Conto alla rovescia per la zona franca della legalità di Caltanissetta che già richiama l’interesse di imprese del Nord

Questo mio articolo è stato pubblicato mercoledì scorso sul Sole-24 Ore nel “Rapporto Sicilia”. Lo ripropongo per i lettori del blog che lo avessero perso

Cosa nostra a Caltanissetta, da rurale è diventata imprenditrice. Cosa nostra, qui, vede sgretolarsi, una dopo l’altra, le certezze che aveva accumulato: connivenza della politica, paura della gente e mano tesa dell’imprenditoria che agisce fuori dalle regole del libero mercato e sopravvive di finanza pubblica.

Che Caltanissetta non sia più un fenomeno passeggero nella geografia della rivalsa economica e sociale non solo siciliana, lo si è capito bene dal 2004 quando – grazie a un pugno di imprenditori  – diede vita a una rivolta delle coscienze che inaugurò una nuova stagione di rinascita che contagiò Confindustria Sicilia prima e quella nazionale poi. Quell’inizio lo ha ricordato anche Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda che, all’epoca, con una società del Gruppo Eni, firmò un protocollo di legalità nel polo petrolchimico di Gela. “Firmai un accordo – rammenta – e subito mi resi conto che non era di facciata ma era una tessera di un puzzle di legalità”.

Il passo avanti è la zona franca della legalità in 22 Comuni dell’area, 4 in provincia di Agrigento e uno in quello di Enna . Dopo il parere favorevole del Viminale nulla osta alla delibera con la quale la Regione Sicilia, che ha già stanziato 50 milioni, approverà a giorni le agevolazioni per le imprese: esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque periodi di imposta, decrescente del 10 % all’ano per gli anni successivi; esenzione dall´Irap per i primi cinque periodi d´imposta, fino all´imponibile di 300mila euro per ciascun periodo; esenzione dall´ex imposta comunale sugli immobili per i primi 5 anni; esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per i primi 5 anni e decrescente del 10% per quelli successivi.

Pretendiamo – dichiara al Sole-24 Ore Salvatore Pasqualetto, segretario provinciale della Uil e presidente del Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità – che l’assegnazione delle risorse sia affidata alla prefettura di Caltanissetta di concerto con il nostro Tavolo di regia affinchè si selezionino capacità imprenditoriali e progetti credibili. La società civile è pronta a ospitare queste imprese”.

Il pensiero di Pasqualetto e dell’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, che ha creduto subito al progetto, va subito alle imprese italiane che delocalizzano e che cercano innanzitutto convenienza sulle tasse da pagare e sulla manodopera. “Saremmo disponibili – spiega Pasqualettoa parlare di salario di ingresso visto che la provincia ha un tasso di lavoro nero pari al 36%. Chiederemo inoltre alla Regione di affittare le aree a prezzi politici e non di mercato”.

I primi contatti per dare subito forma e sostanza alla zona franca sono in corso. “Un’ impresa di trasporti dell’Emilia che ha interessi in Nord Africa – conclude Pasqualetto – ci ha informato che vorrebbe fare qui una base logistica”.

r.galullo@ilsole24ore.com

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