Bombe e delibere, affari e veleni, cosche e massoni: Lamezia apre i giochi della lunga campagna elettorale in Calabria

Per capire (alcune) cose che a breve potrebbero accadere in tutta la Calabria basta fare una tappa a Lamezia Terme.

E’ la capitale mancata della regione. Ha tutto: porto vicino, aeroporto, strade, autostrade, superstrade, un’economia agricola che sarebbe anche florida e un’area industriale (la più grande del Sud) con le pecore che pascolano all’interno. E’ fantastico vedere pecore che si aggirano tra i capannoni dove fervono le attività industriali. Non ci credete? Andateci e vi ricrederete.

Peccato che Lamezia abbia un problemino: la ‘ndrangheta. Per carità, direte voi, il problema è ovunque in Calabria. E anche altrove: ormai le cosche calabresi spadroneggiano in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale, europeo e mondiale.

Nel bene e nel male – però – Lamezia diventa spesso un laboratorio della politica calabrese. La peggiore e la migliore. Sciolta per mafia due volte per infiltrazioni mafiose, ha avuto una parentesi di un sindaco inavvicinabile: Doris Lo Moro, amicissima di Loiero (scusate l’ironia), magistrato antimafia in aspettativa, ex assessore regionale alla Sanità (ha tentato di salvare il salvabile e per questo è stata presa a pesci in faccia) e ora deputato. Bene, dopo Lo Moro un altro sindaco inavvicinabile: Gianni Speranza.

Anche Speranza, come Lo Moro, ha dunque un difetto: è (fino a parola contraria, che vale per tutti) onesto e vuole dunque proseguire nel risveglio morale e culturale della città avviato da Lo Moro, si schiera sempre per la legalità e incoraggia gli imprenditori (quei pochi) che denunciano. Sembra che si sia sempre appena svegliato e l’area stropicciata da politico indolente diventa un’arma in più. E’stato molto votato come sindaco, ma va sotto in consiglio dove la maggioranza dei consiglieri è del centrodestra (anche se in Calabria le due coalizioni si diversificano allo stesso modo in cui è facile distinguere due gemelli omozigoti che, perfidi fino in fondo, si vestono anche allo stesso modo).

I tentativi di far cadere Speranza sono innumerevoli e ora vanno avanti come un treno impazzito. Motivo? Lamezia – che sempre appetibile è stata per le cosche – sta per essere beneficiata da un mare di quattrini: come zona franca urbana e in virtù dei finanziamenti a contratti di programma, contratti di quartiere e chi più ne ha più ne metta.

Soldi a pioggia ma – come se non bastasse – c’è lo sblocco, dopo anni di attesa, dei piani di lottizzazione edilizia del Comune.

Pensate che le cosche lametine possano pazientare ancora? Pensate che – nella geografia del crimine organizzato – le cosche lametine possano dimostrare alle altre di essere meno violente e crudeli? Pensate che Lamezia – capitale della massoneria deviata calabrese, con personaggi sul filo del rasoio tra criminalità e affarismo sfrenato – possa resistere a lungo all’assedio? E pensate, infine, che le cosche non decidano di influenzare il futuro voto politico amministrativo locale, oltre che fare da apripista alle commistioni in vista delle prossime elezioni europee e regionali?

Alle prime tre domande rispondete no, alla quarta sì.

Il concentrato di questa bomba a orologeria è una raffica di attentati in sequenza, fino ai colpi di fucile al portone di casa del segretario regionale dell’Udc, Franco Talarico, lametino doc e una bomba che devasta il pianterreno della sua villa al mare. Tutto, ai primi di novembre, nel giro di 4 giorni. Niente male no? Il fatto più grave in Calabria dopo l’omicidio Fortugno Franco da Locri (per i più uno sconosciuto della politica, esattamente come Talarico Francesco, detto Franco, da Lamezia).

Dopo pallottole e bombe, i veleni.

E qui seguitemi perché la storia è fantastica.

