OltReggio contiguo/5 Le relazioni pericolose dei dipendenti che penetravano in ogni ganglo del Comune di Reggio Calabria

Amati lettori, da ieri sto analizzando i fatti che hanno portato il Governo alla decisione di sciogliere il Comune di Reggio Calabria per “contiguità mafiosa”.

In pochi si sono soffermati sui fatti, preferendo inseguire le chiacchiere politiche. In questo umile e umido blog così non è e dopo aver visto ieri cosa ha scoperto la Commissione prefettizia sugli eletti, andiamo a vedere cosa ha scoperto su decine e decine di dipendenti, alcuni dei quali con posti chiave all’interno dell’amministrazione.

Con riferimento alla posizione del personale del Comune di Reggio Calabria, l'attività svolta dal Gruppo di supporto ha consentito di accertare che molti dipendenti sono gravati da precedenti e/o pregiudizi di polizia giudiziaria per reati di natura associativa (a delinquere e/o di stampo mafioso), oppure hanno vincoli/rapporti di parentela e/o frequentazioni con elementi della criminalità organizzata.

Il quadro è devastante, tanto che la Commissione prefettizia divide addirittura per settori le relazioni pericolose.

E allora anche noi seguiamo lo stesso percorso fregandocene, ancora una volta, di nomi e cognomi anche perché, suppongo, che molti di quelli chiamati in causa (non sta a me esprimere giudizi ma sta a me riportare i dati di cronaca che evidenziano il lavoro fatto dalla Commissione ispettiva) da ora in avanti avranno modo e tempo di provare il contrario.

Un’ultima considerazione: temo (per la democrazia di questo Paese e non solo per chi fa il mio mestiere) quando – come ancora una volta ieri è accaduto – sento il Governatore Ciccio-Peppe Scopelliti tuonare e vomitare insulti contro quella che lui chiama “cricca” di giornalisti. La libertà di stampa è un bene supremo di qualunque democrazia e confonderla con teorie complottarde che sono solo ed esclusivamente nella testa di chi le esprime è pericolosissimo. Essendo stato nel passato definito (e me ne vanto perchè analogo giudizio è stato espresso e viene ancora espresso nei miei confronti da politici calabresi di centro-sinistra a testimonianza del fatto che il disprezzo verso la libertà di stampa accomuna ogni parte politica e rende dunque onore a chi fa il giornalista con la schiena dritta) “giornalista cialtrone parte di una cricca” dal Governatore, va tutta la mia solidarietà ai colleghi che ancora ieri sono stati messi nel mirino. Chi, come me, fa il mestiere di giornalista senza guardare in faccia a nessuno sa che va incontro anche a questo ma a vigilare sulla libertà di stampa dovrebbe essere una nazione e non il singolo o una categoria. In questo clima – infatti – c’è da aspettarsi di tutto.

ORGANIZZAZIONE

Nel settore organizzazione e risorse umane sono 46 i dipendenti che hanno visto o odorato la mafia da “vicino-vicino”. La tipologia è quanto più ampia voi possiate immaginare.

Direte: ma almeno avevano una posizione defilata all’interno della gerarchia? E come no!? Erano dappertutto: dagli agenti di polizia municipale a quelli all’interno dello sportello unico per le attività produttive, dal gabinetto degli amministratori alla segreteria generale, dalla progettazione ed esecuzione dei lavori pubblici all’urbanistica. Fate un po’ voi….

C’è il dipendente indagato per associazione mafiosa e omicidio, andato sì assolto ma fratello di un affiliato ad una cosca poi pentito. C’è il dipendente che, indipendentemente dalle indagini passate, è ritenuto gravitare nell'ambito d'influenza della cosca mafiosa Barreca di Pellaro di Reggio Calabria. Lo stesso dipendente è stato notato e controllato con soggetti con pregiudizi penali, taluni dei quali gravati da reati associativi anche di tipo mafioso.

