Sistemi criminali/2 I pm antimafia di Reggio e Palermo: «La nuova norma sul voto di scambio politico mafioso è un mostro»

Cari amici di blog da ieri sto riportando quanto è accaduto nell’incontro organizzato il 6 maggio a Reggio Calabria dall’associazione Riferimenti-Gerbera Gialla e al quale hanno partecipato i sostituti procuratori delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro Giuseppe Lombardo e Pierpaolo Bruni.

Rimando al link a fondo pagina per quanto scritto ieri. Oggi passiamo ad un argomento affine, vale a dire i “limiti” (per usare un eufemismo) del legislatore e della legislazione.

«Non riesco a comprendere – ha detto il sostituto procuratore – come si sia ancora capito che la vera priorità del contrasto alle mafie è la eliminazione di molte norme inutili, la semplificazione dei procedimenti, l’avvio di un serio progetto di depenalizzazione, che ricollochi al centro del sistema processuale penale solo i fatti di particolare gravità, ricorrendo ad altri strumenti per sanzionare le altre illiceità.

Quasi tutte le riforme adottate di recente, sebbene accompagnate da imponenti campagne mediatiche di sostegno, hanno inciso ben poco sulla efficacia degli strumenti a nostra disposizione, non servono ad agevolare il nostro lavoro ed a far comprendere il reale disvalore sociale da riconnettere ai delitti di mafia ed ai loro devastanti effetti sul contesto sociale ed economico, nazionale ed internazionale».

Lombardo è persona intelligente e ha il gusto della provocazione. Sa lui, come sappiamo tutti, che il legislatore – nella parte politica marcia, corrotta e corruttrice – pensa a tutto fuorché alla semplificazione e alla selezione naturale dei delitti, a partire dai più gravi. Se così operasse apporterebbe un colpo mortale alla propria capacità di autoconservazione e al potere di libero scambio nella concessione di diritti tramutati in favori e alla capacità di agire in simbiosi con la quota parte di classe dirigente del Paese altrettanto marcia e ugualmente corrotta e corruttrice.

La politica – Lombardo lo sa meglio di me – non ha alcuna intenzione di agevolare ma ha perenni ambizioni ad ostacolare.

Quanto alle claque mediatiche, beh, forse è il caso di soprassedere perché mai come ora la professione alla quale appartengo è indegna di chiamarsi giornalismo.  Appena due giorni fa la rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica” ha affrontato l’argomento con un intervento di padre Francesco Occhetta, secondo il quale «la deontologia dei giornalisti è in crisi: le convinzioni e i riferimenti classici sono in progressivo e veloce invecchiamento al punto che è urgente un intervento di generale ripensamento e riordino che eviti abusi e distorsioni dell’informazione che hanno sempre piu’ pesanti conseguenze sociali, politiche, economiche, spesso anche di rilevanza giudiziaria». Occhetta ha sollecitato in primo luogo i giornalisti – e con essi gli organi di categoria, in particolare l’Ordine e il sindacato – ad una riflessione sulla natura di servizio pubblico (e per i credenti di servizio al prossimo) della loro professione.

Si rallegri Lombardo: il meglio è alle nostre spalle, ora non si può che peggiorare!

IL VOTO DI SCAMBIO

Si è discusso per anni in merito alla necessità di rivedere il delitto noto come scambio elettorale politico – mafioso che, neppure è nata, che già presenta difficoltà applicative, già segnalate dalla Suprema Corte di Cassazione.

«Mi chiedo se in relazione ad un tema così rilevante non sarebbe stato meglio privilegiare il ritorno a formule normative caratterizzate da una struttura semplice, lineare, caratterizzata dalla possibilità di inquadrare immediatamente il fatto tipico di astratto rilievo penale – ha affermato Lombardovisto l’immanente rischio di generare “mostri” che mettono in crisi anche i principi cardine del nostro sistema penale, sostanziale e processuale».

Il legislatore ha preferito invece stravolgere la norma, rendendola di fatto inapplicabile; sarebbe bastato inserire soltanto il riferimento “alle altre utilità”, accanto al denaro, nella vecchia formulazione per raggiungere il risultato sperato e richiesto.

La pensa così solo Lombardo? No, i pazzi reazionari e visionari sono tanti. Uno a caso: Vittorio Teresi, procuratore aggiunto della Procura di Palermo. Sul fattoquotidiano.it potrete leggere queste sue dichiarazioni rilasciate appena due giorni fa dopo l’indagine che ha condotto in Sicilia sull’inquinamento del voto alle regionali 2012 e che ha coinvolto alcuni (ex) parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana: «La concezione che sta alla base delle norme sul nuovo voto di scambio distrugge tutto ciò che è stato fatto negli ultimi venti-trenta anni contro la mafia e il suo potere elettorale. Non è ammissibile che ogni volta ci si debba chiedere di dimostrare il metodo mafioso. Sbaglia chi crede che ci sia una mafia militare e una mafia politica e che queste siano due parti scindibili, indipendenti e autonome dell’organizzazione mafiosa. Non sono la stessa cosa dal punto di vista ideale e operativo, sono la stessa cosa dal punto di vista personale. I criminali mafiosi a cui ci si rivolge” per ottenere voti “sono coloro che commettono i reati più gravi all’interno dell’associazione mafiosa per raggiungere i fini dell’associazione stessa».

