Sabato scorso – mentre la mano di un folle colpiva il futuro dei ragazzi e delle ragazze di Brindisi – ho avuto il piacere di incontrare a Reggio Emilia Nicola Gratteri e Ignazio De Francisci, due pm impegnati in Calabria e Sicilia nel dare la caccia a mafie e mafiosi. L’occasione è stata la seconda Festa della Legalità organizzata dalla Provincia di Reggio Emilia.
Come sempre quella di Gratteri è stata una lectio magistralis di fronte a centinaia di ragazzi e ragazze delle scuole superiori.
Ha affascinato tutti ricordando e spiegando cosa è (e cosa fosse in origine) l’operazione “Il Crimine”, scivolata il 13 luglio 2010 sull’asse Milano- Reggio Calabria. “L’operazione in origine – ha spiegato – doveva chiamarsi “Sic et simpliciter” ma poi si sono aggiunti altri due filoni e, in corsa, il nome è cambiato. Posso garantirlo con certezza perché a coordinare tutto ero io”.
Curiosità a parte, è quel che ha detto dopo che è importante perché conferma quel che – solo, isolato ma fiero di esserlo perchè un giornalista ha il dovere di studiare, riflettere e dubitare – ho sempre detto e scritto in questi due anni. Vale a dire che l’operazione Il Crimine ha avuto un solo enorme merito, che Gratteri ha evidenziato e sottolineato: aver dimostrato che non solo la ‘ndrangheta lombarda non si è sganciata da quella calabrese ma da essa dipende. Tutto il resto lo faccio dire dalle parole di Gratteri. Così, a scanso di equivoci e a prova di bomba.
‘NDRANGHETA COME COSA NOSTRA? SCIOCCHEZZE
“Una delle più grandi sciocchezze che sono state scritte e dette su questa operazione – ha detto Gratteri – è che avrebbe dimostrato che la ‘ndrangheta ha una cupola come Cosa Nostra. E’ una cretinata. Non esiste la cupola come accade nella mafia siciliana”.
Ma Gratteri ha detto un’altra cosa. “Sembra che a Milano e al Nord la ‘ndrangheta sia stata scoperta due anni fa – ha detto alzando il tono della voce – mentre in realtà il pm Alberto Nobili con l’operazione “La notte dei fiori di San Vito” nel 1994 aveva già scoperto tutto”. “Nobili – ha detto Gratteri – è il maggior esperto di ‘ndrangheta che Milano e la Lombardia abbiano mai avuto. Nessuno come lui ha mai fatto tanto per studiare e affrontare il fenomeno”.
Parliamo dunque di 18 anni fa e, come ha aggiunto Gratteri, “quando parliamo di Nobili parliamo di un fuoriclasse che ha condotto anche l’Operazione Nord Sud”.
Con Il Crimine, dunque, nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, come vedremo con il post di domani, sono tornato da Reggio Emilia con la netta sensazione che Gratteri abbia voluto dare il giusto contorno ad un’operazione che veline e pubblicistica blandita e incompetente hanno voluto magnificare per quello che non era, non è mai stata e non sarà mai. Lo dico perché altrimenti non avrebbe concluso la prima parte della “requisitoria” con questa durissima frase: “non ci si può improvvisare pm antimafia e giornalisti antimafia!”. E qui Gratteri dice una mezza verità: ci si può inventare e come pm e giornalisti antimafia! Il dramma è che il “pensiero unico” per calcolo, insipienza, opportunità, buona fede o disonestà fa più danni di una bomba perché orienta la cultura e la conoscenza di un fenomeno – quali le mafie – che dovrebbero essere maneggiate solo da mani esperte. Così – ahimè – che spesso non è.
A domani
1 – to be continued
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