Il Tribunale di Potenza è in vendita ma il ministero della Giustizia non lo sapeva. Soprattutto non sa che l’incasso sarà del Comune e l’affitto dei prossimi 30 anni sarà a suo carico.
Accade anche questo nel mondo della giustizia e raccontare gli aspetti kafkiani della storia non è semplice. Tutto precipita il 29 dicembre 2011 quando il Comune di Potenza annuncia di aver venduto alla società immobiliare Maya il Palazzo di giustizia, che rimarrà comunque sede dell’attività giudiziaria. Il preliminare di vendita fissa il prezzo a 32 milioni (il 5% sarebbe già stato versato nelle casse comunali), che andranno a ridurre il debito storico del Comune (che attualmente supera 100 milioni), a liberare risorse per il bilancio ordinario e ad alleggerire il peso del patto di stabilità.
Il 26 marzo, però, il deputato dei Radicali Italiani Rita Bernardini ha presentato un’interrogazione urgente al Governo facendo non solo presente che il valore di mercato dell’immobile sarebbe di 50 milioni ma anche il fatto che “il prezzo di locazione che il comune si accollerebbe, per legge rimborsabile dal ministero, sarebbe di 3.290.340 annui, oltre all’indicizzazione Istat e Iva”.
Il canone di locazione, in generale, fa presente l’onorevole Bernardini “non dovrebbe mai superare il 5% del valore dell'immobile”. In questo caso, il canone non dovrebbe essere dunque superiore a 1,6 milioni all’anno e “non si comprende pertanto perché vi sia un maggior costo di 1.690.34 – conclude Bernardini – con un'incidenza complessiva del 10% sul valore dell'immobile”.
Fin qui la denuncia ma a leggere la risposta del ministero, giunta il 25 maggio attraverso la voce del vice capo di gabinetto Vittorio Paraggio, sembra di trovarsi di fronte ad una commedia. Si scopre così che il ministero è stato avvisato della vendita via fax solo l’11 maggio 2012 ma, soprattutto, si scoprono le perplessità sulla procedura “innanzitutto perché lo Stato si troverebbe ad aver finanziato la costruzione di un edificio sia pure formalmente divenuto di proprietà del Comune – si legge infatti nella risposta recapitata all’onorevole Bernardini – che verrà alienato per far fronte ai debiti dell’ente locale”.
Oltre al danno la beffa perché il Comune chiede al ministero il rimborso del canone ma in questo modo, si legge sempre nella risposta di Paraggio, “non solo lo Stato avrebbe erogato a fondo perduto le risorse destinate alla costruzione del Palazzo di giustizia (che il Comune farebbe proprie tramite la vendita) ma si troverebbe per di più a dover corrispondere il rimborso annuale del canoni per la locazione”.
Così – mente il Comune si affretta a confermare la regolarità dell’intera procedura e a evidenziare il fatto che non è stato ancora stipulato il contratto definitivo – il ministero ha fatto ricorso al Tar contro tutti gli atti dell’amministrazione dal 2008 a oggi (relativi alla vicenda del Tribunale) e si è rivolto all’Avvocatura generale dello Stato per avere un parere sulla legittimità dell’operato del Comune. I Radicali, intanto, stanno preparando un esposto alla Procura della Repubblica.