Prima tappa: la mia chiacchierata con Talarico che condenso per brevità e pietà nei vostri confronti. Talarico punta alla pista politica e non si esprime su quella mafiosa (che neppure un cieco escluderebbe). Perché la pista è politica? Me lo spiega lo stesso Talarico. “Di volta in volta scegliamo con chi votare”, mi dice. “Ad esempio a fine ottobre abbiamo votato a favore dell’assestamento di bilancio e dato il via libera alla delibera su una lottizzazione”. Si, ma la delibera permette di costruire anche al suocero. Non sarà mica stato uno scambio di favori? “Lo escludo categoricamente, abbiamo operato nella legittimità assoluta. Mio suocero è un imprenditore che comincia ad avere anche alcuni interessi edilizi e allora? Chi ha avanzato questa ipotesi è stato querelato”. E chi avanza l’ipotesi? L’opposizione (sulla carta), la stessa che – in pieno consiglio in cui all’ordine del giorno c’è la solidarietà a Talarico e contesta le lottizzazioni – a un certo punto si alza e chiede conto al sindaco del perché non autorizzi un palazzo di 10 piani al posto di due cinema. Fantastico no? Ma su chi punta in particolare il dito? “Mario Magno”, dice serafico Talarico, ”visto che lo ha dichiarato chiaro e tondo a un tv locale. Sto acquisendo la cassetta prima di procedere alla querela”. Magno? Magno chi? L’angelico Magno, lo stesso Magno, di Forza Italia, ex Udc, che le proclama versi di eterno amor? “Ma non siete amici?”, chiedo ingenuo. Silenzio e risatina…clic.

Seconda tappa: la mia chiacchierata con Magno (riassumo anche qui per pietà). La matrice dell’attentato? “Chiaramente mafiosa” dice Magno (almeno, lui, non è cieco). La lottizzazione che coinvolge anche il suocero di Talarico? “Perfettamente lecita e legale”, dice ancora “l’ho votata anche io”. Scambi di favore? “Ma quando mai!”, continua. Ma almeno è vero che ha fatto certe dichiarazioni e che non è amico di Talarico? “Amicissimi siamo e a lui va tutta la mia solidarietà” sospira beato. Altro clic.

Ora, mentre questo siparietto corre il rischio di stordire il più audace dei cronisti, accade che l’Udc negli ultimi tempi sia stata infilzata da una serie infinita di disavventure: prima l’arresto di un consigliere regionale, Dioniso Gallo, ex assessore regionale alla forestazione, poi l’arresto del sindaco di Gioia Tauro, Dal Torrione, poi attentati e minacce a vari consiglieri sparsi qua e là per la Calabria, l’arresto di Pasquale Inzitari, tra i boss dell’Udc in Calabria, presentato e non eletto alle ultime politiche e via di questo passo. E accade che all’Udc – non sapendo come uscirne a Lamezia come nel resto della regione dove mette in pratica l’audace politica dei due forni – venga tirata per la giacchetta. Da chi? Da chi si è già schierato e sa che il vento girà in una certa direzione.

“Esclude che queste bombe siano anche l’inizio di una lunga campagna elettorale e che stiano suonando a morte per un Udc che non decide da che parte stare né a Lamezia né altrove?” chiedo a Talarico. Ecco la risposta: “La sua riflessione”, dichiara, “e cioè che sia un’intimidazione all’Udc, la stanno facendo anche altri”. Altri chi? Tutto qui? Tutto qui, niente altro esce dalla bocca di Talarico, che ora vive sotto scorta.

Pallottole, bombe, affari e veleni a Lamezia: cari lettori, la lunga campagna elettorale e la infinita campagna affaristica in Calabria riparte da qui. Da una città divisa in tre città (Sambiase, Sant’Eufemia e Nicastro), con massoni deviati che si moltiplicano, con tanti quattrini alle porte, con un sindaco che resiste, cosche che sparano, e pecore che brucano nell’area industriale. Tutto qui? E vi pare poco?

Roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • Antonello Iovane |

    Sempre per tenerLa informata che esiste chi a Lamezia Terme vuol cambiare le cose, La informo che è stata avviata l’iniziativa “Libera Libri Lamezia”,a cui tutti possono partecipare gratuitamente e prendere liberamente un libro tra quelli proposti nell’ area di scambio ospitata presso lo Spazio aperto Giovani sito in Via Aldo Moro, 57 (i cui locali son stati confiscati ala mafia). L’intenzione è quella di realizzare uno scambio culturale, una condivisione dell’esperienza della lettura, anche attraverso la possibilità, data ai lettori, di lasciare un commento sulla scheda del libro che si è letto, in modo tale che il libro stesso, passando di mani in mani, sappia raccontare un po’ anche di coloro che lo hanno sfogliato.Quindici i titoli che avviano l’iniziativa, tra cui il best seller di Khaled Hosseini “Il cacciatore di Aquiloni”, il libro di notazione politica del giornalista Giovanni Floris “Risiko” ma anche romanzi ambientati in Calabria come “Anime Nere” di Gioacchino Criaco. L’elenco completo dei testi disponibili, nonché le loro trame con annessa possibilità di lasciare un commento, si possono trovare sul sito http://liberalibrilamezia.blogspot.com/. Elenco che verrà continuamente arricchito mettendo a disposizione dei cittadini altri libri, che saranno di qualsiasi genere senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e sociali.
    Tutti i cittadini sono invitati a partecipare anche attivamente “liberando” i libri che li hanno fatti emozionare e/o riflettere e che, piuttosto di fargli prendere polvere in qualche scaffale, sarebbe più piacevole che lo condividessero con gli altri per farlo così diventare patrimonio di tutti.
    Invito anche Lei Dott.Galullo a mettere a disposizione i libri di cui è autore, potrà così unirsi insieme a noi nel dare un piccolo contributo al miglioramento di questa città.
    SPedizioni con consegna dalle 16 alle 20 dal lunedi al venerdi:
    Libera Libri LAmezia
    Spazio aperto Giovani in Via Aldo Moro, 57
    88046 Lamezia Terme (Cz)
    altrimenti:
    Antonello Iovane via dei mille 171 88046 Lamezia Terme (cz)

  • Gianmario |

    Bell’articolo, ha fatto molto discutere nella nostra città.
    Ma per fortuna lamezia non è solo questo…
    C’è anche chi tra l’indifferenza di tutti, STAMPA compresa, si fa il culo per cercare di cambiare le cose…
    La ricerca di spazi sociali, di legalità e di tutto ciò che dovrebbe essere ovvio in una città.
    Vada a farsi un giro anche sul sito che ho linkato, e vedrà quanti progetti in cantiere ci sono…
    Solo che come sempre siamo soli contro tutti, finchè nn ci arrenderemo anche noi e allora poi sarà davvero la fine.
    Cordiali saluti!

  • giuseppe muraca |

    Forse il coraggio sta nel restare a Lamezia. Mi addolorano le parole di una persona, non Lametina, che fa di tutta un’erba un fascio. Io sono Lametino e conosco tutti i difetti di noi cresciuti a pane e pallottole: forse siamo struzzi, forse siamo a “tirareacampare”, forse a molti di noi non piace il lavoro, ad altri piace passeggiare davanti lo scolastico, …, ma siamo al 99% brava gente, accogliente ed intelligente ed … impaurita. Esprimo il mio accorato appello a darci una mossa, forse basta poco (finora non si è fatto neppure quello) per dare una sterzata: cultura, nel nostro paese (culturalmente siamo un paese) manca molta cultura, siamo assetati di cultura, e la divulgaione della cultura (di qulunque tipo essa sia) può farci fare il salto di qualità; ci mancano le discussioni, le apertre mentali, le divulgazioni, i giornalisti che lo facciano sul serio, le denuncie della sottocultura, gli spazi dove esprimersi ed essere ascoltati senza timore di essere emarginati. Non abbiamo una Stagione teatrale degna di tale nome, il teatro è un colabrodo, il cinema è assente, lo sport latita, ecc… A tal proposito un plauso grande, anzi enorme, va fatto al prof. Gaetano che combattte a favore della cultra nela nostra Città.
    Giuseppe Muraca

