Catanzaro, Salerno, il balzo di De Magistris, Pirillo, Tommaso Loiero, suo fratello Agazio…e la stampa cattivona. Che “progetto tristezza”!

Scrivo – come sto facendo da mesi anche sul Sole-24 Ore – dell’ordinanza della Procura di Salerno, dell’indagine preliminare Why Not conclusa a Catanzaro, di giustizia e soprattutto di Loiero Agazio, della Calabria il Governatore che vive nello spazio (politico).

Perché ne parlo ora? Ma perché ieri, 23 dicembre, due giorni prima di Natale, improvvisamente ha convocato una conferenza stampa per chiedere di essere ascoltato dai magistati sulla vicenda Why Not, affermando che neppure De Magistris aveva osato tanto (ma cosa? Boh), una frase peraltro che mi sembra di aver già sentito e poi perché secondo Loiero Agazio i processi si celebrano sulla stampa.

Sarà ma io non me ne sono mai accorto: quando la stampa fa il suo dovere. Ovvio. E nell’occasione – piccolo inciso – pur leggendo in lungo e in largo la stampa calabrese e quella nazionale (di cui faccio parte), mi sembra che il rilievo dato alle indagini preliminari di Catanzaro sia stata scarsissima e, per quanto riguarda Salerno, zero o quasi. Solo le polemiche tra Procure: del contenuto poco o nulla. Ma sicuramente mi sbaglio.

E certamente mi sbaglio anche oggi, 24 dicembre, vigilia di Natale, il giorno in cui trovo appena 33 righe 33 (come gli anni di Cristo, che coincidenza) su “Repubblica” relative alla conferenza stampa di ieri di Loiero Agazio. Zero sulla “Stampa”, zero sul “Sole-24 Ore”, zero sul “Corriere della Sera”. Grande rilievo (strano finora non c’era stato) sulla “Gazzetta del Sud” e apertura invece su “Calabria Ora” che riporta “l’oltraggio” (eh, addirittura!), giornale quest’ultimo sul quale ci sarebbe molto, ma molto da dire. Strano eh, in generale mi pare che la “stampa cattivona” abbia dato poco risalto alla conferenza stampa e questo (per me, sia chiaro) la dice lunga sull’accanimento terapeutico lamentato.

Se io fossi Governatore e fossi tirato in ballo per l’ennesima volta nelle carte dei magistrati, pretenderei che si scrivesse di me.

Pretenderei che la stampa scrivesse ogni giorno di me e mi mettesse sotto la lente di ingrandimento: certo della correttezza dei miei comportamenti. Vorrei che mi rivoltasse come un calzino e tirasse fuori tutto quanto mi viene addebitato, anche le più piccole e insignificanti cose, senza che rimanga nei cassetti di una Procura o nei pettegolezzi delle stanze degli uffici o al bar sotto casa.

Vorrei che la stampa mi azzannasse, come deve fare nei confronti del potere perché e vero che (potrebbe) non esserci nulla di penalmente rilevante ma la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto e dunque comportamenti (non ancora o forse mai) penalmente rilevanti possono essere invece moralmente ed eticamente ripugnanti e disgustosi. E indice di un modo altrettanto volgare e avvilente di concepire la politica.

Ma perché altro lo desidererei così tanto? Ma caspiterina! Per rispondere colpo su colpo. Pum pum! per ogni maldicenza e non solo nella aule di un Tribunale, perché la stampa è democrazia vivaddio! E poi – se uno convoca una conferenza stampa – vuol dire che ci crede alla stampa! O no?

Ma – poffarbacco – se tutto rimane nei cassetti della Procura di Salerno o se le conclusioni delle indagini preliminari a Catanzaro non vengono adeguatamente evidenziate, perché magari la stampa locale non ne parla, ne parla a spizzichi e bocconi o non ne può parlare e quella nazionale è alle prese con le vicende di Napoli, Roma, Milano e Pescara, come faccio?

Ho una fortuna: avendo indiretta contezza di quanto ami il ruolo della stampa libera e quanto apprezzi la libertà di critica – lui che prima di essere un politico ha lavorato alla Camera di commercio di Catanzaro e poi alla Regione ed è stato un collaboratore pubblicista per il “Messaggero”, l’”Unità” e “La Gazzetta del Sud” – sono sicuro che Loiero Agazio la pensa esattamente come me.

