Mammasantissima/8 La Dda fa strame di candidati e sindaci di Reggio Calabria negli ultimi 20 anni

Cari e amati lettori di questo umile e umido blog, dopo un periodo di pausa, riprendo a scrivere dell’indagine Mammasantissima della Procura di Reggio Calabria (molto ne ho già scritto sul Sole-24 Ore). Per i servizi precedenti rimando ai link a fondo pagina.

Oggi ritorno al fosco quadro che la Procura dipinge sulla cappa che da sempre offusca Reggio e la Calabria.

La Dda (a firmare l’indagine sono stati il capo Federico Cafiero De Raho e il pm Giuseppe Lombardo) non salva infatti proprio nessuno nella sua analisi che data negli anni a testimonianza, qualora ve e fosse bisogno, che Reggio non è certo soffocata da ieri ma la sua morte si perde nel tempo.

Al centro di ogni più recente manovra, per investigatori e inquirenti, c’è sempre lui, l’avvocato già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa Paolo Romeo, forse proprio per questo amato e benvoluto deus ex machina di ogni manovra “salottiera” reggina.

Quando, infatti, a pagina 1.629 il Gip Domenico Santoro ricostruisce, sposando il filo logico della Procura, la contrapposizione per la carica di sindaco tra Peppe Scopelliti e Demetrio Naccari Carlizzi, ecco cosa scrive.

«Dalle captazioni – si legge nell’ordinanza – risulta che Romeo ha deliberatamente favorito lo Scopelliti, sebbene fosse consapevole che potesse rivelarsi miglior amministratore il Naccari (“io a Naccari lo reputo più efficiente, più .. più cinico e .. efficiente”) ».

Romeo, in due dialoghi dell’8 maggio 2002 indicava che non aveva mancato di sottolineare a Naccari che la sua campagna elettorale era quasi impossibile («che è solo, io gliel’ho detto e io… sei abbandonato, non vedi che qua c’è un esercito schierato là… “manco li cani”… di ministri, sottosegretari, assessori, funzionari, cose»). La situazione era tale che Romeo riteneva che «purtroppo perde Demetrio però, se vi devo dire la verità, se io .. una azienda mia personale e mi dicevano .. tu devi scegliere per fare il manager tra Scopelliti e Demetrio .. tutto sommato .. pensavo .. là posso perdere un anno, un anno me lo guadagno con … ma l’azienda mi restava ..con Scopelliti è capace che la faceva fallire».

La vittoria di Scopelliti su Naccari Carlizzi, quindi, riassume il Gip testualmente a pagina 1.630, è il frutto di dinamiche politiche abilmente gestite dall’avvocato Romeo, come rivela l’espressione «sono stati un’invenzione nostra…».

Ma a testimonianza del fatto che la Procura di Reggio Calabria non guarda proprio in faccia a nessuno, ecco che il Gip a pagina 1662 e seguenti scrive che «Romeo ha intercettato l’elettorato mafioso di Falcomatà Italo e lo abbia orientato verso Scopelliti Giuseppe. In conseguenza, padrone della macchina comunale, tanto delle componenti politiche quanto di quelle amministrative, ne ha condizionato il funzionamento piegandolo alle esigenze di appartenenti alla ‘ndrangheta».

Ora, è bene sottolineare che la Procura sta continuando a scavare sui sostegni elettorali e sugli accordi della ‘ndrangheta di cui negli anni alcuni candidati sindaci avrebbero goduto, attraverso la ricerca di riscontri ulteriori non solo alle dichiarazioni di alcuni pentiti ma anche da alcune intercettazioni captate, ad esempio, dalla sala ascolto nella primavera 2002 tra alcuni politici e alcuni imprenditori, sui quali presto potranno essere scritte nuove e impensabili pagine della vita cittadina.

Tanto che, svelando appena appena le carte a disposizione della Procura, a pagina 1668 il Gip conclude così: «Le complessive risultanze delle attività di indagine, coniugate con i contenuti delle conversazioni appena analizzate, fanno emergere che Romeo Paolo:

aveva con Naccari Carlizzi rapporti tali da consentirgli di prevederne la disfatta elettorale e di rappresentarglielo;

conosceva l’elettorato mafioso che aveva sostenuto Falcomatà e lo aveva dirottato in favore di Scopelliti anziché di Naccari Carlizzi;

aveva carisma e autorevolezza unanimemente riconosciuti dagli esponenti della ‘ndrangheta (Carriago, nel caso di specie), dagli esponenti politici operanti nel settore dei lavori pubblici (Germanò Francesco) e dai dirigenti operanti proprio in quel settore (Cammera Marcello), rispetto ai quali assumeva ruolo di raccordo delle relative istanze».

Non c’è alcun dubbio che la messa a disposizione della Procura da parte di Scopelliti e Naccari Carlizzi, con il primo che ha anche pubblicamente chiesto di essere ascoltato, aggiungerà elementi utilissimi all’indagine.

Del resto anche Giuseppe Falcomatà, attuale sindaco di Reggio, figlio di Italo e cognato di Naccari Carlizzi, gli uni e gli altri come visto, insieme all’immarcescibile Scopelliti, citati nelle carte delle indagini svelate e in quelle ancora coperte da segreto istruttorio, ha già portato un contributo di serenità e di pieno e incondizionato sostegno al lavoro della Procura. Non erano infatti passate che poche ore dal terremoto dell’indagine Mammasantissima, che Giuseppe Falcomatà dichiarò: «Il lavoro della Procura reggina sta bonificando la democrazia. E’ come se qualcuno dopo tanto tempo abbia deciso di aprire una finestra in una stanza chiusa, buia, asfittica, portando una nuova luce ed una ventata di speranza sul nostro territorio.

Ringrazio di cuore il Procuratore Federico Cafiero De Raho per quanto sta facendo per la nostra città i risultati prodotti dai magistrati della Dda, che vanno sostenuti attraverso un apporto adeguato di uomini e mezzi, stanno dando una nuova prospettiva di speranza a tutti quei cittadini onesti che lavorano ogni giorno per una Reggio nuova e diversa.

Un tassello dopo l’altro si ricompone il puzzle criminale di quell’odiosa cappa di interessi perversi che hanno asfissiato questa città negli ultimi quindici anni. Aria nuova, luce nuova, finalmente. Reggio Calabria deve voltare definitivamente pagina, mettendosi alle spalle un passato che non può e non deve più appartenerle. Chi l’ha ridotta in uno stato comatoso, succhiandone le risorse per bieche finalità personali e rubando pezzi importanti del futuro di questa terra, ha una responsabilità storica pesantissima che finalmente, oggi, grazie all’ottimo lavoro della Procura, è stata messa finalmente in luce».

E che bonifica sia, riprendendo le parole del sindaco. E che aria e luce nuova siano, riprendendo sempre le sue parole. Solo che lui data tutto agli ultimi 15 anni. Ho l’impressione – magari sbaglio – che la Procura stia risalendo molto, ma molto più indietro nel tempo.

Alla prossima settimana con nuovi approfondimenti sull’indagine.

8 – to be continued

r.galullo@ilsole24ore.com

(si leggano

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  • Bartolo |

    Caro Galullo, dopo 15: la storia! Non più giustizia. Cafiero, per fare veramente giustizia, deve trovare la forza di Ercole… In tal caso, saremmo nella leggenda, non più nella procura della repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria.
    Saluti

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