  • schifo assoluto |

    Ah aggiungo una cosa: qui se sei vittima, passi subito da colpevole in quanto la mentalità è “se ti fanno qualcosa te lo sei meritato (cercato)”. Tutto viene strumentalizzato a convenienza, Il sindaco è bravo o onesto dipende da chi parla. Se ti sparano sei vittima oppure implicato. Una matassa difficilmente comprensibile. Comunque lei difende tanto certe persone a discapito di altre, ma si informi su chi fa cosa in questa nomina. Parla di comune sciolto per mafia ma non è proprio così. Conviene a tutti dire le solite cose perchè andando a fondo si vedrebbe qualcosa di sconcertante. Ma non solo politico o mafioso mi creda.

  • schifo assoluto |

    Guardi mi sento solo di dirle che quando arrivai qui la pensavo come lei, parlavo di Stato, conoscevo quello che chi abita al nord conosce. Crdevo che qualcosa potesse cambiare. Lo Stato qui è assente, a tutta l’Italia conviene che il Sud resti nelle situazioni in cui è. In questo le do ragione. La mia assoluta incredulità sta nel fatto che, vivendoci, ho notato invece qualcosa che non avrei immaginato mai. Cioè che, a parte i grandi interessi dove tra nord e sud non c’è differenza, in quanto molti rubano dove possono a discapito della gente onesta, i cittadini qui HANNO una mentalità non etica. Mi fa piacere se c’è qualcuno che si distingue e grazie a Dio ne conosco anche. Ma nella quotidianità mi creda, le cose di tutti i giorni non sono come sembrano stando seduti al nord. Qua hanno tutti il brutto vizio di dare la colpa a qualcuno, cioè lo Stato. Mi creda, ma non la devo convincere, la mafia non si potrà mai combattere se nel territorio è radicata una mentalità mafiosa da parte della maggioranza delle persone. Niente cambia se non cambia il cittadino. E qui il cittadino non è solo vittima mi creda. Ognuno qua vive di questa mentalità. Agisce secondo questa mentalità. Le potrei raccontare tante cose mi creda. Cose che presumo un cittadino lametino non potrebbe, perchè qui nessuno fa MAI un mea culpa. Mi chiami vile codardo come meglio crede. Io la invito a vivere qui un anno. Nella sua quotidianità, da andare dal dottore o al Comune. Cioè tutto quello che lei dà per scontato ogni giorno qui non lo è. Qui tutti puntano il dito contro qualcuno, contro lo Stato, i Politici. Nessuno verso sè stesso. Mi creda è una mentalità della gente nella quotidianità. Dopodichè mi congedo invitandola a ricredersi che non è “un pugno di balordi” che governa questa terra, insieme ci sono tante altre persone che alimentano questa cultura. Normali cittadini. Ripeto non esiste senso civico. Etica e correttezza. Dalle grandi cose alle più banali. Nemmeno io credevo questo arrivando qua. Credevo di trovare gente “schiava” di un sistema più grande di loro, non di trovare un “sistema” radicato dove tutti fanno gli ingranaggi. Facile sembrare solo vittime. Ma le cose non sono come sembrano mi creda.Comunque questa non è vita, concordo ma ripeto anche che al Nord, se uno non è un balordo grosso o piccolo, e vive la sua umile quotidianità difficilmente ha paura di parlare e quando va dal benzinaio sa che è un benzinaio. E difficilmente si immischia con i balordi. Ripeto lei qua non sa mai chi ha di fronte. Provare per credere. E’ assolutamente inutile puntare il dito verso una sola direzione, quando invece il problema è molto articolato e non cambia in quanto radicato molto profondamente nella gente. E’ un discorso complicato da spiegare, e forse troppo scottante. Meglio continuare a pensare che il male siano solo lo Stato i politici e la ‘ndrangeta.
    E non mi firmo, perchè qui si permettono di sparare non solo le cosche, ma anche i privati, che lei ci voglia credere o no.

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