OltReggio contiguo/6 Indovina indovinello: chi abita nella casa confiscata al boss reggino Saverio Latella? Ma la sorella parbleu!

Ricordate quando la politica politicante calabrese tutta insorse contro l’ipotesi di spostare da Reggio Calabria la sede nazionale dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia?

E ricordate perché lo fece? Perché questo umile e umido blog pubblicò l’audizione del 18 gennaio in Commissione parlamentare antimafia del prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia nazionale, nel quale lo stesso Caruso – rompendo parzialmente la diplomazia tipica del ruolo rivestito – beh, insomma, fece capire che era meglio andare a Palermo o a Roma per una serie di corposissimi motivi (rimando ai miei servizi del 16 marzo e del 2 aprile 2012). Da Reggio Calabria – questo era il succo della sua audizione – era meglio scappare.

Apriti cielo! Venne giù di tutto! Lesa maestà! Verosimile che anche il prefetto Caruso sia stato iscritto d’ufficio nella interminabile lista della “cricca” che danneggia (sulla base di una pazzesca trama che se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere) la Calabria con le sue parole. Ora passi per la stampa – notoriamente comunista e al soldo di non so chi – ma che un Prefetto si unisca alla fantomatica e fantasmagorica cricca….

Fatta questa premessa su tuoni e fulmini piovuti allora (poi il silenzio, visto che l’Agenzia è rimasta a Reggio Calabria con magna pace) leggete ora qui cosa scrive la commissione prefettizia nella relazione alla base dello scioglimento per “contiguità mafiosa” del Comune di Reggio Calabria.

E’ un lungo paragrafo inserito nel capitolo sul patrimonio comunale. Leggete, leggete.

LUNGO CAPITOLO

La situazione più preoccupante si registra in relazione alla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnati al Comune di Reggio Calabria per finalità istituzionali e/o sociali.

E prima di scrivere questa e cose la commissione prefettizia si è confrontata proprio con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (questa è la dicitura esatta).

Dal confronto è emerso un quadro di preoccupante inattività che vede il Comune di Reggio rispondere con lentezza e ritardi sistematici alle sollecitazioni provenienti dall'Agenzia. Desolante ed al tempo stesso emblematica la nota n. 157392 dell’ 11 agosto 2010 indirizzata dal sindaco pro tempore Giuseppe Raffa a tutti i dirigenti coinvolti nelle procedure di assegnazione dei beni oggetto di confisca.

In una sostanziale presa di coscienza della inefficienza dimostrata dal Comune nella gestione dei beni, il sindaco ha infatti provveduto a esortare i dirigenti incaricati ad adottare "ogni utile iniziativa finalizzata ad evitare ulteriori ritardi che [ …} espongono l'amministrazione comunale a responsabilità dirette nel non utilizzo dei beni confiscati".

Un richiamo, in sostanza, a una maggiore solerzia nello svolgimento di un compito che, proprio nella città di Reggio Calabria, assume un significato ed un’importanza particolare. Direi vitale, ma giudicate voi.

LA CASA DEL BOSS

Attenzione ora a quanto si legge nella relazione alla base della decisione governativa di scioglimento: “Tuttavia, a tale esortazione non sembra essere seguita una risposta adeguata se, come si avrà modo di rappresentare nel prosieguo, ancora oggi è stata accertata dalla Commissione una situazione di intollerabile illegalità che mina, nelle fondamenta, l'intera azione di contrasto alla criminalità organizzata posta in essere quotidianamente dall'apparato statale. Ci si riferisce, in particolare, ad una situazione di evidente illegalità tanto più inspiegabile in quanto nota, anche in atti, alla Amministrazione attualmente in carica. A seguito degli incontri avuti con funzionari della menzionata Agenzia, infatti, sono stati acquisiti gli elenchi dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e consegnati al Comune di Reggio Calabria in vista di una loro destinazione ad una delle finalità previste per legge.

Tra i beni indicati, l'attenzione della Commissione si è rivolta ad un immobile confiscato al boss Latella Saverio in data 23/04/2004.

Tale immobile, costituito da un fabbricato a 2 piani fuori terra sito in località Livadi e identificato secondo la codifica utilizzata dall' Agenzia con le sigle kk.bb. 135323, 135334 e 135343, risulta composto da due appartamenti completamente abitabili e da una corte prospiciente.

