Salve,
mi chiamo Gioacchino Genchi e sono la persona che lei cita nel suo articolo.
Interessante e anche molto bello, specie se decidesse di ampliarlo per una fiction, magari del tipo di quella su Riina.
Solo per dovere di chiarezza (a beneficio di Pisanu, di Grasso e di Cuffaro) mi permetto di ricordarle che il mio incarico di consulenza nell'indagine "Why Not" ha avuto corso dal 21-03-2007.
Tutte le acquisizioni dei 752 tabulati di utenze ed IMEI (diconsi 752) sono state eseguite a decorrere da tale data.
Va da sé, quindi, che le acquisizioni dei 752 tabulati (spesso coincidenti con le IMEI e le SIM dei medesimi soggetti) potevano eseguirsi, per il massimo, per i 24 mesi antecedenti ai provvedimenti motivati di acquisizione disposti dal Pubblico Ministero, nei mesi successivi.
Ciò posto – senza nemmeno dover ricorrere ad una violazione del segreto procedimentale per dimostrarlo – mai e poi mai si sarebbero potuti acquisire i tabulati del 2004, quando si sono verificati gli eventi che lei ha egregiamente ricostruito.
Per il resto la ringrazio per le considerazioni simpatiche che ha voluto scrivere sul mio conto.
Su molti riferimenti dell'articolo posso dire che si è molto avvicinato ai temi centrali dell'indagine che stavo seguendo ed alle ragioni per cui mi è stata tolta, dopo l'avocazione del procedimento.
Su Grasso, su Pisanu e anche su Cuffaro, però, si è lasciato prendere la mano da troppa fantasia.
Peccato. Il resto dei temi trattati nell'articolo meritano di essere attentamente considerati e forse pure approfonditi.
Tanto le preciso, ringraziandola ancora per le considerazioni benevole che mi ha voluto riservare.
Gioacchino Genchi
Salve, mi chiamo Roberto Galullo
E sono la persona che ha scritto le riflessioni che – per una sola parte – l’hanno chiamata in causa.
Mi fa piacere – caro rotondo e simpatico vicequestore non più in aspettativa – che risponda al mio articolo con l’ironia ma mi piace ancor di più rilevare che dietro la sua ironia non c’è nulla.
Anzi, mi consenta come direbbe il suo (amico?) Berlusconi, il suo silenzio conferma tutto quanto io ho scritto e di questo la ringrazio.
Salvo una precisazione – che non precisa – per la quale farò alcune…precisazioni. Mi scusi – apparte il gioco di parole – se glielo dico ma sapevo perfettamente che non avrebbe resistito alla tentazione di rispondere alle mie riflessioni a voce alta sul blog (i blog a questo servono, per scambiarsi opinioni e al tempo stesso informare) e avevo già…in canna le risposte alle sue prevedibilissime obiezioni. Anzi le devo confessare: credevo che ne avrebbe mosse anche altre che invece non sono arrivate. Strano, molto strano.
Ma andiamo per punti.
1) Il dovere di chiarezza che la muove – nobilissimo ma mi pare che in questo momento di chiarezza ce ne sia pochissima – è (lo scrive lei testualmente) nei confronti di Pisanu, Grasso e Cuffaro. E Berlusconi che pure richiamavo nella mia riflessione che – ripeto – è un tentativo di capire di più di una vicenda oscura ma sulla quale si gioca il futuro della nostra democrazia?
Strana, molto strana la sua dimenticanza in una lettera dove – ne sono certo – avrà pesato anche le virgole tra cose da dire e da non dire. Da lanciare o da rilanciare. Da tirare o da ritirare.
2) Non avevo certo bisogno che fosse lei a dirmi che con la mia ricostruzione sulla nuova P2 vado molto vicino alla realtà. Vede, a differenza di altri pennivendoli o giornalai, io ho il difetto di pensare e leggere le carte. E le carte i-ne-qui-vo-ca-bil-men-te portano alla ricostruzione che ho fatto non già solo sul blog ma anche e soprattutto sul Sole-24 Ore.
Strano che una persona attenta come lei non abbia letto le mie inchieste su Why Not, approfondite anche sul mio blog con documenti diciamo “scottanti” che so – per certo – avere infastidito molti padroni delle vaporiere. Strano che quei documenti non siano stati ripresi neppure dalla stampa locale… Per questo ringrazio Iddio di avere un direttore come Ferruccio de Bortoli e una squadra come quella del Sole.