Anche se qualche dubbio – ma sbaglio sicuramente – mi viene dopo aver letto il lancio Ansa che riproduco integralmente e di cui evidenzio le parti che più, come cittadino e giornalista, mi hanno colpito:

(ANSA) – CATANZARO, 23 DIC – «Neanche De Magistris che 

pure, come afferma una decisione del Csm che assume valore di

sentenza, appariva un magistrato disinvolto nell’interpretazione

dell’accusa, aveva osato tanto nei miei confronti». A dirlo,

nel corso di una conferenza stampa, è stato il presidente della

Regione Calabria Agazio Loiero in merito al suo coinvolgimento

nell’inchiesta Why not.

   Loiero ha quindi ricordato di essere stato indagato da De

Magistris in una inchiesta sulla sanità. «Fui invitato come

persona informata sui fatti di sabato a palazzo di giustizia –

ha detto – e diedi ogni esauriente risposta. Ciò nonostante, la

domenica lo stesso pm mi fece recapitare un avviso di garanzia.

Ebbe quindi luogo un interrogatorio, prontamente fatto veicolare

ai giornali, e dopo un calvario durato circa due anni in cui una

certa stampa non esitò a ricordarmi la mia situazione di

indagato, non si presentò a sostenere l’accusa davanti al gup

facendosi sostituire da un altro pm. Il quale chiese il mio

proscioglimento accolto dal gup».

   «Accetto dunque anche in questo caso – ha aggiunto Loiero –

che, mio malgrado, come ormai capita nella via italiana alla

giustizia, un vero e proprio processo si celebri nella fase

delle indagini preliminari sui mezzi di comunicazione di massa.

È un metodo barbarico a cui, speriamo, una riforma equilibrata

della giustizia possa porre termine. C’è una complicità

indecente ed impunita tra una parte dell’accusa e la stampa. Non

ho ancora visto una sentenza di condanna per violazione del

segreto istruttorio». (ANSA).

Ora, apparte il fatto, ripeto, che mi spaventa teribilmente la frase “nessuno aveva osato tanto nei miei confronti”, vorrei tranquillizzare Loiero Agazio (e parlo a titolo strettamente personale) che non ho alcuna complicità con l’accusa (non conosco neppure i magistrati e non voglio conoscerli).

Anzi mi correggo: l’unica complicità che ho è con il sacro rispetto della mia professione, del mio giornale e dei miei lettori.

Ma veniamo a un altro lancio di ieri, mercoledì 23, antivigilia di Natale. Questa volta è Apcom.

WHY NOT/ LOIERO: CONTRO DI ME ACCUSE RILEVANTI, NON MI RITROVO

"Nemmeno De Magistris osò tanto nei miei confronti"

Catanzaro, 23 dic. (Apcom) – "Ieri l’Arma dei carabinieri mi ha

notificato l’avviso di chiusura delle indagini relativa

all’inchiesta di Why Not. Il tempo di dare una scorsa

all’ordinanza ed ho provato una sofferenza indicibile". Inizia

così la nota che il presidente della Regione Calabria, Agazio

Loiero, ha consegnato ai giornalisti durante la conferenza stampa

convocata oggi a Catanzaro per esprimersi sull’argomento.

"I capi d’imputazione che vengono posti a mio carico – ha

spiegato Loiero – sono tanti e di una certa rilevanza penale.

Quasi tutto quello che l’accusa ipotizza in questa inchiesta come

reati sembrerebbe essere stato commesso, a partire dal 2005, da

tanti soggetti politici ma quasi tutti in associazione con me.

Naturalmente non mi ritrovo, neanche in astratto, in nessuno
di

questi reati".

Detto questo, Loiero ha precisato di non aver alcuna intenzione

di difendersi in conferenza stampa: "Non l’ho mai fatto perché la

mia regola è che dalle accuse dei magistrati ci si difende nei

processi… Cossiga spesso mi ricorda che tale atteggiamento è

sbagliato ma fino ad oggi non è riuscito a convincermi a cambiare

parere. Rilevo una cosa sola: neanche De Magistris che pure, come

afferma una decisione del Csm che assume valore di sentenza,

appariva un magistrato disinvolto nell’interpretazione

dell’accusa, aveva osato tanto nei miei confronti".

