Spa pubbliche dalle uova d’oro/2 Scalata alla Sorical con cordata locale e mazzette in Regione Calabria “che neanche i cani”

Cari lettori da alcuni giorni sto riflettendo – prendendo spunto dal coinvolgimento della Sorical, la società di gestione idrica della Regione Calabria partecipata dai francesi di Veolia – sulla mano pubblica nell’economia e sul galoppante rischio corruzione.

Lo faccio perché con l’operazione Ceralacca il 7 marzo la Procura e la Gdf di Reggio Calabria hanno accertato che alcuni funzionari pubblici consentivano ad alcuni imprenditori di accedere alla cassaforte dove erano conservate le offerte delle varie ditte che partecipavano alle gare di appalto. Gli imprenditori prendevano tutto l'incartamento e lo portavano nei propri uffici dove, dopo avere rimosso la ceralacca sulla busta (ecco dunque il nome dell'operazione), controllavano le offerte degli altri e inserivano la propria che risultava quindi la migliore. Poi richiudevano la busta e la sistemavano al proprio posto in cassaforte. Così facendo, quattro imprenditori riuscivano ad aggiudicarsi le gare di appalto.

Sorical sembra – da quanto emerge da indagini, intercettazioni e riscontri – un terreno di conquista per un motivo molto ma molto semplice: gestisce appalti miliardari e garantisce un ritorno economico straordinario agli investitori. Nelle pieghe delle ingenti risorse non è possibile dunque solo speculare ma anche arricchirsi. Da qui partono i propositi (millantati? reali?) degli imprenditori della Piana di Gioia Tauro Bagalà (arrestati) che vogliono (millantano?) scalare la società.

Ieri (e per questo rimando al post in archivio) abbiamo visto una parte dei risvolti di questa presunta scalata. Oggi ne vediamo di nuovi. A partire dalla chiacchierata del 27 ottobre 2011 alle ore 18.01 durante la quale Giuseppe Bagalà riferisce al fratello Carmelo il resoconto della giornata trascorsa alla Sorical. Si scopre così che Antonio Scaramuzzino (procuratore speciale di Sorical, arrestato, ora ai domiciliari, che nega ogni addebito) aveva chiesto il benestare allo stesso Giuseppe Bagalà per "ricomporre la manutenzione", evidentemente riferendosi all'attività di manutenzione relativa a delle opere installate nell'ambito di un precedente appalto. Inoltre si lamentano di strane coincidenze tra un colloquio che dicono essere avvenuto con l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti e una strana visita della Gdf.

Ecco la parte di dialogo:

Giuseppe Bagalà: Però la situazione è grave, mi ha detto Scaramuzzino. Dice:"Guarda qua dobbiamo pagare 80 milioni dice – questi soldi dove cazzo sono, qua si apre sempre il buco. Ora ho 500 mila euro qua -dice –e ne ho 750 di stipendi, domani, dopodomani, come cazzo li pago, e che ti devo dire". Dice:"alla Regione sono pagliacci eh… accordato, quel Gentile là, 20 milioni, per darceli per gara …inc.le , niente, parla -dice – mangia, si ubriaca, il pranzo qua, il pranzo là e sono finiti. Altri 20 mila euro, milioni ce li doveva dare … 31 milioni di rimborso Iva, l'abbiamo cercata, siamo andati a parlare anche con Tremonti che ci deve fare questo rimborso Iva e ci ha detto di non preoccuparci. E' arrivata la Finanza di qua e ci hanno cercato tutte le carte e ce ne ha contestati 14 su 31. Quando abbiamo cercato il rimborso, automaticamente è arrivata la Finanza – dice – Ufficio delle Entrate, Finanza A noi ci dovevano dare per giusto 31 milioni di rimborso Iva".

Carmelo Bagalà: …inc.le .

Giuseppe Bagalà: siamo stati tre quarti d'ora seduti ".."inc.le… la manutenzione ora la dobbiamo ricomporre …inc.le… ma voglio dirvelo prima cosi mi date il benestare". perche la società senno fallisce …inc.le… "e' logico Antonio (Scaramuzzino ndr) "no -dice – voglio dirvelo prima in modo che non pensiate che io… ". "no, non …”

Nel prosieguo del medesimo colloquio emergeva che i Bagalà – si legge sempre nell’ordinanza – fossero addirittura intenzionati ad acquisire un quota, per un importo di 5 milioni, della Sorical, in tal senso sollecitando Antonio Scaramuzzino, che nel disegno criminoso ipotizzato avrebbe potuto anche assumere la carica di amministratore delegato, a trovare altri due soggetti disposti ad acquisire la quota di 15 milioni, di proprietà della cordata francese ("gli ho detto: "per me rispondi tu, per 5 milioni me la vedo io. trovane altri due". dice:"va bene ora vediamo". "per 5 milioni-gli ho detto – una quota di 5 milioni me la prendo io").

Molto interessante la descrizione effettuata da Giuseppe Bagalà su come una cordata locale avrebbe potuto più "'facilmente" gestire i rapporti tra la Sorical e la Regione Calabria, affermando a chiare lettere il proposito di ricorrere alla elargizione di "mazzette” (" se era una cordata locale di quattro, cinque, che potevano …andare alla regione per parlare, dare la mazzetta la cosa, vedi che diventava", una cosa che neanche i cani")..

LA TELEFONATA E LE MAZZETTE

In ogni caso per chi volesse gustarsi l’edificante dialogo, eccovi accontentati.