Ho inoltre un altro grave difetto per un giornalista (come purtroppo oggi molti intendono la mia professione): non appartengo a parrocchie o parrocchiette, non frequento il potere e ne sto alla larga. Non faccio comparsate televisive e ho un rispetto talare della mia professione: lavoro in silenzio e nel sacro rispetto delle persone e dei lettori.
La ringrazio comunque per aver messo un sigillo di legittimità – vista la stima che ho per lei, fino a parola o sentenza contraria – alla mia ricostruzione sulla nuova P2. Visto che da tempo – per quel che scrivo – rischio la vita, in silenzio, vorrà dire che rimarrà traccia di un filone sul quale scavare a fondo. E sul quale io sto scavando (ma abbiamo già detto che non se ne è accorto, preso forse dalle sue amicizie con altri giornalisti camerieri).
3) Lei – simpatico e occhio-ceruleo vicequestore tornato in Polizia – non dice una-parola-una sulla possibilità di duplicare un archivio con i tracciati telefonici: in Italia o all’estero. Non devo certo dirglielo io (che pure ho buone fonti in molte Procure) ma è quello che le imputano da anni moltissimi Procuratori e non solo. Ora si badi bene: ho parlato di una possibilità che lei abbia duplicato e custodisca i tracciati altrove e si badi altrettanto bene che non gliene farei una colpa: quando il gioco si fa duro i duri scendono in campo e sono certo che quella eventuale duplicazione o conservazione dei tabulati è la sua “assicurazione sulla vita”. Guardi le dico di più: lo farei anche io. Alle chiappe ci tengo e dunque vanno tutelate in ogni modo.
4) E qui ci riagganciamo alle sue precisazioni su Pisanu-Grasso-Cuffaro (e Berlusconi?), sulle quali faccio le mie…precisazioni. Scusi: ma chi ha parlato di tabulati Why Not con riferimento a quelle telefonate? Non io: lo fa lei ricordando la rava, la fava e le decorrenze del suo incarico. Non ho dunque assolutamente scritto che l’eventuale (e ribadisco eventuale) ricostruzione delle telefonate intercorse sia stato ricostrutito da quella indagine. Io ho solo scritto che – in molte stanze del potere giudiziario e no e lei questo lo sa benissimo – si avanza il sospetto che lei abbia i tabulati di molte tracce telefoniche per incarichi precedenti e/o per “grazia ricevuta” che consentirebbero fa-cil-men-te di ricostruire tutte le telefonate intercorse anche nel periodo 2003/2004 . In quei file ci sarebbe anche la traccia dei traffici tra le persone che ho citato e altre ancora. Del resto – mi scusi – ma tutti i giornali italiani hanno riportato che sui file in suo possesso dovuti all’incarico Why Not, ci sarebbero (il condizionale è d’obbligo) i tracciati delle telefonate del Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.
5) Ora, detto che amo la tv e dunque se dovessi pensare di proporre una fiction sicuramente la contatterò (telefonicamente?) per avere le tracce – pardon: il canovaccio – della trama, mi consenta di ribadirle i sensi della mia stima e che faccio il tifo per lei (che pure è indagato per ipotesi di reato diciamo spiacevoli). E sa perché faccio il tifo per lei? Perché da sempre tifo per la Giustizia e se lei dovesse rivelarsi un ricattatore o una persona che lancia messaggi o un infedele servitore dello Stato o un servitore di più padroni, la già scarsa credibilità degli italiani nei confronti dello Stato verrebbe meno. La magistratura ne avrebbe un colpo mortale e il ministro della Giustizia Nicolò Ghedini – cavolo, mi sbaglio sempre: volevo dire Angelino Alfano – e con lui centinaia di politici di centro, destra e sinistra, avrebbero gioco facile nel gettare nel cesso le intercettazioni telefoniche che invece sono vitali per le indagini e le inchieste. A partire da quelle di ‘ndrangheta, malapolitica e massoneria occulta che – nell’inchiesta Why Not – coincidono perfettamente.
Suo Roberto “fiction” Galullo
p.s. Dimenticavo: scrive che sulla vicenda Pisanu-Grasso-Cuffaro-e altri mi sono fatto prendere da “troppa fantasia”. Ma allora se ne togliamo un po’ di fantasia…l’impianto regge?