(segue)

Asc

231232 dic 08

WHY NOT/ LOIERO: CONTRO DI ME ACCUSE RILEVANTI, NON MI RITROVO -2

"Chiedo al pg di essere interrogato subito"

Catanzaro, 23 dic. (Apcom) – "Accetto – ha proseguito Loiero –

anche in questo caso che, mio malgrado, come ormai capita nella

via italiana alla giustizia, un vero e proprio processo si

celebri nella fase delle indagini preliminari sui mezzi di

comunicazione di massa. E’ un metodo barbarico a cui, speriamo,

una riforma equilibrata della giustizia possa presto porre

termine".

Ma per non restare "segnato da accuse infamanti sulla stampa per

chissà quanto tempo in una fase storica in cui monta a livello

nazionale una questione morale", il presidente della Regione

Calabria ha detto di voler chiedere al procuratore generale della

Corte d’appello, Enzo Iannelli, ed ai magistrati che indagano su

Why Not "di essere immediatamente interrogato".

"Avevo già affermato – prosegue il governatore calabrese – che,

presa coscienza degli addebiti e degli atti d’indagine e

consultati i miei avvocati, mi sarei sottoposto ad

interrogatorio. Non essendo però in grado di consultare in breve

tempo i 140 faldoni che riguardano l’inchiesta Why Not, vi

rinuncio, convinto come sono che nessuna delle migliaia e

migliaia di carte può contenere un’accusa da cui non sia in grado

di difendermi. Mi si dia subito – ha concluso Loiero – la

possibilità di dimostrare la mia innocenza".

Asc

231257 dic 08

Detto che soffro anche io per la sofferenza di Loiero Agazio, perché non è bello passare un Natale così carico di nubi all’orizzonte e dunque a lui va tutta la mia solidarietà, concordo sul fatto che debba dimostrare subito la sua innocenza.

E – per la proprietà transitiva dell’uguaglianza – a questo punto sono sicuro che anche i suoi più vicini collaboratori la penseranno allo stesso modo. A cominciare da Mario Pirillo, assessore all’Agricoltura e chiamato in causa tante volte dalla Procura di Catanzaro. Ma sì, quello che alcuni anni fa tirò fuori due disegni di legge due sulla valorizzazione del tartufo in Calabria. Vuoi mettere con Alba! Non scherziamo.

Ora, aggiunto che purtroppo (e me ne dolgo tanto) non ho mai conosciuto in vita mia Pirillo Mario e Loiero Agazio, vorrei semplicemente riportare (alcuni) passaggi delle indagini preliminari chiuse a Catanzaro e dell’ordinanza di Salerno (potete trovarle anche voi su Internet facilmente) in cui De Magistris e altri testimoni vengono ascoltati dalla Procura di Salerno sul ruolo di alcuni amministratori, politici e soprattutto di Loiero Agazio.

Ai lettori il giudizio, ribadendo  – ancora una volta – la premessa: gli amministratori, Loiero Agazio, Pirillo Mario e molti altri chiamati in causa, respingono tutti gli addebiti e lo hanno già fatto nel passato quando alcune (ma pochissime) indiscrezioni erano già uscite ai tempi delle inchieste Poseidone e Why Not. Fino a parola contraria, dunque, tutti innocenti con ampia facoltà di prova in questi mesi che, sono sicuro come il fatto che domani sia Natale, gli indagati riusciranno facilmente a trovare e mostrare,

Per leggere meglio le maligne carte, dividiamo i riferimenti a Loiero Agazio & C in due tronconi: Catanzaro e Salerno.

QUI CATANZARO

Bene. Non c’è praticamente capo di imputazione tra quelli su cui sta indagando la Procura generale di Catanzaro da cui Loiero Agazio sia esente. Fin dalla prima pagina, in concorso con altre decine di indagati tra cui l’extrafidatissimo assessore all’Agricoltura Mario Pirillo, amico per la pelle e sodale politico, il Governatore è chiamato in causa per comportamenti fraudolenti.

Sempre con il “fido Pirillo” e la new entry Loiero Tommaso (no, non è un’omonimia, è il fratello di Loiero Agazio), viene chiamato in causa per la vicenda del censimento del patrimonio immobiliare della Regione Calabria.

