Non fai in tempo a criticare la Commissione parlamentare antimafia che questa – e Dio solo sa quanto ne sia felice – senza colpo ferire, ti smentisce. O almeno questo è il mio augurio ulteriore: una smentita senza se e senza ma ai dubbi che ho sollevato pochissime ore fa alla volontà di agire fino in fondo sugli elenchi dei massoni di tutte le Obbedienze massoniche (si veda http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/01/13/elenchi-dei-massoni-la-commissione-parlamentare-antimafia-partorisce-il-topolino-magia-del-natale/).
Le premesse per un affondo della Commissione (e non sono certo state le mie critiche nel tempo attraverso questo umile e umido blog, ultima quella di poche ore fa a smuovere le acque) ci sono.
Ebbene accade che la presidente Bindi ha appena inviato questa mail ai membri della Commissione parlamentare antimafia: “Con riferimento all’audizione a testimonianza, ai sensi dell’articolo 4 della Legge istitutiva della Commissione, del dott. Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia –Palazzo Giustiniani, convocata per mercoledì 18 gennaio 2017, alle ore 14, si comunica, per incarico della Presidente, che l’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ha convenuto sull’opportunità che le domande siano rivolte al testimone soltanto dalla Presidente, ai sensi dell’articolo 16, comma 3, del regolamento interno.
I commissari sono pertanto invitati a far pervenire in anticipo le domande alla Presidenza, che ne valuterà l’ammissibilità, possibilmente entro le ore 12 di mercoledì 18 gennaio 2017”.
Cosa vuol dire ai sensi dell’articolo 4 della legge istitutiva della Commissione antimafia, che poi altro non sarebbe che la n 277 del 26 ottobre 2006?
Ecco: 1. La Commissione può ottenere, anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari. L’autorità giudiziaria può trasmettere le copie di atti e documenti anche di propria iniziativa.
- La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 1 siano coperti da segreto.
- La Commissione può ottenere, da parte degli organi e degli uffici della pubblica amministrazione, copie di atti e documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti in materia attinente alle finalità della presente legge.
- L’autorità giudiziaria provvede tempestivamente e può ritardare la trasmissione di copia di atti e documenti richiesti con decreto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. Il decreto ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Quando tali ragioni vengono meno, l’autorità giudiziaria provvede senza ritardo a trasmettere quanto richiesto. Il decreto non può essere rinnovato o avere efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari.
- Quando gli atti o i documenti siano stati assoggettati al vincolo di segreto funzionale da parte delle competenti Commissioni parlamentari di inchiesta, tale segreto non può essere opposto alla Commissione di cui alla presente legge.
- La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso.
In altre parole: Bisi, questa volta, non potrà rifiutarsi di consegnare gli elenchi dei massoni. Si ma quali?
La formula che lo consente, all’interno della legge istituiva, è a maggior ragione il potere di chiedere “copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari” Si ma quali? E quanta parte? Tutti i nomi? O solo quelli relativi a procedimenti in corso?
A leggere quanto ha dichiarato la presidente Rosy Bindi in Commissione antimafia il 21 dicembre 2016 sembrerebbe comunque che il raggio sia circoscritto agli elenchi della Sicilia e della Calabria: «Per quanto riguarda il Grande oriente d’Italia, si procederà a inviare una lettera al gran maestro Bisi affinché ci siano forniti, in via prioritaria, gli elenchi degli iscritti della Sicilia e della Calabria».
Sarebbero qualcosa ma – certamente – non basterebbero visto che quelli della Calabria e della Sicilia non solo non sono esaustivi ma possono essere ottenuti anche diversamente, vale a dire dalle prefetture o dalle autorità giudiziarie (si vedano, ad esempio, Palermo, Trapani e Reggio Calabria) che li hanno già (completi o parziali).
Ma anche se ci limitassimo agli elenchi di queste due regioni, vale sempre il principio che oltre al Goi (Grande oriente d’Italia) ci sono altre obbedienze massoniche (una è la Glri, le altre sono state già individuate dalla stessa Commissione antimafia) che dovrebbero dunque fornire quanto prima i propri elenchi. Ma il tempo stringe e la legislatura potrebbe volgere velocemente al vento.
