Lotta alla mafia? Ma de che parlamo: in Emilia Romagna la Dda campa con 15mila euro all’anno e alle 19.30 spegne la luce!

Nella relazione conclusiva sulle mafie spedita il 6 febbraio 2013 dalla Commissione parlamentare ai due rami del Parlamento e diffusa oggi ci sono documenti, relazioni e audizioni che trovo semplicemente spettacolari.

Spaccati della lotta alla mafie che, se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.

Prendiamo – a esempio – quanto dichiara il capo della Procura di Bologna e candidato alla successione alla poltrona che fu di Pietro Grasso in Dna, Roberto Alfonso.

Il quadro disegnato dalle parole del Procuratore di Bologna in materia di risorse disponibili e` tanto chiaro quanto, purtroppo desolante, e merita di essere riportato nella sua completezza senza aggiungere una parola: «Per quanto riguarda l’adeguatezza degli strumenti e delle risorse, io credo che sugli strumenti qualche ritocco può sempre fare bene, non c’e` dubbio; quello delle risorse invece e` un problema grave. Vi debbo dire che io ho dovuto condurre l’attività della Direzione distrettuale antimafia, che ha competenza su 9 Province, su 4 milioni di abitanti e su un territorio enorme, con 15.000 euro.

In tutto il 2012 la mia Dda ha ricevuto 15.000 euro al 9 novembre 2012, quando mi sono fatto dare il dato dalla segreteria per venire qua da voi; questo vi dice tutto. In ufficio ho sei magistrati sottoposti a misure di protezione; tre apparteniamo alla Dda e tre appartengono alla procura ordinaria, ma svolgono attività di indagine – o l’hanno già svolta – nei confronti dei gruppi anarco-insurrezionalisti.

Ebbene, io ho due autovetture protette; una me la presta costantemente la procura generale e una me la presta ogni tanto la corte d’appello. Ovviamente facciamo i turni per poter andare a casa, tornare, eccetera. Per carità di Dio, questa e` la situazione del Paese e siamo i primi noi a fare sacrifici. Però bisogna anche comprendere che, con questa quantità e qualità delle risorse, l’impegno arriva fino ad un certo punto. Ad un assistente amministrativo o ad un autista io non posso dire di restare fino a mezzanotte, se non ho la certezza che poi gli verrà pagato lo straordinario. Infatti egli la prima volta lo fa per rispetto del Procuratore della Repubblica, la seconda volta lo fa per ragioni di cortesia, la terza volta lo fa se gli sono simpatico (se invece il Procuratore non gli sta simpatico, non lo fa più), la quarta volta mi dirà che ha famiglia e che non può restare la sera fino alle dieci senza portare a casa nulla. Noi dobbiamo fare i conti con queste cose: alle sette e mezzo nel mio ufficio spengono la luce. Se siamo in ufficio, ce ne andiamo.

Tanto per essere chiari, parliamo di questo; non parliamo dei massimi sistemi. Noi quindi cerchiamo di fare tutto quello che le nostre forze ci consentono di fare, con il sacrificio di ciascuno di noi e delle nostre famiglie e con l’impegno massimo che possiamo dare. Vi prego di prendere atto di ciò , perché così stanno le cose. Non credo che sia così soltanto a Bologna, ma credo che sia così dappertutto. Mi sono permesso nella relazione di indicare comparativamente il dato del mio ufficio con il dato di Genova e di Firenze. A parità di processi, c’e` una maggiore estensione del territorio e c’e` un maggior numero di tribunali (che ovviamente sono collegati alle Province); giornalmente debbo inviare magistrati a fare udienze a Piacenza, a Parma, a Modena, a Reggio Emilia, eccetera. Tuttavia c’e` un numero di magistrati e di personale amministrativo inferiore rispetto a questi altri due uffici; rispetto ai 30 magistrati di Firenze, io ne ho 23 in organico.

L’organico inoltre non e` sempre pieno; attualmente ne ho 20, tant’e` vero che in Dda  ne ho 4. Se avessi 25 magistrati, ne metterei 5. Anche questa situazione l’ho segnalata al Ministro della giustizia, per capire qual e` la ragione di questa disparità di trattamento fra questi tre uffici. Probabilmente, quando furono creati gli organici, c’erano delle ragioni territoriali, di presenza di criminalità organizzata o di altro; però oggi la situazione e` questa e io l’ho dovuta rappresentare. Ora aspetto fiducioso un intervento in questa direzione».

Si, caro Alfonso, aspetta e spera fiducioso…Lotta alla mafia? Ma de che parlamo!

r.galullo@ilsole24ore.com