Secondo i magistrati i Loiero, Pirillo e, tra gli altri, il fidato Nicola Durante, segreterio generale della Giunta, consigliere in aspettativa del Tar, sposato ad un magistrato figlia a sua volta di un magistrato, avrebbero, “in esecuzione dello stesso programma criminoso…mascherato con artifici e raggiri un vasto e reiterato mercato di finti lavoratori a fronte di opere e servizimai realizzati, solo in parte realizzari o apparentemente realizzati…”.

Saltiamo – perché molti di voi si stanno preparando per il cenone – le vicende “Progetto For Europe”, “Progetto Bigor”, “Progetto Infor”, “Tesi Spa” – e andiamo al “Progetto Tristeza”.

No, non è boutade. Si chiama proprio “Progetto Tristezza” quello messo sotto la lente dalla Procura generale di Catanzaro. In poche parole, parliamo di 1,6 milioni di fondi comunitari che dovevano servire alla prevenzione del virus della “tristeza”, di origine asiatica, che colpisce gli agrumeti calabresi. Secondo l’ipotesi della Procura, quei fondi – da Loiero Agazio, Saladino Antonio, l’ex Governatore Giuseppe Chiaravalloti, il fido Pirillo e altri tra dirigenti e politici – sarebberso stati fatti confluire verso una società di Saladino (veterinario con la passione dell’imprenditoria, principale indagato ed ex presidente della Compagnia delle Opere in Calabria che si dichiara innocentissimo). “In esecuzione – scrivono i magistrati – del medesimo disegno criminoso e in attuazione del programma criminoso…”.

QUI CATANZARO A VOI SALERNO

Oltre a quanto troverete nelle inchieste citate, Luigi De Magistris, il 4 dicembre 2007, dichiara ai magistrati di Salerno che lo escutono (non è una parolaccia, vuol dire che lo interrogano e lo ascoltano):

Dal materiale sequestrato a Saladino – dichiara a pagina 367 De Magistris riferendosi alle agende sequestrate al maggior indagato – si può verificare che diverse appaiono le persone segnalate da assumere da Loiero al Saladino”.

Ora, cari lettori, detto che segnalare qualcuno non è un reato, mi permetto solo di chiedere se un Governatore (chiunque esso sia) abbia a vostro giudizio nel proprio mandato anche quello di fungere da agenzia di collocamento.

Ma andiamo avanti. A pagina 428 dell’ordinanza, in calce a una domanda posta il 7 dicembre 2007 dai magistrati a Giuseppe Tursi Prato (ex consigliere regionale già condannato per associazione mafiosa e corruzione) che ora sta cantando come un tenore alla Scala di Milano e sta svuotando scheletri dagli armadi dei politici (per carità amici garantisti: tutto da verificare, sia ben chiaro) si legge testualmente una cosa molto strana che riporto integralmente. “Sarebbe cur
ioso verificare se magistrati che si sono occupati del processo a carico di Loiero imputato di 416 bis abbiamo avuto successivamente incarichi politico-amministrativi durante la Giunta Loiero
”. Una freccia al curaro che – sono certo – Loiero Agazio saprà rispedire al mittente. Non ho dubbi.

Da pag.1106 in avanti, la Procura di Salerno riporta una lunga annotazione di un diario di De Magistris riferita a Loiero, datata 11 dicembre 2006 di cui, scrive testualmente il magistrato “è opportuno che rimanga traccia”.

Bene, ve la sintetizzo: De Magistris iscrive nel registro degli indagati Loiero Agazio per concorso in abuso di ufficio e turbata libertà degli incanti (vicenda da cui uscirà completamente senza neppure richiesta di rinvio a giudizio n.d.a) e il procuratore capo di Catanzaro Lombardi e il vice Murone fanno a gara nel criticare De Magistris e l’avviso di garanzia a Loiero (di cui erano stati informati). Scrive De Magistris: “Il procuratore capo, visibilmente contrariato, mi ha riferito che in questo momento non era opportuno in quanto vi era la crisi regionale in atto e che sarebbe successo un casino”. Nel lasciare ai miei lettori il giudizio su tali affermazioni (ammesso che siano vere) riporto la risposta di De Magistris ai suoi superiori catanzaresi: “Noi facciamo i magistrati e non possiamo tener conto anche delle crisi politiche”.  De Magistris – testualmente – “sobbalza” quando scopre che il procuratore generale conosce il contenuto delle intercettazioni su Loiero e su un altro indagato. Normali diatribe gerarchiche, penserete voi (e lo penso anche io sia chiaro!). Curioso, però, che a dare la notizia ai media dell’iscrizione di Loiero sia stato un comunicato stampa della Procura (firmato da Lombardi e Murone), atteso il fatto che, come ricorda De Magistris a pag.1107 “si trattava della violazione di un segreto investigativo o quanto meno del dovere di riservatezza”.

