Cari lettori da alcuni giorni sto riflettendo – prendendo spunto dal coinvolgimento della Sorical, la società di gestione idrica della Regione Calabria partecipata dai francesi di Veolia – sulla mano pubblica nell’economia e sul galoppante rischio corruzione.
Lo faccio perché con l’operazione Ceralacca il 7 marzo la Procura e la Gdf di Reggio Calabria hanno accertato che alcuni funzionari pubblici consentivano ad alcuni imprenditori di accedere alla cassaforte dove erano conservate le offerte delle varie ditte che partecipavano alle gare di appalto. Gli imprenditori prendevano tutto l'incartamento e lo portavano nei propri uffici dove, dopo avere rimosso la ceralacca sulla busta (ecco dunque il nome dell'operazione), controllavano le offerte degli altri e inserivano la propria che risultava quindi la migliore. Poi richiudevano la busta e la sistemavano al proprio posto in cassaforte. Così facendo, quattro imprenditori riuscivano ad aggiudicarsi le gare di appalto.
Sorical sembra – da quanto emerge da indagini, intercettazioni e riscontri – un terreno di conquista per un motivo molto ma molto semplice: gestisce appalti miliardari e garantisce un ritorno economico straordinario agli investitori. Nelle pieghe delle ingenti risorse non è possibile dunque solo speculare ma anche arricchirsi. Da qui partono i propositi (millantati? reali?) degli imprenditori della Piana di Gioia Tauro Bagalà (arrestati) che vogliono (millantano?) scalare la società.
IL RUOLO DEL PRESIDENTE-CANDIDATO SINDACO
Sergio Abramo nato a Catanzaro il 29 marzo 1958 è, come abbiamo visto in lungo e in largo, il Presidente del Consiglio di amministrazione di Sorical. Ma è anche il candidato sindaco per il Pdl per il Comune di Catanzaro ed è uno dei personaggi più in vista di questa città.
L’8 marzo ha smentito categoricamente la disponibilità (mai rappresentata, dice) a far parte di una cordata pronta a rilevare la quota privata di Veolia. «Intendo affermare con fermezza – ha scritto Abramo – che non sono mai stato interessato ad acquisire quote della Sorical con chicchessia, non solo perché in qualità di presidente non avrei potuto farlo, ma anche perché non è un settore che ha mai fatto parte della mia attività imprenditoriale, né del mio gruppo. È vero che, da presidente della Sorical, mi sono adoperato da molti mesi per sostituire il gruppo Veolia che ha manifestato l’intenzione di cedere le proprie quote. Per tale motivo ho pensato ad un gruppo ancora più forte e competente nel settore. A tal proposito mi sono rivolto al fondo di carattere istituzionale, voluto dalla Cassa depositi e prestiti, per garantire ancora di più la società Sorical. Della ricerca del gruppo privato sono informati tutte le istituzioni ed i gruppi politici di maggioranza ed opposizione e la cosa ormai è divenuta notizia di dominio pubblico. Pertanto, qualsiasi insinuazione dovesse essere fatta, atteso il particolare momento politico sarebbe un volgare tentativo di strumentalizzare fatti che, per quel che riguarda la mia persona, mi sono completamente estranei».
COMMISSIONE D’INCHIESTA
In questo quadro a dir poco allarmante si inserisce la richiesta avanzata dal consigliere regionale Mario Maiolo di istituire una commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sulla vicenda della Sorical. Una proposta fatta propria anche dal consigliere regionale di Italia dei valori, Giuseppe Giordano. «Dinanzi a questioni cosi delicate – dice Giordano – all'abbandono del socio privato, Veolia, all'impegno del suo presidente, Sergio Abramo, candidato a sindaco di Catanzaro, alla molteplicità di incertezze, anche la maggioranza di centrodestra in Consiglio dovrebbe convenire sulla proposta, al fine di segnare qualche linea di discontinuità finalmente seria tra presente e passato. Invece sulla Sorical, come purtroppo accade per tantissime altre importanti vicende, assistiamo al sommarsi di problemi vecchi e nuovi e alla perdita di orientamento per questa Regione». Secondo Giordano «i problemi della Sorical non nascono oggi, perché già nelle precedenti legislature regionali, e fin dalla sua costituzione, furono sollevati gravi interrogativi da consiglieri regionali e anche nelle scorse legislature fu proposta, con legge regionale, l'istituzione di una commissione d'inchiesta, salvo poi accantonare ogni cosa».
Ora va tutto bene madama la marchesa ma per carità di Dio Maiolo e Giordano! Assegnare l’inchiesta al Consiglio regionale vorrebbe significare solo una cosa: gettone di presenza per i consiglieri (a sbafo)! Perché – sia ben chiaro – di pensare anche lontanamente di giungere ad una conclusione, nemmeno se ne parla. Quando c’è da proteggersi e annientare le insidie che arrivano dall’esterno (figuriamoci dalla magistratura!) i consiglieri (di qualunque partito e di qualunque Regione) sono pronti a serrare le fila e salvarsi chiappe e poltrone.
Maiolo, Giordano: lasciamo che la Giustizia faccia il suo corso. Voi pensate a far risparmiare qualche euro ai calabresi cancellando dalla vostra mente l’idea di una Commissione d’inchiesta (ma fosse anche solo d'indagine!). Come classe politica calabrese ne spendete già a sufficienza per sfamare – si diceva una volta – il Biafra!
4 – to be continued (le prime puntate sono uscite il 16, 19 e 21 e oggi 22 marzo)
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