Mafia Capitale/3 Per gli ex Nar basta «bussacchiare» alle porte del Comune ed essere disponibili anche «a pulire il sedere»

Cari amici di blog sapete che da alcuni giorni sto scrivendo dell’operazione Mafia Capitale della procura di Roma (le indagini sono state delegate ai Ros dei Carabinieri). Ne sto scrivendo molto sul quotidiano Sole-24 Ore (anche oggi, per chi vorrà leggermi, non mancano le sorprese sui contatti delle coop) e su questo umile e umido blog dove mi “diverto” a spigolare alcuni altri aspetti.

Come per esempio quello in cui il presunto capo di Mafia Capitale, Massimo Carminati, si intrattiene piacevolmente al telefono con un ex militante dei Nuclei armati rivoluzionari, diventato poi un notissimo conduttore nelle radio private romane. E’ un tifoso romanista sfegatato ma i due non parlano di calcio. Nossignori.

Carminati nella conversazione intercettata il 20 giugno 2013 spiega che occorreva andare a «bussacchiare» agli uffici del Comune, per accreditarsi presso i neoeletti (Ignazio Marino era stato eletto sindaco da appena una settimana) e garantirsi l’assegnazione di lavori, indicando il percorso da seguire: «gli si dice adesso che cazzo ..ora che abbiamo fatto questa cosa, che progetti c’avete? Allora nel progetto, perché voi fate li progetti…la politica…adesso che progetti c’avete? Teneteci presenti per i progetti che c’avete, che te serve? Che cosa posso fare? Come posso guadagnare, che te serve il movimento terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo ..ecco, te lo faccio io perché se poi vengo a sapè che te lo fa un altro, capito? Allora è una cosa sgradevole…» .

Questa conversazione è considerata molto significativa dalla Procura di Roma. In primo luogo perché esprime l’esistenza di una realtà, di cui Carminati è espressione, com’è reso evidente dall’uso della prima persona plurale («…teneteci presenti…»), alla presenza di uno dei suoi più stretti collaboratori, Riccardo Brugia, considerato dalla Procura «organizzatore, braccio destro di Carminati, collabora con lui in tutte le attività di direzione dell’associazione, coordina le attività criminali dell’associazione nei settori del recupero crediti e dell’estorsione, custodisce le armi in dotazione del sodalizio».

In secondo luogo, perché, sempre per la procura, esprime la consapevolezza di una capacità d’intimidazione, nota alla controparte, utilizzata al fine di ottenere gli obiettivi perseguiti: il riferimento alle sgradevoli conseguenze per i vertici pubblici connesse alla mancata attribuzione di lavori non è certo un riferimento alla volontà di non rispettare regole di buona educazione, quanto piuttosto una precisa opzione di esercizio di un potere d’intimidazione, connesso alle capacità criminali di un gruppo operativo a Roma.

In terzo luogo, la conversazione esprime la curvatura dei rapporti esistenti tra “Mafia Capitale” e pubblica amministrazione e in particolare l’interazione esistente tra metodo corruttivo e metodo intimidatorio, giacché ciò che viene prospettata all’inizio è una collusione illecita finalizzata al guadagno insieme a un’ampia disponibilità («... che ti pulisco il culo …ecco, te lo faccio io… » ) mentre le conseguenze prospettate nel caso di rifiuto di tale disponibilità sono le «cose sgradevoli».

«La pregnanza probatoria di tale conversazione – concludono i pm e sottoscrive il Gip – non può prescindere dalla statura e dallo spessore criminale di Carminati, nota a lui medesimo, ai terzi e, con malcelata soddisfazione da parte sua, mediaticamente consacrata. Sarebbe grave errore di prospettiva storica confondere Carminati con un balordo di quartiere, un fanfarone che parla per darsi importanza, così come sarebbe un grave errore di valutazione probatoria derubricarne il ruolo a quello di pensionato del crimine».

Si è in presenza di un personaggio dalla caratura criminale assoluta, delineata in altra parte della richiesta. Un intoccabile, per dirla con il braccio destro di Carminati, Giovanni Buzzi – per aver foraggiato partiti di ogni genere – che rende intoccabili quelli che con lui si associano, che siede in condizioni di parità al medesimo tavolo con i rappresentanti delle organizzazioni criminali, anche quelle tradizionali, operanti su Roma, che intrattiene rapporti con esponenti di apparati dello Stato e con esponenti delle forze dell’ordine – che con deferenza starebbero a sentirlo per due giorni, invece che interrogarlo per due mesi.

r.galullo@ilsole24ore.com

3 – to be continued (per le precedenti puntate si leggano http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/12/03/mondo-di-mezzo1-levoluzione-in-sistema-criminale-della-banda-della-magliana-anche-senza-lattesa-di-un-messia-di-destra/

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/12/04/mafia-capitale2-la-dda-svela-contatti-con-poliziotti-e-carabinieri-ma-il-colpo-grosso-sui-legami-con-i-servizi-e-rimandato/)