Quelle pagine strappate dalle carte dei Pm di Salerno, Loiero Agazio, i magistrati amici, il complotto burla e la “corte” di Saladino

Sentivate la mancanza delle mirabolanti puntate della telenovela calabro-campana Why Not? Restare per qualche giorno a digiuno delle avventure del prode Saladino, di Loiero Agazio, il Governatore che vive nello spazio (politico, ovvio) e del bel tenebroso Luigi De Magistris vi ha provocato crampi allo stomaco? Dolori muscolari? Un incolmabile sensazione di vuoto?

Non temete temerari amici di blog. Rullo di tamburi (fate finta di sentirli) e voilà: eccomi pronto a voi per scodellarvi un’altra puntata della serie originale con nuovi e inediti episodi.

Il titolo di questa puntata è “Why not e le pagine strappate”. Brividi eh…Curiosi eh…Immagino.

Riassuntino delle puntate precedenti. C’era una volta la Procura di Salerno contro la Procura di Catanzaro (o viceversa. Lo sottolineo perché altrimenti qualche fantasioso lettore potrebbe accusarmi di non aver scritto il contrario e di aver dunque preso posizione a favore dell’una o dell’altra!).

Una guerra combattuta senza esclusione di colpi. Del resto che volete che sia: la posta in palio è solo il futuro della democrazia, della corretta dialettica tra poteri dello Stato e della libertà di stampa. Bazzecole. Pinzillacchere direbbe il principe Antonio De Curtis, in arte Totò.

E in questa guerra fatta di sequestri, contro sequestri, arbitri che diventano calciatori, calciatori che prendono a pedate gli arbitri e indagati che escono alla chetichella dall’indagine avocata al bel tenebroso, accade che dell’inchiesta non frega più niente a nessuno. Peccato perché in filigrana si possono leggere le straordinarie avventure della nuova P2, al lavoro per colpire il cuore dello Stato dall’interno.

Così come in filigrana –  Luigi De Magistris questo sosteneva – si possono leggere anche le trame del comitato di affari massonico-affaristico-politico-delinquenziale che da anni sta inquinando la Calabria. E la puzza di quelle ricette si spande su per l’aere da Lamezia a Roma, su su fino a Milano.

LE PAGINE STRAPPATE DAL DECRETO DI SALERNO

Se vi andate a vedere sui siti (cito quello del giornalista del Corriere della Sera www.carlovulpio.it) troverete le 1.400 e rotte pagine del decreto con il quale la Procura di Salerno ha messo sotto accusa determinate leggerezze dei colleghi di Catanzaro. Le pagine sono tutte?

Nossignori. Non ci crederete ma ho trovato le pagine che mancano – pazzesco: nessuno di noi si era accorto che mancavano – e le metto a disposizione allegandole a questo post in modo che ciascuno possa leggerle (sapete com è: qualche “lettore San Tommaso” può credere che me le sia inventate).

Qualcuno (penso anche di sapere chi) le ha strappate dalla copia consegnata ai giornalisti e che ha fatto il giro di mezza Italia. Perché lo ha fatto? Un’idea ce l’ho (vedete come son bravo, ve lo dico subito che è un’idea e non un fatto): perché il suo nome ricorre come parte attiva di un’amicizia con l’indagato principale Antonio Saladino (e secondo me non c’è nulla di male. O no?). E poi perché quelle pagine non sono cosi insignificanti –  a mio parere – nel gioco a scacchi tra accusa e difesa. Ci sono testimonianze e fatti scomodi che possono mettere in difficoltà più di un indagato.

LA LETTERA AL COMPUTER E LE PRESSIONI SU LOIERO

A pagina 781 della escussione del teste Caterina Merante, la Procura di Salerno comincia a raccogliere informazioni su una lettera spedita al Governatore della Calabria Loiero Agazio. La lettera conteneva notizie sul numero di persone psicolabili che lavoravano intorno alla galassia del Consorzio Brutium. Una lettera che doveva servire a convincerlo della bontà del lavoro degli interinali, compresi i malati di mente.