Curiosissimo poi – sono sicuro che resterete stupiti anche voi, cari amici di blog – che lo stesso De Magistris annoti nel suo diario il 19 dicembre 2006 (acquisito agli atti della Procura di Salerno) la seguente cosa: “Durante l’interrogatorio di Loiero ho avuto la percezione che l’indagato conoscesse bene il contenuto delle intercettazioni telefoniche in quanto lo stesso anticipava le risposte prima ancora che terminassi le domande, dalle espressioni del viso prima ancora che terminassi la lettura delle intercettazioni. Era insomma molto ben preparato e pronto”.

Semplicemente Loiero ha doti da veggente, propongo io ironicamente e posso immaginare quanto apprezzi l’ironia anche la penna del pubblicista Loiero Agazio, ma so che mi scontro contro il parere di De Magistris e del maresciallo dei Nas, Manzo, che aveva la stessa, sospetta opinione di De Magistris sulla buona preparazione di base di Loiero Agazio.

De Magistris, De Magistris, De Magistris: basta direte voi. E parlaci di altro, è chiaro che è una persecuzione personale di questo magistrato ragazzino nei confronti di Loiero Agazio! E’ chiaro che sono tutti pissi pissi bau bau, figurati se qualcuno ha allungato i documenti fuori dalla Procura, figurati se Loiero gode di protezioni. E lo dite a me, che ho il più laico rispetto delle Istituzioni e della loro trasparenza e che sono certo che mai come in Calabria la divisione dei poteri viene sacramente rispettata?

Io sono d’accordo con voi e dunque vi sfido: provate voi a parlare con Pierpaolo Bruni, magistrato che ha preso da qualche mese in mano la vicenda Why Not. Egli a pag 529, escusso dai magistrati di Salerno, fa mettere a testualmente a verbale il 13 giungo 2008 in risposta alla seguente domanda: “Nella predisposizione ed emissione dei decreti di perquisizione nei confronti tra gli altri di Agazio Loiero, ha incontrato difficoltà nel relazionarsi con gli altri colleghi addetti al procedimento Why Not?” la seguente risposta:”…Ci furono accese discussioni. Oggetto della discussione era tanto il contenuto del decreto quanto i soggetti da perquisire, in particolare l’opportunità di espletare l’atto nei confronti del presidente Agazio Loiero e delle società che sono state poi effettivamente perquisite. In ogni riunione ho con fermezza rappresentato la necessità di perquisire tutti i soggetti di cui alla mia originaria stesura, ivi compreso ovviamente Loiero”.

Ma quale fu l’esito finale di questi confronti?” chiedono ansiosi come un bracco di ritorno da una battuta di caccia i magistrati di Salerno. Tenetevi forte con la risposta di Bruni: “L’esito fu che i destinatari da me individuati furono effettivamente tutti perquisiti”. Fantastico! Evviva! I dissidi interni sono stati sanati! La Giustizia ha infine fatto il suo corso! esulterete voi, cari lettori del blog che non guardate (come me) in faccia a nessuno. E aspettate a leggere tutta la risposta, che diamine! “Tuttavia – e già me lo vedo Bruni mentre continua a rispondere tra il momento in cui ebbi a predisporre l’originario decreto e il momento della effettiva esecuzione intercorse circa un mese…” Un mese capite? Un mese! “Non tutto il materiale ricercato è stato rinvenuto – conclude Bruni – e in merito mi riservo di riferire più dettagliatamente all’esito delle consultazioni degli atti”. E ci credo che non è stato trovato tutto!

Ma per fortuna che per un apparato giudiziario che si muove al rallentatore, un altro indossa i panni di Speedy Gonzales. I Carabinieri di Crotone, chiamati da De Magistris a svolgere indagini sul filone eolico si muovono “con tempestività ed efficacia” – riporto testualmente come da pag 413 delle dichiarazioni rese da De Magistris alla Procura di Salerno il 17 luglio 2008 – mentre quelli di Catanzaronon volevano dare alcun contributo a tale segmento investigativo che invece pareva estremamente proficuo e interessante” (ma che bellezza!!!!).

