Operazione Aemilia/2 Se un poliziotto in divisa e con l’auto di servizio incontra a Piacenza un presunto boss di ‘ndrangheta

Cari amici di blog da ieri (lo farò ancora domani) sto scrivendo dell’operazione Aemilia condotta la scorsa settimana dai Carabinieri e coordinata dal pm della Dda di Bologna Marco Mescolini (l’ordinanza è stata firmata dal gip Alberto Ziroldi) che ha consentito l’arresto di 163 persone tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Gli indagati sono 203, a vario titolo accusati di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, riciclaggio, usura, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, danneggiamento e altri reati, aggravati dal metodo mafioso.
Ne ho scritto a lungo anche sul Sole-24 Ore ma su questo umile e umido blog voglio trattare di alcune “spigolature” che secondarie possono apparire ma secondarie non sono.

Nella monumentale informativa (2.665 pagine) della Compagnia piacentina dei Carabinieri di Fiorenzuola d’Arda (l’ha firmata il comandante, capitano Emanuele Leuzzi), c’è una foto che mi ha colpito al cuore.

Sono figlio di un generale dell’Esercito, fratello di un colonnello dell’Esercito, nipote di poliziotti, di un generale dell’Arma dei Carabinieri e via elencando divise a perdita d’occhio nell’albero genealogico familiare. La divisa non ce l’ho addosso (nonostante i tentativi folli di mio padre e dei miei familiari non l’ho mai voluta indossare e ho dirazzato verso una professione che loro non “capiscono”) ma è come se l’avessi quanto a rigore morale e valori che dovrebbe sempre incarnare.

Questa lunga e necessaria premessa perché a pagina 24 e 25 dell’informativa, i Carabinieri hanno fotografato un poliziotto, che chiamerò “ignoto” (nome e cognome li ometto per pietas cristiana), con la divisa addosso e la macchina della Polizia vicina, mentre si intrattiene, per chiarire alcune vicende poco piacevoli legate a prestiti finanziari, con Romolo Villirillo, ritenuto da investigatori e inquirenti uno dei capi della cosca Grande Aracri in Emilia (per il suo profilo si veda l’articolo di ieri linkato a fondo pagina). «Villirillo Romolo – annotano (im)pietosi i Carabinieri – incontra personalmente “ignoto”, a Castelvetro Piacentino nei pressi del casello autostradale alle ore 10.25 del 9 luglio 2011. Giova precisare che a quell’ora “ignoto” si trova in servizio di pattugliamento e quindi si presente in uniforme e autovettura di servizio».

Lo ritengo un sacrilegio. Non sta a me giudicare questo poliziotto (sono il primo a sperare e a tifare perché dimostri la sua totale estraneità ai gravi fatti contestati ed è comunque innocente fino a eventuale terzo grado di giudizio) ma quelle foto fanno male. Tanto quanto il profilo che ne traccia il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare.

“Ignoto”, sovrintendente della Polizia di Stato, si legge alle pagine 30 e 31, all’epoca dei fatti in servizio presso la Polizia Stradale di Cremona, «partecipa mettendosi a disposizione del sodalizio criminale, mantenendo assidui rapporti con Villirillo Romolo. Vetere Pierino, Vetere Rosario, Migale Vincenzo, Lerose Francesco, Mercadante Luigi, Battaglia Pasquale, essendo costantemente in contatto con gli altri associati e commettendo una serie di reati …essendo espressivi della consapevole e volontaria partecipazione del medesimo all’associazione di stampo mafioso, della osservanza delle sue gerarchie e regole, della fedeltà alle direttive ricevute, del perseguimento dell’interesse dell’organizzazione, partecipando alle riunioni del sodalizio, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza nonché capacità affaristica e di inserimento nel sistema economico emiliano (non allontanandosi dal gruppo neppure dopo la contestazione di gravi reati da parte di questo Ufficio nel novembre 2012)».

Non c’è nulla da aggiungere se non sperare che la Giustizia faccia bene il suo corso.

r.galullo@ilsole24ore.com

2 – to be continued (per la precedente puntata si legga http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/04/operazione-aemilia1-nellospedale-di-crotone-rivive-il-set-del-padrino-con-la-devozione-di-villirillo-a-grande-aracri/)