. Le ripropongo per coloro i quali non avessero potuto leggere la mia inchiesta sul quotidiano.

 

Rosario Amarù, 48 anni, imprenditore di Gela nel settore della meccanica di precisione, vicepresidente di Confindustria Caltanissetta, aggiunge altre valutazioni. La sua azienda esporta in tutto il mondo e ha cantieri in Italia e in Nord Africa. “Ciò che mi piace di questa proposta – dice – è che si colloca nel giusto contesto. L’accesso al credito è un grandissimo problema. Abbiamo imprese in sofferenza. A livello generale è deficitaria anche la valutazione del rating bancario, quantitativa e strettamente connessa ai dati di bilancio, con una limitatissima visione sulla bontà dell’impresa. Noi invece vogliamo puntare sugli asset intangibili, i brevetti, l’innovazione e via di questo passo”.

Amarù sottolinea un ultimo, vitale aspetto: l’effetto emulazione. “Il rating antimafia permetterebbe a tutti gli imprenditori che hanno fatto fronte comune contro la mafia – spiega – di innescare un circolo virtuoso nelle imprese che per paura, timore, tradizione o cultura non vogliono o non possono denunciare il malaffare. Gli indecisi farebbero quel salto di qualità e legalità che immetterebbe sul mercato le tante imprese virtuose del Sud. Oggi in Sicilia c’è la possibilità di contagiare positivamente il resto del Paese: è giunta l’ora di fare selezione”.

La parola al legislatore. Ogni nanosecondo perso sarà un vantaggio per i capitali mafiosi.

3 – the end (le prime due puntate sono state pubblicate il 19 e il 20 marzo)

r.galullo@ilsole24ore.com

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