Elenchi massoni/ Nessuno batte la Calabria nelle affiliazioni: 1 ogni 293 residenti! – Ecco i numeri regione per regione

Con legittima forza e veemenza il Gran maestro del Goi Stefano Bisi nell’audizione del 18 gennaio in Commissione antimafia ha negato che la Calabria sia la regione con il maggior numero di affiliati e lo ha fatto anche di fronte al diverso e altrettanto veemente pensiero della presidentessa Rosy Bindi. La Calabria – ha ricordato Bisi – è terra di antica tradizione massonica, i fratelli operano per il meglio e non è giusto criminalizzare alcuna regione. Sacrosanto ma l’interesse della Commissione, ha ricordato Bindi, è legato al fatto che si domanda come mai ci siano così tanti iscritti in una regione a così forte predominio mafioso e travolta da indagini su massoneria deviata e cosche.

Ora le parole sono parole, i fatti restano fatti.

Eurispes il 29 gennaio 2015 (con dati riferiti a giugno 2014 e stimati in retrospettiva a tutto il 2014), ha infatti presentato un rapporto sulla massoneria (Basilicata esclusa).

Leggo e trascrivo testualmente e fedelmente dal comunicato del 10 aprile 2015 sul sito del Goi relativo al rapporto dell’Eurispes: «Sempre più giovani bussano ai templi del Grande oriente, che cresce al ritmo di 700 nuovi affiliati all’anno: un vero e proprio record tra le obbedienze libero muratorie di tutta Europa. E’ il dato che emerge dal rapporto 2015 dell’Eurispes “Italia: burocrazia il ‘grande fardello’”, che dopo la presentazione a Roma il 29 gennaio scorso, è stato riproposto al Palacongresso di Rimini in occasione della Gran Loggia tra gli eventi organizzati dal Servizio Biblioteca. Un numero destinato ad aumentare: dal primo gennaio di quest’anno infatti, fino al 31 marzo, in soli tre mesi, dunque, come ha riferito il Gran maestro Stefano Bisi, le richieste sono state 701…».

Se la vista non inganna e la matematica non è un opinione, sullo stesso comunicato si legge poco dopo: «Quanto alla diffusione geografica sul territorio, le regioni che presentano il maggior numero di affiliati sono la Toscana, con 3.075 liberi muratori; la Calabria con 2.702…».

Quindi – già a livello assoluto – è il Goi (e non la Commissione antimafia o questo umile e umido blog) a certificare che, in questa classifica, la Calabria se non è al primo è comunque al secondo posto in valore assoluto per numero di iscritti.

Ma – ed è quello che interessa alla Commissione parlamentare e chiunque abbia logica – qual è il dato più vero e realistico tra numero di fratelli e residenti in una singola regione?

Beh, amati lettori di questo umile e umido blog: non c’è storia, non c’è partita. Calabria uber alles. Stacca tutti, seguita a ruota solo dall’Umbria.

In Calabria c’è un “fratello” del Goi (se poi ci mettiamo anche quelli delle altre Obbedienze…) ogni 293 residenti maschi (le donne non possono iscriversi al Goi) compresi tra 18 e 99 anni. In pratica uno per condominio.

Per dire: il Veneto – fanalino di coda – conta un fratello ogni 3.714 residenti. La media italiana è un fratello del Goi ogni 1.030 residenti maschi e maggiorenni.

La Toscana – che ha una tradizione e una forza massonica incredibile soprattutto nella politica, nel giornalismo e nel settore creditizio  – è al terzo posto: uno ogni 484 residenti.

Ecco la classifica completa rielaborata da questo umile e umido blog prendendo come fonte i dati dei fratelli del Goi (Eurispes) e i residenti da 18 a 99 anni (Istat a fine 2015).

  • Calabria 2.634 fratelli, uno ogni 293 residenti (dati fine 2015 forniti da Bisi in Commissione antimafia il 18 gennaio )
  • Umbria 975 fratelli, uno ogni 362
  • Toscana 3.075 fratelli, uno ogni 484
  • Sardegna 1307 fratelli, uno ogni 517
  • Liguria 964 fratelli, uno ogni 645
  • Marche 965 fratelli, uno ogni 760
  • Piemonte e Valle d’Aosta 2011 fratelli, uno ogni 891
  • Sicilia 2.208 fratelli, uno ogni 938 residenti (dati a fine 2015 forniti da Bisi in Commissione antimafia il 18 gennaio)
  • Lazio 1971 fratelli, uno ogni 1.159
  • Friuli Venezia Giulia 343 fratelli, uno ogni 1.418
  • Emilia Romagna 1.149 fratelli, uno ogni 1.522
  • Puglia 989 fratelli, uno ogni 1.596
  • Abruzzo e Molise 363 fratelli, uno ogni 1.806 residenti
  • Campania 1.073 fratelli, uno ogni 2.063
  • Lombardia 1.838 fratelli, uno ogni 2.134
  • Trentino Alto Adige 136 fratelli, uno ogni 2.990
  • Veneto 526 fratelli, uno ogni 3.714

Italia 23.000 fratelli uno ogni 1.030 residenti.