Alla luce delle informazioni assunte e dei documenti acquisiti presso l'Agenzia, il fabbricato in questione è stato consegnato al Comune in data 08/11/2007. Nel mese di novembre 2010 tale immobile non risultava ancora destinato ad alcuna finalità sociale. Con nota n. 202811 dell'8/11/2010, infatti, il Comune segnalava che presso tale fabbricato erano in corso lavori di ristrutturazioni.

Un successivo monitoraggio, tuttavia, posto in essere dalla Polizia Municipale nei mesi seguenti confutava tale affermazione rivelando che gli appartamenti in questione non erano soggetti ad alcun lavoro di ristrutturazione ma che, anzi, erano occupati dalla signora Latella Maria Consiglia, sorella del prevenuto.

A tale accertamento, partecipato dal Comando di Polizia Locale all'Agenzia con nota n. 9284 del 2 marzo 2011, seguiva un ulteriore riscontro da parte dell'Ente a seguito del quale si comunicava (mai l inviata il 7 maggio 2012 mitt: capodigabinetto@comune.reggio.calabria.it) che gli appartamenti risultavano liberi da persone e da cose. Tale affermazione veniva ulteriormente precisata dall’Amministrazione comunale con nota n. 35959 del 02/03/2012 con la quale si ribadiva che gli appartamenti risultavano liberi e che, in realtà, l'abitazione occupata dalla signora Latella Maria Consiglia era diversa da quella indicata nell' atto di consegna al Comune in quanto, come riportato nel corpo della nota, "la villa in cui è stata trovata la sig.ra Latella non è bene confiscato".

IN REALTA’…

Cosa fatto capo ha. Il Comune sembra lavarsene le mani dicendo in sostanza: guardate che la sorella del boss abita in una villa che non è un bene confiscato. Arrivederci e salutateme a soreta.

Ma…

Ma in realtà, la questione, che parrebbe essere oggetto di un banale fraintendimento – si legge nella relazione che questo umile e umido blog ha letto per voi amati lettori – era già stata pacificamente affrontata dall'Agenzia con nota n. 16072 del 15 novembre 2011.

Con tale lettera, infatti, veniva chiarito al Comune, in termini chiari e perentori che l'immobile oggetto di controversia (censito al foglio n. 14, particella 1153 subb. 1,2,3 e 4 costituito da un fabbricato a 2 elevazioni) era stato formalmente consegnato al Comune stesso, per i fini normativamente previsti, l
’8 novembre 2007.

A comprova di tale desolante inattività – si legge testualmente nella relazione – si rappresenta che gli accertamenti disposti da questa Commissione attraverso il Gruppo di supporto hanno confermato una situazione di imbarazzante illegalità nella quale, di fatto, si continua a permettere ad una familiare di un soggetto mafioso di protrarre l'occupazione dell'immobile oggetto di confisca in quanto realizzato od acquistato con i proventi illeciti ricavati dalla commissione di misfatti”.

E siccome la commissione prefettizia nella relazione vuole essere più limpida di acqua sorgiva, ecco che richiama, nel merito, la nota n. 13/6 della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria con la quale, il 25 maggio 2012, si comunica che all'interno degli immobili indicati continuano ad abitare la sorella e la madre* di Saverio Latella.

C’è altro da aggiungere? Come no! E anche tanto ma lo vedremo domani…

3 – to be continued (le precedenti puntate sono state pubblicate il 16 e 17 ottobre)

* A pagina 27 della Gazzetta del Sud del 18 ottobre 2012, l'avv. Antonio Delfino, nell'interesse del Latella, scrive che "è assolutamente impossibile, a meno di credere ai fantasmi, che la madre del Sig. Latella Saverio possa occupare l'immobile confiscato…per la semplice ragione che la stessa risulta essere deceduta in dato 30.08.1944 e cioè ben 68 anni fa. Men che mai nella villetta di via Livadi..ha mai abitato né abita la sorella dello stesso. "

 

r.galullo@ilsole24ore.com

  • Olmert80 |

    E non parlo della Calabria…!

  • Olmert80 |

    Il mondo degli amministratori giudiziali è molto curioso. Magari ,chi lo sà, ce ne sono alcuni che passano e spassano su TV e giornali,pontificano, fanno antimafia militante…salvo poi scoprire che, anni ed anni addietro sedevano nei CDA di aziendine in odore di criminalità…per usare un eufemismo… eppure basterebbe interrogare le anagrafiche delle camere di commercio…

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