San Marino vuole entrare nei Paesi della cosiddetta white list in tema di antiriciclaggio ma “mancano del tutto i presupposti relativi”. Anzi, “non si può certo sostenere che San Marino non sia ad alto rischio di riciclaggio”.
Nero su bianco è quanto scrive il sostituto procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Maria Dell’Osso nella relazione 2011 della Direzione nazionale antimafia.
Il magistrato ricorda come il 31 marzo 2009 il ministro degli Esteri Franco Frattini abbia firmato un accordo-quadro (una sorta di mozione di principi la definisce testualmente Dell’Osso) in materia economico-finanziaria, cui ha fatto seguito, a fine anno, un accordo di cooperazione finanziaria. Tutto nella prospettiva di procedere ad appositi protocolli di contenuti, che realizzassero in concreto una effettiva collaborazione.
Negli accordi-quadro non rientrano intese di carattere fiscale: “il che costituisce questione di cospicua rilevanza, posto che nella legislazione sammarinese gli illeciti fiscali non costituiscono reati”, chiarisce Dell’Osso.
Per essere ancora più chiaro nell’analisi sui rapporti tra i due Stati, il magistrato fa riferimento alla vicenda giudiziaria relativa alle iniziative della Procura di Forlì nei confronti di esponenti bancari di San Marino. Questa vicenda testimonia, afferma Dell’Osso, “la specifica esigenza che gli eventuali accordi con San Marino debbano farsi carico della elisione di ogni strumento e modalità operativa in tema bancario-finanziario, che non diano ogni garanzia sotto il profilo dell’antiriciclaggio”
E chi deve controllare che San Marino non ciurli nel manico? Ma Bankitalia, chi altro? “In ogni caso non possono sussistere ragionevoli dubbi sul fatto che Bankitalia debba avere ogni utile potere in punto di vigilanza, possibilità d’ispezioni e così via, su ogni proiezione bancaria sammarinese. E’ da oltre un quinquennio che Bankitalia ha sollevato una serie di questioni fondamentali, senza che da parte di San Marino si sia andati al di là di ampie dichiarazioni di disponibilità, di volta in volta smentite dalla realtà”.
Ce n’è anche per l’ultima legge sul segreto bancario. “risultata in concreto deludente”. Sul fatto che Bankitalia debba ampliare i propri poteri di vigilanza, controllo e sanzione, Dell’Osso non ha alcun dubbio. “Bankitalia –scrive il magistrato – non ha consentito alle banche di San Marino di operare in Italia, ma ciò è avvenuto comunque, illegalmente. Valga per tutti l’esempio di un Gruppo, attraverso la quale la Banca di Risparmio di San Marino svolgeva di fatto attività bancaria in Italia. Emblematici risultano, altresì, i collegamenti tra l’intermediario sammarinese Asset banca e la Banca di Credito e Risparmio di Romagna”, nei confronti della quale Bankitalia ha dapprima disposto la gestione provvisoria e successivamente l’assoggettamento ad amministrazione straordinaria, conclusasi con la cessione del pacchetto di controllo della banca italiana ad altro intermediario.
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