In quella lettera  – almeno così dichiara Caterina Merante – a spendere una parola buona con Loiero dovevano essere…E qui viene il bello. Dovevano essere Mariano Lombardi, Salvatore Murone e tal Garofalo: tre magistrati. Uno a capo della Procura di Catanzaro (ora non più), l’altro era il suo vice e l’ultimo dovrebbe essere il presidente del Tribunale di Lamezia (uso il condizionale perché dalle dichiarazioni e da quel che leggerete a pagina 851, che più avanti commento, si intuisce ma potrei sbagliare e dunque chiedo scusa e mi dichiaro pronto, nel caso la mia supposizione fosse errata, a rettificare non appena ne avrò notizia).

Nessuno sa se quelle lettere (testo uguale, diversi i destinatari) e materialmente scritte da persone intime di Saladino (a capo della galassia di società che nutriva e si nutriva di rapporti politici e imprenditoriali) siano state consegnate dai tre a Loiero. A mio giudizio – indipendentemente dalla reale consegna che comunque non rappresenterebbe alcuna ipotesi di reato – testimoniano lo stretto rapporto tra il Governatore e i magistrati (per molti sarà anche logico, per me no visto che i poteri vanno sempre e in qualsiasi occasione tenuti distinti e separati). Senza tener conto di ciò che Luigi De Magistris farà mettere a verbale sui rapporti tra politica, lo stesso Loiero e i magistrati (ivi inclusi Lombardi e Murone). E sulle tante stranezze originate.

E nessuno dunque sa se i 3 (+ 1 e poi lo vedremo) sono riusciti a impietosire Loiero Agazio e fargli prendere a cuore le sorte degli psicolabili che lavoravano per le varie società riconducibili a Saladino grazie alla munificenza della Regione Calabria. In realtà i malati di mente da confermare al proprio posto di lavoro o da evidenziare nella loro attività agli occhi dei governanti calabresi, secondo me servivano come foglia di fico per salvare il resto della truppa, da anni assunta come interinale e poi avvantaggiata da proroghe su proroghe.

LA SUPERTESTE MARSILI E IL COMPLOTTO DA MONTARE…

… E SMONTARE

Forse alcuni di voi ricorderanno che su questo blog il 1° febbraio ho scritto un post svelando notizie e fatti inediti sulla registrazione di un colloquio avvenuto il  26 giugno 2007  tra Antonio Saladino e la superteste Daniela Marsili. In quella registrazione lo scopo era quello di far parlare (a sua insaputa) la teste in modo da usare argomenti a difesa di Saladino.

A mio giudizio furono molte di più le cose interessanti dette da Saladino. La Marsili ha detto cose “gossippare” di scarso rilievo e alcune totalmente fantasiose o a ruota libera.

Di argomenti che potessero avallare la ricerca di un complotto ai danni di Saladino – secondo me, ripeto, era questa la trama di quella registrazione avvenuta in un bar di Lamezia Terme – pochi o nulli.

Ora, però, avendo trovato le pagine mancanti della deposizione avvenuta a Salerno il  2 gennaio 2008 della superteste Daniela Marsili capisco perché una manina ha fatto sparire 5 pagine dell’interrogatorio reso nella città campana.

In sintesi (chi vuole può andarsi a leggere l’allegato intero e potrà dunque anche sbertucciarmi se riesce a dimostrare che la mia è una sintesi sbagliata) la Marsili dichiara che le reali intenzioni di due personaggi che cita (vi lascio la sorpresa dei nomi) erano, testualmente, quelle di “farmi rendere dichiarazioni circa l’esistenza del presunto complotto, facendomi affermare in particolare che il dottor De Magistris avesse stravolto il senso delle mie dichiarazioni. A quel punto il mio compagno mi sconsigliò vivamente di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione avendo egli da me ottenuto la precisa assicurazione che le dichiarazioni da me rese al dottor De Magistris erano state dallo stesso assunte in maniera assolutamente libera e veritiera. Mi parve chiaro che la condotta dell’Avvocato…(suspence, mistero, andatevi a leggere il cognome tra le carte allegate a pagina 843 n.d.a)  e del Saladino fosse in realtà finalizzata a screditarmi e a delegittimare l’operato del dottor De Magistris. A quel punto decisi di lasciare lo studio ed io ed il mio compagno ci facemmo riportare dal Saladino a bordo della sua autovettura presso la sede della Need dove avevamo parcheggiato la nostra auto”.