Sempre a stare al tono di quanto dichiarato da Bindi, Bisi dovrebbe già aver ricevuto la lettera con la gentil richiesta e – dunque – se la logica è logica dovrebbe già presentarsi mercoledì prossimo con gli elenchi.
Ma andiamo oltre: davvero vale la pena di stare alla lettera delle dichiarazioni e limitarsi nell’audizione di mercoledì a quelle due regioni?
L’unica risposta è no, per il semplice motivo che migliaia di “fratelli” siciliani e calabresi di peso e rango operano fuori da quelle due regioni e anzi lì non sono proprio iscritti. A volte (molte) non sono proprio iscritti in Italia ma direttamente in Inghilterra. Ebbene: gli elenchi oltre confine (sempre più ricchi) chi li acquisisce? Purtroppo nessuno: è impossibile.
Ma veniamo ad un altro punto, forse quello più importante: gli elenchi (o se si preferisce, i nomi) verranno dati spontaneamente?
La domanda non sembri capziosa e infantile. Per due motivi. Primo: un conto è farsi consegnare gli elenchi (con tutte le riserve di cui sopra) un conto è andare a prenderli a casa dell’Obbedienza. Solo questi ultimi possono dare la certezza (o quasi) di autenticità ed esaustività.
Secondo motivo: il Goi (ma ripeto: tutte le Obbedienze massoniche) ci staranno o ingaggeranno una guerra senza precedenti nel nome della privacy?
Ho già scritto nel passato che le Obbedienze massoniche hanno due buoni motivi tanto per fare i lupi quanto per fare gli agnelli.
Lupi
Il primo è sollevare un polverone mediatico di proporzioni gigantesche gridando al complotto e alla violazione dei Templi. Una pista del resto battuta già quando il pm Agostino Cordova li chiese negli anni Novanta e che viene battuta ogni volta che qualcuno li chiede dalle Istituzioni (che essendo farcite di massoni fischiettano per dimenticarsene). Il secondo è che, potrebbero sempre far valere la possibilità che quegli elenchi siano acquisiti indirettamente attraverso le 100 e passa prefetture italiane che possono chiederle e ottenerli sul territorio (tra mille difficoltà). Una via tortuosa, quest’ultima, che alla Commissione apparirebbe una sfida vera e propria e dunque Bindi e la Commissione non possono rinunciare ad ottenerli (o prenderli?) direttamente dalle obbedienze. E’ una questione di dignità istituzionale, oltre che di tigna di toscana matrice.
Agnelli
Ma il Goi e le altre obbedienze massoniche hanno anche almeno due buoni motivi per accondiscendere alle richieste della Commissione. Primo: far vedere che la massoneria non è segretezza (ma finora cosa è stata se non questo?) ma riservatezza e privacy che, per il bene superiore della Patria, viene a miti, cordiali e suadenti atteggiamenti e consegnano gli elenchi alla Commissione antimafia. E questo è proprio il secondo motivo: li consegnano a quella Commissione della cui segretezza (qui si) confidano: quegli elenchi – classificati per legge come iper riservati e super segreti – resteranno nella cassaforte di Bindi.
Se così fosse sorge spontanea una domanda: ma viste le premesse – cioè acquisirli per rendersi conti di quali fratelli ci sono, oltre che in alcune aree del Paese, nelle Istituzioni, nel Parlamento e nei gangli vitali del Paese – potrebbero quegli stessi elenchi restare nelle segrete stanze delle Commissione parlamentare antimafia?
Non ho risposta ma ritorno alla premessa di questo articolo: spero di essere smentito su tutti i fronti, che gli elenchi vengano tutti (ripeto: tutti) acquisiti in originale autenticato, che vi sia uno scopo pubblico (anche se non di pubblico dominio) per la richiesta e che il trenino di Capodanno che i fratelli potrebbero aver troppo facilmente percorso al grido di “Hip hip urrah per Rosy Bindi e la Commissione tutta” possa tramutarsi in boomerang.
Io continuerò a seguire la vicenda e ad essere ipercritico fino a quando, come San Tommaso, non vedrò. E, soprattutto, non vedrò e non capirò gli effetti.
r.galullo@ilsole24ore.com
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