Venerdì scorso, mentre ero alla prese con la lettura dell’elenco dei testimoni convocati dalla Procura di Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia e scriverne per il mio giornale (si veda il pezzo nell’archivio del portale) ho ricevuto una telefonata dal presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa (già sindaco facente funzioni a Reggio, allorché raccolse con indomito coraggio e indicibile sprezzo del pericolo la fastosa eredità del migliore di tutti noi, Ciccio-Peppe Scopelliti).
Personalmente non lo conosco ma la sua telefonata è stata di una correttezza e di una cordialità totale.
Mi ha chiesto ospitalità – che volentieri do a lui come a chiunque voglia esercitarsi in questa palestra di democrazia senza padrini e padroni se non i lettori – per chiarire i contorni della partecipazione della Provincia di Reggio Calabria alle manifestazioni il 2 e 3 maggio di Riferimenti in occasione della Gerbera Gialla.
L’assenza (tranne pochissime eccezioni) della politica (in questa terra i simboli e la simbologia contano quasi quanto i fatti) era stata infatti da me stata stigmatizzata (si veda archivio del 3 maggio) non tanto nella sfilata della Gerbera Gialla (della quale anche io, come gli altri, ero partecipe e al tempo stesso spettatore) ma nella giornata in cui c’è stato il confronto tra il procuratore capo della Repubblica Federico Cafiero del Raho, il suo sostituto Giuseppe Lombardo, chi vi scrive e il giornalista della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati.
Assenza (anzi: vuoto pneumatico) che si è ripetuta pochi giorni fa, il 15 maggio nel corso dell’incontro, organizzato ancora da Riferimenti, tra Lombardo e il pm della Dda di Palermo Nino Di Matteo, moderato da chi vi scrive.
Una doppia assenza – oltre alle strane coincidenze di riunioni di giunta a piè sospinto – che non è sfuggita a nessuno. Ma proprio a nessuno…neppure alla stessa politica che, infatti, si è astenuta in massa, risolvendo così l’amletico dubbio di Nanni Moretti in Ecce Bombo (1978): «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? ».
Del resto come avevo stigmatizzato l’assenza (molto significativa) della politica ho stigmatizzato e stigmatizzo l’assenza della magistratura (tranne poche eccezioni. Di cosa avevano paura pm e giudici? Di Cafiero De Raho, di Lombardo, di Di Matteo o hanno paura ancora di un passato che non passa e che soffia ancora sulle spalle?) e della classe dirigente (!) reggina.
Nella lettera, vedrete, le pacate e costruttive riflessioni di Raffa vengono sottoposte anche a Riferimenti, di cui un comitato di studenti aveva criticato l’assenza anche della Provincia di Reggio nelle manifestazioni.
La Provincia di Reggio – rivendica il presidente – c’era con il suo vicepresidente Giovanni Verduci. Questa rivendicazione – a mio modesto avviso – lascia il passo ad un passaggio molto ma molto più significativo di Raffa nella lettera. Quello in cui dice – condivisibilmente – che «a questa latitudine manca un fronte antimafia compatto capace di non lasciare spazio agli equivoci e alle strumentalizzazioni».
Spero che Reggio – anche attraverso questi contributi – sappia trovare il modo di coagularsi contro i “sistemi criminali”.
Buona lettura
r.galullo@ilsole24ore.com
ECCO IL TESTO DELLA LA LETTERA
Gentile dott. Galullo,
non ho alcuna intenzione di polemizzare con lei, giornalista molto attento rispetto alle dinamiche sociali ed economiche che riguardano la Calabria e la città di Reggio in particolare.
Precisato questo, soprattutto per evitare equivoci che, a volte, servono ad allontanare ancora di più i cittadini dalle Istituzione mi corre l’obbligo di precisare la posizione della Provincia, ente che presiedo, risposto alla partecipazione alla “Gerbera Gialla”, manifestazione antimafia organizzata dall’associazione “Riferimenti”.
A tale avvenimento, la Provincia, ufficialmente, ha partecipato con il vicepresidente Giovanni Verduci il quale ha atteso il corteo a piazza Italia al quale si è aggregato a fianco del Prefetto di Reggio Calabria, del Commissario prefettizio del Comune capoluogo e del Comandante della Polizia provinciale.
In via Gennaro Musella, lo stesso vicepresidente Verduci, con il gonfalone, ha salutato sia il Presidente del Senato sia la signora Adriana Musella. Questi i fatti. Dal punto di vista dell’impegno a sostegno della legalità dell’Ente che presiedo c’è da sottolineare che, a manifestazioni del genere, la Provincia, con i suoi vertici, partecipa in modo convinto e non già per fare passerella che poi, in qualche modo, produce consenso.
Non posso sottacere che fui io a sollecitare l’intitolazione di una strada all’ing. Gennaro Musella, vittima del tritolo della ‘ndrangheta. Il nostro impegno contro i poteri criminali e l’illegalità diffusa non è qualcosa di simbolico, ma è un impegno di lealtà con quanti continuano a chiamarci nella gestione della cosa pubblica. Questo perché fa parte della nostra cultura e della nostra consapevolezza che solo attraverso un fronte comune sarà possibile sradicare la mala pianta da un tessuto sociale che necessità di una forte rigenerazione. Siamo altresì convinti che le istituzioni non debbano delegare né le associazioni, né la magistratura o le forze dell’ordine, ma hanno il dovere di porsi in prima linea e attraverso un’azione sinergica costruire un argine alle forze dell’antistato.
A questa latitudine manca un fronte antimafia compatto capace di non lasciare spazio agli equivoci e alle strumentalizzazioni – che contribuiscono solo ad alzare barriere invalicabili tra cittadini e istituzioni- che ostacolano il cammino di riscatto culturale, sociale ed economico del territorio.
La ringrazio e con stima Le invio l’augurio di buon lavoro.

60; Giuseppe Raffa