Il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo presenta la zona grigia della ‘ndrangheta: “Polizia, Carabinieri, Gdf, magistratura”

Nei giorni scorsi alcuni media locali calabresi hanno dato buon risalto alle riflessioni che il procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, ha fatto in Commissione parlamentare antimafia il 26 giugno.

Tra queste, molto interessanti sono quelle sulle mutazioni della 'ndrangheta,

la sua pervasività e l'area grigia. "Cominciamo a capire perché può darsi che prima non riuscissimo a capirlo – ha detto Lombardo con affermazioni che destano più di un allarme sui ritardi della magistratura nella comprensione dei fenomeni sociocriminali – e che non fosse oggetto d’investigazione. Probabilmente deve essere oggetto di maggiore estensione. Io vedo allargata quest’area grigia e me lo dimostrano le esperienze di Reggio Calabria, di Catanzaro, dove non siamo ai livelli di Reggio Calabria, ma ormai in ogni inchiesta c'è sempre qualcuno che fa il referente delle cosche, che appartiene alla Polizia, ai Carabinieri o, magari, alla Finanza. Quest'area è cresciuta, anche se, siccome non si macchia di sangue, non è nemmeno avvertita come appartenenza criminale. Probabilmente c'è gente che nel fare determinate cose non riesce a capire – o lo riesce a capire e fa i suoi interessi, ben consapevole di questo – la delicatezza di questi rapporti e contatti continui che si hanno con soggetti che sono mafiosi in senso stretto. Quest'area non è definibile a priori".

E come se non bastasse Lombardo passa all'analisi sociologica (lui che dice che analisi non ne vuole fare), passando prima per una frecciata alla "categoria". "La 'ndrangheta – ha detto infatti Lombardo è capace di infiltrarsi in tutti i settori; la politica, la magistratura e le istituzioni. Non c'è nessuno che può sottrarsi ed evitare il rischio; deve rispondere, reagire ed utilizzare i suoi freni inibitori. I modi per ottenere un risultato sono tanti e diversi; possono essere la blandizia, l'offerta, la controprestazione, quasi su un piano di legalità, quasi fosse una prestazione di pari livello. Se non si ottiene quello che si vuole (un assenso in un permesso, un parere favorevole in una procedura amministrativa) con le buone, allora si passa alle cattive".

A domani cari lettori, con la prima parte della riflessione sulla "gara" in corso per la poltrona che fu di Pignatone Giuseppe a Reggio Calabria.

  • Roberto Molinaro |

    E’ proprio in quest’area che bisogna colpire ma nessuno lo fa. In particolare a Lamezia Terme. Sara’ un caso?

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