Giuseppe Bagalà: Gli ho detto io:"Vedi piuttosto se questi qua, i francesi i cosi, mi stai dicendo che si vogliono …". "Si – dice – loro se la vogliono vendere, i francesi". "E quanto vogliono?" Dice: "15 milioni". "lo sono …". Dice:"Con Abramo ti conosci?" Gli ho detto io:"No, di vista, ciao e basta". Dice:"Perché lui sarebbe un altro. -Dice – perché si dovrebbe trovare una cordata locale e si dividerebbero le spese.- Dice – 80 mila euro d'aereo, 200 di questi, consulenze e cose .. ". Diminuendo tutte queste cose

Omissis – Discutono delle spese sostenute dalla Sorical

Giuseppe Bagalà: “Mi ha detto: "Pensa, gliel'ho detto a mio cognato e mi ha risposto “assolutamente in Italia niente se vuole fare parte in Italia non ne parlare i soldi miei ora tutti al/'estero» -dice perché in Italia se gli devono dare i soldi allo Stato – dice – me ne fotto degli investimenti". Gli ho detto: "diglielo a tuo cognato anche una minima quota che con il nome suo andavamo avanti anche noi. "fammi studiare". gli ho detto io: "però se fai tutte cose tu, se ti fanno amministratore delegato". Dice:" A me mi facevano in una società a Milano – dice – dove amministrano 4 miliardi l'anno di… fatturato". "Vedi – gli ho detto io – Antonio, vedi che puoi impostare, sappi che io ci sono",

Omissis

Giuseppe Bagalà continua a discutere delle spese della Sorical e degli operai e alla sua volontà di acquisire delle quote societarie.

Ecco come prosegue il discorso.

Giuseppe Bagalà: “Mi ha detto: "Sono falliti quei venti milioni del/a Regione …inc.le …". &
quot;Ma Scopelliti?". Dice: "Andiamo da Scopelliti và questo pupo dell'amministratore delegato e gli risponde di parlare di tutto con Gentile. Parliamo con Gentile…inc.le … Scopelliti ci ha mandato un giornalista per dargli 2000 euro al mese e viene un giorno ad ora -dice- e la settimana, cosi a consulenza -dice – neanche per un 'ambasciata é stato buono, a portarci". Che poi se dava una mano Scopelliti c'era un filo perché se erano locali gli dicevano "Che cazzo vuoi due impiegati, tre…", va questo pupo qua che non sa parlare e gli dice: "Siamo in difficoltà" A quello gli dice: "E che volete?" Mentre se era locale era diverso che c'era il fatto politico, i voti, le cose… I francesi se ne fottono della società. "Ed io gliel'ho detto vedi che siamo combinati male". "Eh, mandali in liquidazione, liquidazione, fallimento. Se ci danno 15 milioni ce ne usciamo". se era una cordata locale di quattro, cinque, che potevano… andare alla regione per parlare, dare la mazzetta la cosa, vedi che diventava… una cosa che neanche i cani

Carmelo Bagalà: Una cosa già fatta

Giuseppe Bagalà: Fatto, tutto pure i soldi che si incassano tutti i giorni

Carmelo Bagalà: Una cosa già fatta

Giuseppe Bagalà: I francesi dice che se ne fottono di qua non che se ne fottono ma ai soldi ci tengono, però se ne fottono. Loro fatturano 20 miliardi di euro all'anno, pensano alla Sorical?

Omissis: i due parlano di come avrebbero gestito loro la Sorical.

Giuseppe Bagalà: gli ho detto: "per me rispondi tu per 5 milioni me la vedo io. trovane al tri due". dice:"va bene ora vediamo". "per 5 milioni -gli ho detto – una quota di 5 milioni me la prendo io". là li avanzo. gli ho detto: "però questa ristrutturazione …”

Ora mi fermo. A breve per il seguito.

4 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 16, 19 e 21 marzo)

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • bartolo |

    signor Lucisano,
    sicuramente calunniare non giova a nessuno…ma, certamente gioverà ai calabresi per rendersi conto che qualche onesto, aldilà dei poveri, in calabria come nel resto d’italia, è sempre più difficile trovarlo.

  • Gianluca Lucisano |

    Salve dott. Galullo,
    me lo consente un off-topic (non troppo off, per la verità!)?
    In un contesto politico, come quello calabrese, per il quale sarebbe più giusto dire, citando il comico, che la politica si è infiltrata nella ‘nrangheta e non viceversa, le pare istituzionalmente corretto ed ammissibile che un assessore (all’Urbanisitica, settore molto sensibile a Reggio Calabria), durante la conferenza stampa in cui annunica le proprie dimissioni a causa di rapporti familiari imbarazzanti (inchiesta “Lancio”, per intenderci) possa attaccare, da par proprio, membri dell’opposizione, paventando sospetti gravissimi, alludendo con tono minaccioso, dicendo, in sostanza: Io so, ma non parlo; ma se parlassi…”. Apprezziamo il gesto (le dimissioni), pratica oramami caduta in oblio nella politica italiana; ma, mi scusi, un approccio allusivo e tendenzioso, non è del tutto fuori luogo nel contesto di cui si tratta?
    Un tempo, chi si dimetteva, dichiarava la propria onestà, la propria fiducia nel corso della giustizia ed andava via. Ma l’allusione calunniosa, proveniente da una figura istituzionale a chi giova?
    Già, a chi giova…?
    Distinti saluti.
    Gianluca Lucisano

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