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Primo piano, stanza 17. Sono le 15.10 del 12 agosto 2010. Dire che fa caldo è dir poco.
Dentro quella stanza del Tribunale di Forlì fa ancora più caldo quando entra l’allora Segretario di Stato alle Finanze della Repubblica di San Marino, Gabriele Gatti, dal 1° ottobre e fino al 1° aprile 2012 Capitano Reggente della Serenissima.
I magistrati Fabio Di Vizio e Marco Forte lo vogliono ascoltare come persona informata dei fatti. Qualche giorno prima infatti, Mario Fantini (scomparso il 22 marzo di quest’anno), per una vita amministratore delegato della Cassa di Risparmio di San Marino, aveva depositato a Forlì una confusa cassetta (sulla quale renderà approfondimenti spontanei) nella quale aveva registrato un suo colloquio, avuto nel febbraio 2009, con lo stesso Gatti, il Segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni, Gilberto Ghiotti (ex presidente della Cassa di Risparmio di San Marino) e l’avvocato Princivalle.
Di quel file audio – che sul Titano ha avuto una grossa eco ed è stato persino trasmesso a più riprese in occasioni pubbliche – si capisce poco o nulla. Tra ronzii, balbettii, rumori di fondo, l’uso libero della lingua italiana, mezze frasi e mezze parole, c’è chi vuol far intendere che in quella registrazione ci sarebbe o ci potrebbe essere, chissà, la prova di una possibile tangente finita chissà dove e chissà a chi nella vicenda Sopaf-Delta-Cassa di Risparmio di San Marino. Ci sono (ci sarebbero) di mezzo 55 milioni (il corrispettivo della vendita di Sopaf) e altri 15 milioni che possono essere finiti in una società lussemburghese ma riferibili ad una famiglia del posto. Tutti? Una parte? Qualcuno avrebbe potuto fare la cresta? A San Marino si dice, si vocifera, si sussurra, si fa pettegolezzo e gossip. Del resto sono 30mila anime, se non campano di questo come ammazzano il tempo?
Chi ci capisce è bravo e allora la Procura di Forlì vuole vederci chiaro e il primo a essere chiamato è proprio Gatti. Il suo è uno show a ruota libera. Contro Fantini.
SI PARTE DA LONTANO
Gatti parte da lontano. Ricorda che a fine dicembre 2008 anche in ordine alle vicende Asset, il Governo sammarinese si era trovato di fronte ad una situazione delicata. Si avvertiva la preoccupazione che potesse succedere qualcosa anche nei confronti della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Banca d’Italia era tirata come una corda di violino.
La tensione tra l’Italia e San Marino si tagliava con l’accetta ma – per quanto possa sembrare incredibile – Gatti dichiara che a San Marino la vicenda che coinvolgeva la Cassa di Risparmio e Delta non era assolutamente percepita. Bum!
Fatta questa lunga premessa Gatti comincia ad analizzare il “fenomeno” Fantini.
E si, proprio di fenomeno deve trattarsi, perché Gatti lo dipinge come una specie di “intoccabile”. “Scoprimmo – dichiara – una serie di corrispondenze riservate tra Fantini e il Governo che ci ha preceduto”.
Gatti insiste è dice che Fantini “era il padrone e gestiva le somme come voleva”. E il ruolo della Fondazione? gli chiedono i pm. “Non è che in Fondazione ci fossero persone di chissà quale preparazione”, Gatti risponde. E continua: “…non competevano con Fantini…erano lì, si prendevano il gettone…”.
E per chiarire che Fantini faceva quel che voleva dichiara: “C’erano delle cose che non quadravano, certe operazioni…C’è una lettera in cui Fantini dice che se ne frega della Cassa di Risparmio…Faceva transitare 150 milioni al mese verso Delta…Fantini aveva potere, gestiva contributi, assunzioni, gettoni e stipendi significativi…”.
Presa la discesa Gatti va a ruota libera anche se seguirlo non è facile perché salta facilmente di palo in frasca: “Cercammo di parlare con Banca d’Italia ma la cosa non era facile. Contattammo anche la Banca Centrale. Fantini ha sempre avuto il ruolo primario nella Cassa. La Fondazione era inesistente sotto il profilo del controllo minuto dell’operatività dell’istituto. I nostri accertamenti su quello che stava accadendo segnalavano che Fantini diceva che era tutto in ordine mentre Banca Centrale riferiva che c’erano alcune cose che non andavano ovvero poneva in dubbio la regolarità dell’assetto del gruppo Delta …Questi nostri accertamenti furono eseguiti nel mese di dicembre 2008 e gennaio 2009. In ordine al blocco dei pagamenti ci muovemmo contattando il ministero degli Esteri e delle Finanze ma ho avuto contatti anche con Banca d’Italia”.
IL SUSSEGUIRSI DI INCONTRI
Gatti qui comincia a raccontare una girandola di incontri con l’imprenditore romano Vittorio Farina che incontra attraverso tal Del Pino (potrebbe essere Paolo Dal Pino, ex numero uno di Wind?) che ha sposato la figlia di un ambasciatore italiano a San Marino. Farina dice secco a Gatti: “ho il mandato da parte dei Magnoni a vendere le sue quote in Sopaf e in cambio di questo è anche pronto a ritirare la sua denuncia contro la Cassa di Risparmio…”
Quando esce dall’incontro Fantini chiama Ghiotti ma non Fantini che si ritiene “l’intoccabile, la vittima. Tutto quel che non viene da lui è il frutto della perversione…”. Addirittura! Minchia e chi era ‘Fantini, il supervisore dell’italico bunga-bunga?
Poi, in un crescendo di appuntamenti che vi risparmio perché c’è da perdersi, Gatti e Ghiotti incontrano Fantini ma lui, più duro della capoccia di una calabrese nato da un sardo e un’abruzzese, non ne vuole sapere di incontrare i Magnoni, dei quali ne dice di ogni. “Ma sei sicuro?” gli dice Gatti e Fantini di rimando: “Sì sono tranquillo e se ci saranno problemi saranno problemi miei”. Li, chiosa Gatti di fronte ai pm di Forlì, “abbiamo avuto quasi una zuffa…”.
Volete saperne di più della vicenda Sopaf-Delta-Cassa di Risparmio di San Marino? Non perdetevi la prossima puntata che
, ad ore, metterò in linea.
1 – to be continued
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.10 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.