A rendere ancor più problematica la situazione dei rapporti tra Italia e San Marino, secondo la Procura nazionale antimafia (si veda nell’ archivio del blog l’articolo di ieri), sono intervenuti i licenziamenti e le dimissioni dei vertici della Banca Centrale di San Marino. “Siffatte vicende – scrive il sostituto procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Maria Dell’Osso nella relazione 2011 presentata due giorni fa dal presidente della Commissione parlamentare antimafia Beppe Pisanu – sono state presentate come segni di rinnovamento e di trasparenza, ancorché Bankitalia non abbia mancato di rilevare che sono stati colpiti direttamente i responsabili della vigilanza e che sono stati chiamati a sostituirli soggetti provenienti non dagli ambienti della vigilanza, bensì da quelli dei vigilati”.
Il sostituto procuratore antimafia, ribadisce la questione del superamento del segreto bancario, di una adeguata disciplina, tuttora insussistente, in tema di reati societari e finanziari e di insider trading ma lo fa per uno scopo ben preciso: nessuna delle tre forze di polizia sammarinesi è in grado di effettuare specifiche investigazioni finanziarie, “come ammesso, del resto, dagli interessati”.
Non bastassero gli elementi oggettivi, il magistrato evidenzia anche la scarsa volontà di San Marino di mettersi in riga, anche quando questo non gli costerebbe nulla.
San Marino, infatti, non fa parte della Rete giudiziaria europea (Rge) né è mai intervenuta come osservatrice alle riunioni plenarie, alle quali abitualmente intervengono i rappresentanti di tanti altri Paesi che pure non fanno parte dell’Unione europea. “Non meraviglia più che tanto, di conseguenza, la reiterata sperimentazione dell’impossibilità di ottenere da San Marino un’assistenza giudiziaria degna di tale nome”, conclude Dell’Osso e forse il suo pensiero corre a Roma e Forlì.
Nessuna speranza dunque che le cose tra i due Paesi possano migliorare? Uno spiraglio Dell’Osso lo apre ma non più di quello. “E’ un fatto positivo che, come s’è rilevato – scrive infatti nella relazione – nei tempi più recenti non siano mancati segni di apertura delle autorità sammarinesi: se si tratterà di segni destinati a sviluppi concreti e concludenti, le prossime interlocuzioni s’incaricheranno di dimostrare, ancorché le prospettive appaiano allo stato indubbiamente problematiche”.
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