Ora non ci vuole molto a capire che Marsili e il suo compagno (che talvolta chiama marito, ma che altri non è se non il magistrato Giuseppe Greco, che dovrebbe svolgere ora le sue funzioni a Cosenza) sentono puzza di bruciato e non si prestano ad alcun secondo fine (questa è almeno la dichiarazione resa da Marsili che tutti voi potrete leggere come ho fatto io).

LA LISTA DEGLI AMICI DI SALADINO

Un’altra pagina scomparsa dalla copia che gira su Internet (certo è che la Procura di Salerno non l’ha diffusa) è la n. 851.

E sapete perché? Perche tra i supposti amici di Saladino, che dovevano essere invitati ad una festa, compaiono nomi che forse la “manina” non desiderava che fossero resi noti, con a margine persino il referente che è sempre lo stesso: Saladino. L’unico nome in chiaro, a pagina 850 è quello di Giuseppe Chiaravalloti, ex mitico Governatore della Regione Calabria. Un nome che ringraziando Iddio appartiene all’archeologia politica della Calabria. Gli altri invece no: rappresentano il presente e molti di loro – Dio non voglia mai – anche il futuro.

Chi sono gli altri? Ve li dico subito e scusate se non ne cito qualcuno di secondo piano. Pino Galati, all’epoca sottosegretario all’Economia e iper-mega-super Imperatore del Pdl in terra di Calabria, padrone assoluto del Reame di Lamezia, Sandro Garofalo (presidente del Tribunale di Lamezia Terme e ricorderete che secondo Caterina Merante un Garofalo appare anche tra i destinatari della lettera di cui vi ho parlato sopra e a questo punto l’identità tra le due persone mi sembra scontata), il giudice della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Marisa Manzini e suo marito Claudio Tomasello (di entrambi ho scritto nel post del 20 novembre 2008 che vi invito a (ri)leggere), del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Raffaele Mazzotta (che compare anche tra i destinatari probabili della lettera-fotocopia da consegnare a Loiero come potrete leggere a pagina 784 del decreto e quindi potrebbe essere il quarto destinatario delle missive strappalacrime da recapitare a Loiero), del magistrato Salvatore Murone, del giudice Adalgisa Rinaldo, del colonnello dei Carabinieri Carlo Tartaglione, del consigliere regionale Alberto Sarra e dell’allora assessore regionale al Turismo Beniamino Donnici.

Ora mi domando: visto che invitare persone a una festa – fino a parola contraria – non è un reato, perché questa pagina è stata sottratta da chi ha fornito alla stampa la copia del decreto?

roberto.galullo@ilsole24ore.com

 

  • Mezzogiornocritico |

    Ci siamo permessi di postare su mezzogiorno critico LE PAGINE STRAPPATE
    http://mezzogiornocritico.blogspot.com/2009/02/quelle-pagine-strappate-dalle-carte-dei.html
    Sperando di farle cosa gradita, la salutiamo. Asterix e Obelix alla ricerca della pozione magica della verità e della conoscenza.

  • Roccuz |

    Opss.. senza aver letto i commenti avevo già mandato una mail al sito di Carlo Vulpio..

  • La Redazione di CarloVulpio.it |

    Buongiorno Galullo,
    ci permettiamo di aggiungere questo link che trovera’ sicuramente molto interessante al fine delle sue considerazioni.
    http://video.google.it/videoplay?docid=2998664110907662519&ei=zLWeScvAGYiQ2AL0lfyMDg&q=saladino&hl=it
    E’ il video di una lunga intervista rilasciata da Antonio Saldino ad una TV locale nel periodo dell’inchiesta da lei citata.
    Sperando di farle cosa gradita la salutiamo cordialmente.
    La redazione di CarloVulpio.it

  • La Redazione di CarloVulpio.it |

    Gentile Galullo,
    la ringraziamo per la precisazione, abbiamo porvveduto ad avvisare Carlo Vulpio dell’accaduto.
    Ora sistemeremo le pagine in maniera che compaiano anche quelle da lei indicate nel documento disponibile sul nostro sito.
    Carlo Vulpio si informera’ immediatamente sulle motivazioni di questo taglio e fara’ un post sul blog molto presto.
    Cordiali saluti e buon lavoro.
    La Redazione di CarloVulpio.it

  • bartolo |

    Beh… Gentile Galullo,
    stavolta … non ho nulla da obiettare… se non … farLe i Complimenti!!!

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