Ora mi fermo, vi auguro buon fine settimana e vi do appuntamento alla prossima settimana con nuovi approfondimenti  sulle questioni sollevate nell’incontro di Reggio Calabria.

r.galullo@ilsole24ore.com

2- to be continued (per la precedente puntata si veda  http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/05/28/sistemi-criminali1-il-pm-lombardo-della-dda-di-reggio-calabria-e-quelle-indispensabili-articolazioni-esterne-alle-mafie/)

LA COLLANA EDITORIALE ORA LEGALE: DA IERI IN EDICOLA CON IL SOLE 24 ORE IL MIO NUOVO LIBRO “FINANZA CRIMINALE”

in edicola con il Sole-24 Ore il 14 maggio ha debuttato la Collana editoriale a mia cura “Ora legale”, proprio come la rubrica che ogni giovedì, da due anni a questa parte, curo sul portale del Sole-24 Ore. Da ieri e per una settimana potrete acquistare in edicola il mio libro “Finanza criminale – Soldi, investimenti e mercati delle mafie e della criminalità in Italia e all’estero” al prezzo di 8,90 euro oltre al prezzo del quotidiano.

Ogni settimana (ogni giovedì) un volume diverso (si veda in fondo il piano dell’opera e le modalità di acquisto) – I 20 volumi vi faranno compagnia fino alla fine di settembre.

IL PIANO DELL’OPERA

1)    “Cose di Cosa Nostra” – Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani – 14 maggio

2)    “Liberi tutti – Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia” di Pietro Grasso – 21 maggio

3)    Finanza criminale – Soldi, investimenti e mercati delle mafie e della criminalità in Italia e all’estero – di Roberto Galullo – 28 maggio

4)    Un eroe borghese”  di Corrado Stajano –  4 giugno

5)“A testa alta – Storia di un eroe solitario” di Bianca Stancanelli – 11 giugno

6)“Le parole di una vita – Gli scritti giornalistici” – Giancarlo Siani – 18 giugno

7) “Senza padrini – Resistere alle mafie fa guadagnare” di Filippo Astone – 25 giugno

8)“Il caso Valarioti” – Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto)” di Danilo Chirico e Alessio Magro con interventi di Giorgio Bocca, Enrico Fontana e Giuseppe Smorto – 2 luglio

9)“Chi comanda Milano” di Alessia Candito – 9 luglio

10)“La mafia fa schifo – Lettere di ragazzi da un Paese che non si rassegna” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso – 16 luglio

11) Ho ucciso Giovanni Falcone – La confessione di Giovanni Brusca” – di Saverio Lodato – 23 luglio

12)“Il giudice ragazzino” di Nando Dalla Chiesa – 30 luglio

13) “Peppino Impastato – Una vita contro la mafia” – di Salvo Vitale – 6 agosto

14)“Libero – L’imprenditore che non si piegò al pizzo di Chiara Caprì con Pina Maisano Grassi –13 agosto

15)“Maledetta mafia – Io, donna, testimone di giustizia con Paolo Borsellino” – di Piera Aiello e Umberto Lucentini – 20 agosto

16) “Anime nere” – Gioacchino Criaco – 27 agosto

17) “La peste – La mia battaglia contro i rifiuti della politica italiana” di Tommaso Sodano e Nello Trocchia 3 settembre

18) “Delitto imperfetto – Il generale, la mafia, la società italiana” – di Nando Dalla Chiesa – 10 settembre

19) “Nomi, cognomi e infamidi Giulio Cavalli con prefazione di Giancarlo Caselli – 17 settembre

20) “C’erano bei cani ma molto seri –  Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo” – di Alberto Spampinato – 24 settembre

MODALITA’ DI ACQUISTO

I 20 volumi delle Collana “Ora legale – Storie di eroi, mafia e antimafia” potranno essere acquistati ogni giovedì in edicola (dove, ciascuno, resterà per una settimana) al prezzo di 8,90 euro oppure sul canale shopping24 accessibile direttamente dal sito www.ilsole24ore.com/oralegale (il prezzo dell’intera collana è di € 178,00).

E’ possibile acquistare online l’intera opera al prezzo di 160,20 € invece di 178,00 €, con uno sconto del 10% rispetto all’acquisto delle singole uscite e l’invio gratuito presso l’indirizzo prescelto senza alcuna spesa aggiuntiva di spedizione. L’opera verrà recapitata in 4 spedizioni a partire da luglio 2015.