C’è l’ex sorvegliato speciale, già inserito, in qualità di affiliato alla cosca del defunto don Mico Tripodo (ucciso il 26 agosto nel carcere di Poggioreale a Napoli) e che risulta aver avuto rapporti di frequentazione con esponenti della cosca.

C’è quello che se la faceva con la cosca Lo Giudice, quelli che sono stati indagati per associazione mafiosa, quella che ha favorito la latitanza di un boss e quell’altra che è sposata con un amministratore, di un altro Comune, a sua volta indagato e che comunque si è accompagnato a lungo con criminali. C’è quello che ha trafficato stupefacenti e quella sposata con un rapinatore.

C’è la cugina di Pasquale Condello, il “supremo”, capo temutissimo dell’omonima cosca. Poi c’è un numero rilevantissimo di persone che si accompagnano regolarmente ad appartenenti a varie cosche cittadine. E’ invece addirittura impossibile tenere conto  dei legami diretti o acquisiti di parentela, convivenze o amicizie, con boss e mezzi boss di ‘ndrangheta che hanno moltissimi di questi dipendenti. Sembra di assistere ad un labirinto-rompicapo con rimandi continui ad alberi genealogici di mafiosi o presunti tali.

FINANZE E TRIBUTI

E’ il settore che è stato governato da Orsola Fallara, suicidata(si) con acido muriatico ingoiato (tutti lo sputano per riflesso condizionato, lei è riuscito a ingerirlo!) a dicembre 2010.

Per questo settore, la Commissione ha fatto prima: anziché mettere sotto la lente i singoli dipendenti, ha analizzato in blocco il settore – già passato sotto l’impietosa lente della Ragioneria di Stato e della Corte dei conti le cui analisi vengono ampiamente riportate nella relazione della commissione prefettizia – ed è giunta a conclusioni devastanti. Vi riporto un solo passaggio: “L'esecrabile gestione finanziaria, fotografata nella relazione redatta dagli ispettori della Ragioneria generale dello Stato al termine della verifica amministrativa-contabile e più volte censurata dalla Corte dei conti, ha condotto l'ente ad una profonda crisi di liquidità esponendolo a continue procedure esecutive da parte dei creditori. Si richiamano, in merito, le considerazioni svolte in sede di consulenza tecnica di ufficio dai periti incaricati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria…In particolare, i numerosi e ripetuti pignoramenti delle disponibilità di cassa detenute presso il tesoriere hanno portato ad una paralisi quasi assoluta dell'attività negoziale dell'ente. Solo da ultimo, in virtù di atti transattivi promossi dal Comune ed accolti da creditori/attori, si sono potute liberare somme sufficienti per garantire una seppur minima e tuttavia insufficiente disponibilità finanziaria con la quale far fronte agli impegni assunti.

L'attuale Giunta, al fine di appianare il sopra richiamato disavanzo di amministrazione, ha avviato, da agosto 2011, un massiccio piano di dismissione del patrimonio immobiliare disponibile.”

Per il momento mi fermo qui, può bastare. Domani vedremo un altro incredibile scandalo messo sotto la lente dalla Commissione.

2- to be continued (il precedente articolo è stato pubblicato ieri, 16 ottobre)

r. galullo@ilsole24ore.com

  • bartolo |

    si riscatteranno i pronipoti quando sarà accertato che i prononni reggini, e calabresi, sono stati trattati quale razza inferiore ad opera di quella superiore che si è arrogato il diritto di considerarsi legalitaria e puritana…

  • Christian Ciavatta |

    L’unica possibilità è licenziarli tutti, senza guardare in faccia a nessuno, vietare per legge i ricorsi contro il licenziamento, e mettere al loro posto delle persone oneste. Altrimenti non cambierà niente.

  • stefano |

    Giro l’Italia per lavoro e mi vergogno, quando mi chiedono da dove provengo, di dire dalla Provincia di Reggio Calabria.

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