E cosa emergeva dalle inda
gini? Ancora testualmente: “…emergeva che la gestione dei finanziamenti pubblici nel settore dell’energia eolica era controllato da società collegate a esponenti politici calabresi di primo piano, tra cui ricordo il nome di Nicola Adamo. Tra gli altri emergeva il coinvolgimento dell’imprenditore-faccendiere Renato D’Andria, nonché del Presidente della Giunta Agazio Loiero, dell’assessore regionale all’Ambiente Diego Tommasi e dell’allora vice ministro dell’Interno Marco Minniti, attuale ministro ombra degli Interni del Pd”.

Tutti smentiscono – ripeto ancora una volta – e noi ne prendiamo volentieri atto per il bene del Paese e della Calabria. Perché se le ipotesi di reato della Procura di Catanzaro e le pagine scritte nell’ordinanza di Salerno dovessero anche parzialmente rivelarsi fondate, potremmo veramente affermare che il "progetto tristezza” in Calabria è stato…pienamente attuato. Buon Natale Calabria. Buonanotte Italia.

roberto.galullo@ilsole24ore.com

nota: con la sentenza 32/10 del 2 marzo 2010 le cui motivazioni sono state rese note il 17 ottobre 2010 il giudice Abigail Mellace ha statuito la regolarità del progetto Tristeza. L’allora assessore Mario Pirillo era già uscito dall’inchiesta in maniera assolutamente pulita e i fratelli Loiero sono stati completamenti assolti per i reati loro imputati nella suddetta sentenza (scritto il 3 novembre 2010)

  • bartolo |

    Caro Galullo,
    provi a sostituire i nomi contenuti nel decreto di Salerno con quelli di pincopallini: quanti di questi avrebbere festeggiato, questo e chisà quanti altri, Santo Natale nelle loro abitazioni?
    Per evitare fraintendimenti preciso che ciò non vuole essere un alibi a favore degli ‘ndranghetisti (solo un invito a riflettere sul loro status di paralitici-disadattati-cialtroni), piuttosto un invito a riflettere sulla più grande associazione a delinquere che governa la Calabria impunemente da decenni! Altro che ‘ndrangheta e ‘ndranghetisti, questi signori secondo me sarebbero imputatibili persino per matricidio e sfigurazione di cadavere: nessuno riuscirà mai a capire perché si siano accaniti così tanto contro la loro madre Calabria!

  • Roberto Galullo |

    caro lorenzo e caro prof pace innanzitutto buone feste a voi e a tutti i bloggeristi, indefessi anche il giorno di natale.
    A lorenzo dico: ebbene si il mitico pirillo è proprio lui.
    Al prof pace dico che molte cose della procura di pescara conosco e molto immagino. Non mi dispiacerebbe però approfondire il discorso
    a presto
    roberto galullo

  • carlo pace |

    Caro Galullo
    Quante analogie con il “caso” Pescara dove il Sindaco viene incarcerato con accuse infamanti e poi…..magicamente rimesso in libertà perchè il Gip ha esagerato!!!!
    Se hai voglia di approfondire le …faccende interne al Tribunale di Pescara forse (dico forse!) troverai qualcosa.
    Saluti ed auguri. Carlo Pace

  • lorenzo pellegrini |

    Caro Roberto, di quale mariopirillo parli? di quello che ha insegnato come assistente di laboratorio all’Istituto professionale Ipsia di Amantea in Calabria, dove lo chiamavano professore, prima ancora che onorevole, durante la sua carriera all’interno di Dc, CdU, UDR, UDEUR, Margherita? (spero di non aver dimenticato nulla, la lista dei transiti da una bandiera all’altra è lunga e la memoria vacilla). Di quello insignito di laurea honoris causa presso una non meglio identificata Università Internazionale di Studi Superiori “Pro Deo” di New York? La stessa laurea probabilmente, che consente al sito ufficiale dei Comuni Italiani (http://www.comuni-italiani.it/18/amm.html) di scrivere testualmente sulla sua scheda personale “Titolo di studio: laurea”? Parli di lui?

  • stefano rossi |

    Caro Dott.Galullo,
    ancora una volta coglie nel segno.
    Oggi è vigilia, sarò buono, non criticherò nessuno. 🙂
    Mi permetto solo di augurarle un Buon Natale.
    A presto caro Giornalista
    stefano rossi

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