Si potranno chiedere direttamente gli arretrati all’ edicolante di fiducia i volumi mancante della collana Ora legale” Senza alcun sovrapprezzo: si paga  soltanto il numero che ti interessa più il costo del quotidiano. Oppure si può acquistare il/i volume/i mancante/i direttamente online, su Shopping24.

  • Christian |

    Non sono d’accordo.
    Ricordiamo che il diritto di voto, e di propaganda elettorale, è il cuore della Democrazia, renderlo reato, come è giusto che sia nel caso di voto di scambio, è una cosa delicata e pericolosa per la Democrazia.
    Quindi è bene andarci con i piedi di piombo senza voler fare i moderni rivoluzionari.
    Nulla sarebbe peggio che trasformare agli occhi della gente la lotta per la legalità che abbiamo ereditato dai tanti Martiri, in una nuova santa inquisizione. Ci delegittimerebbe tutti e otterrebbe l’effetto opposto di legittimare il malaffare (meglio un po’ di mafia che l’inquisizione si direbbe).
    L’onere della prova è difficile per i PM ? Bene, significa che si colpiranno solo i casi più pericolosi, che gli inquirenti dovranno fare bene il loro lavoro e che gli avvocati avranno materiale per difendere i loro clienti. Non si fanno le leggi per dare condanne facili ai PM, ma per difendere lo Stato da un pericolo per la Democrazia, se per gettare l’acqua sporca gettiamo anche il bambino non credo che abbiamo fatto un gran servizio al Paese, anzi.
    In questo caso la Politica credo abbia fatto davvero bene il suo lavoro, perchè ha scontentato tutti, avremo più condanne per voto di scambio di prima, ma non tutte le indagini condurranno a condanne, quindi sarà garantito il diritto di difesa.
    Una norma troppo generica che permetteva di condannare tutti avrebbe condotto ad una responsabilità di tipo oggettivo, che sarebbe stata di certo bocciata dalla Corte Costituzionale per violazione del principio democratico, una pronuncia pesantissima che ci avrebbe delegittimati. Una volta bocciata la norma dalla Corte voglio vedere chi si sarebbe permesso di reintrodurre la norma qualificata antidemocratica… politicamente sarebbe stato impossibile per anni ed anni, con il conseguente ritorno alla norma vecchia, che non puniva nessuno, e la vittoria delle mafie.
    La norma attuale è invece certamente costituzionalmente legittima, perché richiede un vaglio sull’elemento psicologico, elemento psicologico che è fondamentale per punire una condotta che oggettivamente è l’essenza della democrazia (chiedere il voto in cambio di promesse) e diviene illecita solo quando vi è un dolo tale da trasformare la propaganda elettorale in complicità con le mafie.
    In questo caso il dolo è giustamente rafforzato, cosa necessaria per garantire la costituzionalità della norma, perché per essere condannato l’imputato doveva essere: 1) consapevole che i voti promessi sarebbero stati ottenuti col metodo mafioso;
    2) Accettare comunque l’offerta di voti.
    In pratica i processi si dibatteranno tutti sul dolo, come è giusto che sia.
    Pensiamo a due casi: a) vado da alcuni membri di una cosca mafiosa e li pago per avere i voti della loro famiglia (intesa come nucleo familiare). b) vado da una cosca mafiosa e chiedo voti in cambio di futuri favori, sapendo che i voti che otterrò saranno quelli delle persone a loro sottomesse.
    Quale condotta è più grave ? Io la prima non la vedo neppure paragonabile alla seconda, perché la prima dimostra l’estraneità del politico alla cosca (se li pagno non ne sono complice) la seconda invece la sua complicità organica attuale e futura.
    L’attuale norma poi non richiede lo scambio del denaro o dei favori, ma è sufficiente l’accettazione della promessa di voti, il reato si perfeziona subito, così si possono fermare e condannare i politici complici prima che commettano troppi danni.
    C’è stata una rivoluzione nel 416ter in realtà, ora si punisce la complicità del politico con la mafia, questo è l’elemento chiave, se un politico ottiene i voti mafiosi consapevolmente, ma non è loro complice, perché dovrebbe essere condannato ? E’ la complicità che deve essere punita. Bisogna entrare in questa nuova ottica. Non è un crimine fare propaganda elettorale in un quartiere ad alta presenza mafiosa, promettendo di aiutare la gente di quel quartiere, non deve assolutamente diventare un crimine, altrimenti siamo finiti. Un politico onesto non può vivere con l’ossessione del casellario giudiziale delle persone che incontra e a cui fa promesse, smetterebbe di stare in mezzo alla gente, e ad essere lesa sarebbe la Democrazia.
    Con il nuovo 416ter abbiamo senza dubbio fatto un passo in avanti, e questo è innegabile.
    Se ne possono certamente fare altri, ma ricordiamo di farne sempre uno alla volta.
    Ora aspettiamo un po’ di giurisprudenza, di dottrina, e poi si vedrà il da farsi.
    Meglio comunque portare a casa una mezza vittoria che una totale sconfitta.
    Io sono soddisfatto da questa norma.

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