Le parole sono parole. Questi numeri sono fatti.

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • Roberto Galullo |

    Egregio De Gasperis nel ringraziarLa ancora per la squisitezza dei toni e l’armonia delle argomentazioni, Le debbo confessare che la mia frase non ha alcun “retroscena” interpretativo. Nessuno. Ho solo voluto mettere un punto fermo sul rapporto massoni Goi/residenti e ricordare anche i numeri (assoluti) di un organismo (Eurispes) sempre sulla stessa vicenda (i numeri dei massoni Goi). Il resto, appunto, sono solo parole e dialettica contrapposta: di Bindi e Bisi. Nessun intento in assoluto da parte mia di vedere nulla oltre quei numeri (non è mio compito ma lo è della Commissione che, appunto, ha chiesto conto anche di questo e Bisi ha risposto come ho pedissequamente trascritto) ma quei numeri sono fatti (le affiliazioni tali sono, dietro un numero c’è una persona, anzi prima del numero). In sintesi: la matematica non è un’opinione. Le parole si.

  • diogenepitagora |

    “Ora le parole sono parole, i fatti restano fatti”
    “Le parole sono parole. Questi numeri sono fatti”

    Gentile Dottor Galullo, buonasera .
    Le confesso che stasera sono in forte imbarazzo perché , da quando la seguo sul suo “Umile ed Umido Blog” , forse per la prima volta, mi sfugge un passaggio chiave del Suo articolo. Non entro nel dettaglio dei numeri riportati , ne nel delicato momento che vede l’On. Bindi affrontare incontri singolarmente con le varie Obbedienze Massoniche , incontri dai quali continuo a sperare che scaturisca un quadro più lineare e limpido della situazione con rapporti reciproci di maggiore serenità .
    Mi soffermo invece sulle due frasi che mi sono permesso evidenziare nell’incipit del mio commento :
    “Ora le parole sono parole, i fatti restano fatti” – “Le parole sono parole. Questi numeri sono fatti”

    Mi soffermo sulla prima frase : “Ora le parole sono parole, i fatti restano fatti”
    Netta sembrerebbe la distinzione tra parole e fatti e, messa così, la frase sembrerebbe dare maggior peso ai fatti sulle parole ( mi scuso se ho inteso male il senso ) .
    Ma noi sappiamo che fatti che sembravano incontrovertibili, grazie al sapiente uso delle parole poste al servizio della logica, hanno assunto significati del tutto diversi da quel che sembravano .
    Grazie alle parole, innocenti sono stati assolti malgrado i fatti (apparentemente ) li condannassero;
    Per colpa di parole di una sentenza che si basava su fatti o prove di fatti di apparente colpevolezza, innocenti sono stati condannati .
    Quindi Parole e Fatti assumono pari dignità .
    La “Parola” è uno strumento delicato , e quando la si usa va posta molta attenzione anche nelle scelte linguistiche e di conseguenza il loro senso, inteso come comunicazione, è un fatto anche profondamente etico .
    La stessa etica parrebbe non essere pertinente al “Fatto”, o forse si, qualora si sia in presenza di un “Fatto” riportato da altre fonti e di cui non si sia stati testimoni oculari ?
    Quando apprendiamo di Fatti non possiamo , almeno così credo, scinderli dalla credibilità della persona che ce li riporta , ma purtroppo la credibilità che attribuiamo a una persona non è “oggettiva” ma “soggettiva”: dipende da come la nostra mente è fatta in termini di ricordi, emozioni, esperienze, capacità logiche, ecc.

    Purtroppo al giorno d’oggi tutto ci appare “Soggettivo” e questa “Soggettività” mi pare ancor più palese nella seconda frase “Le parole sono parole. Questi numeri sono fatti” .

    Non sono molto convinto che questa frase, pur bella nella sua musicalità, assuma valore incontrovertibile .

    Le Parole sono Parole , e vanno accolte, condivise o confutate .

    i Fatti restano quel che sono e che ci vengono riferiti da altri fino a diversa ricostruzione e/o conferma .

    I Numeri sono quel che sono, Numeri che possiamo certamente non modificare ma , questo si, leggere anche in maniera differente secondo il nostro soggettivo punto di vista .

    Lei lega il rapporto popolazione della Calabria /Logge Massoniche sposando la tesi dell’On. Bindi, che lo riferisce all’alta concentrazione di fenomeni criminali in quella terra ?

    Può essere vero o forse lo è, ma forse anche no, perché quel numero non è di per se “quel fatto”, perché lo stesso numero statistico può essere anche letto come l’elevato indice del bisogno di cittadini onesti di cercare in altre realtà del proprio territorio quei principi di Libertà ed Uguaglianza che proprio le Organizzazioni Criminali soffocano in quella martoriata terra .

    Lei avrà certamente dalla sua la conoscenza della realtà , io la speranza della vecchiaia.
    Grazie .

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