INCONTRO ESCLUSIVO/ 4 Il boss pentito Luigi Bonaventura: “Campobasso mandamento occulto della ‘ndrangheta”

Cari lettori, per il quarto giorno sono qui a raccontarvi dell’incontro che il 9 maggio ho avuto a Termoli (Campobasso) con il collaboratore di giustizia di Crotone Luigi Bonaventura (per il profilo di questo pentito di ‘ndrangheta rimando ai post precedenti).

Bonaventura – che quando è stato utilizzato è sempre stato ritenuto credibile e dalle sue dichiarazioni i processi hanno tratto finora giovamento per ammissione dei pm ha chiesto due cose: la risoluzione del contratto che lo lega allo Stato, in modo da volare all’estero e rifarsi una vita, a causa dei troppi rischi che corre in Italia e, nel frattempo, una scorta per se e per i suoi familiari, visto che ha cominciato a intraprendere una strada pericolosissima: raccontare quel che sa sul connubio eversione nera/’ndrangheta/politica al pm calabrese Giuseppe Lombardo, che proprio su quel filone sta indagando con i suoi colleghi di Napoli e Milano.

Come ho scritto e ripetuto in questi giorni, non tocca al giornalista giudicare l’attendibilità dei collaboratori di giustizia. Al cronista spetta riportare i fatti: come detto è stato già riconosciuto credibile a Catanzaro con la cui Dda – ed ecco un altro fatto – continua a collaborare, diciamo così, a “getto continuo”.

Ecco come va il dibattimento in udienza il 24 gennaio, nella quale viene chiamato a testimoniare (rimando ai precedenti post) dal presidente del Tribunale di Crotone Massimo Forciniti.

Presidente – Lei ha dichiarato poc’anzi che è possibile che nelle cosiddette località protette, ci si incontri tra collaboratori. Ha poi chiarito che comunque non sono mai collaboratori della stessa zona, e che in genere sono utilizzati negli stessi processi. Ho capito bene questa sua affermazione?

Bonaventura – Sì, solo voglio fare una rettifica, che riguarda che ormai comunque è noto che a Termoli nella area dove io mi trovo, c’era uno del crotonese, un certo Ferrazzo, giusto per essere corretto. Sì, io sono venuto a conoscenza di collaboratori, che si incontrano in località protette anche perché così tanto protette non sono. E che comunque, lì poi qualcuno passa di nuovo con la consorteria madre, diventa un finto pentito così li definisco io, in mano alla ‘ndrangheta dove gestiscono in gran parte mandamenti invisibili, che sono in mano alla ‘ndrangheta. Diciamo la provincia dove mi trovo io, Campobasso, è una di questi.

Presidente – Ma Bonaventura, lei non le deve dire certe cose. Io le ho detto che …Le sto dicendo che ci sono indagini in corso, se ci sono notizie riservate non le deve dire… Per favore, quando parla il Presidente non deve intervenire nessuno, per favore. Le ho detto poc’anzi che non deve dichiarare cose che non si possono dichiarare. La domanda era semplicemente rivolta sul fatto: lei parla dei fatti dei processi con altri collaboratori, c’è questa possibilità e lo fa? Questa, era la domanda.

Bonaventura – Signor Presidente, io ho detto soltanto fatti che già riportano i giornali, non ho detto niente di nuovo.

Avv D'Agosto – Ha fatto il nome anche di Ferrantazzo, Ferrazzo.

Pm – Ma Ferrazzo è stato arrestato, c’è su tutti i giornali non è che è uno scoop, insomma.

Presidente – Ma tra l’altro, in questo processo ci riguarda poco.

Pm – Non ci riguarda, in questo processo.

Avv. D'Agosto – Posso sapere se comunque altri collaboratori del crotonese collaborino tra di loro?

Presidente – La domanda non è ammessa. Il collaboratore ci ha detto che non è in contatto con altri del crotonese, e che l’unica persona che ha citato e avete citato voi avvocati, è stata questa. Come fa a sapere? Cioè, sicuramente non è un argomento che viene fuori dalle domande e dalle risposte fatte. Quindi, in questi termini la domanda non è ammessa. Andiamo oltre.

Avv. D'Agosto – Presidente…

Presidente – No, giornali non ne voglio sapere, sono già stato chiaro.

Avv.D'Agosto – Il problema è che proprio dal giornale che esce comunque la motivazione, per cui comunque lui è a conoscenza di determinate circostanze.

Presidente – Ha chiarito i fatti di cui ci doveva chiarire oggi.

Ricordo – visto che ricorre un cognome, Ferrazzo, che ai più non dirà nulla – che il 22 luglio 2011 a Termoli è stato scoperto un arsenale di armi riconducibile secondo investigatori e inquirenti a Felice Ferrazzo, 56 anni, ex capo (per come lo ritengono gli investigatori) dell'omonimo clan di Mesoraca e da alcuni anni collaboratore di giustizia, arrestato a Milano (lui, tramite i suoi legali, Bruno Napoli e Vincenzo Notarangelo, ha sempre insistito nell’affermare l’assoluta estraneità ai fatti, poiché lontano da Termoli dal febbraio scorso, inviato in una località protetta; è giusto riportare queste dichiarazioni perché il cronista non deve mai prendere parte e giudicare). Attualmente Felice Ferrazzo è detenuto nel carcere di Vicenza. Il suo fine pena è previsto al 25 febrraio 2017 e ha scontato un periodo ai domicialiari: dal 9 febbraio al 22 luglio 2011, giorno in cui è stato arrestato

La famiglia di Felice Ferrazzo farebbe parte di una sorta di commissione regionale cui partecipano quelle famiglie che si distinguerebbero per impegno e devozione alla ‘ndrangheta.

Felice Ferrazzo è anche il papà di Eugenio, che fu arrestato a Campomarino – dove risiedeva con la sua compagna – il 4 giugno 2011, quando i Carabinieri di San Salvo (Chieti) scoprirono una raffineria di droga operante in Abruzzo, Molise e Puglia. Come riportano le cronache locali, il 15 febbraio di quest’anno il Tribunale di Vasto, con giudizio abbreviato, ha condannato Eugenio Ferrazzo, 34enne, a nove anni per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, detenzione di sostanze stupefacenti e detenzione e porto abusivo di armi da sparo (l'anagrafe carceraria però lo dà ancora imputato e solo per ricettazione e porto abusivo di armi: è attualmente recluso nel carcere di Lanciano).

Abbiamo così scoperto che a Crotone c’è un’indagine in corso che doveva rimanere ovviamente coperta ma qualcosa trapela sempre nei media che sono capaci di fare due più due, per appurare come la lunga mano della ‘ndrangheta calabrese sia giunta a coprire un nuovo e “invisibile” mandamento, che è quello di Campobasso.

Fine delle trasmissioni per il momento visto che continuerò, nelle prossime settimane, ad aggiornarvi sulla vicenda Bonaventura.

4 – the end (le prime tre puntate sono state pubblicata il 14, il 15 e il 16 maggio)

r.galullo@ilsole24ore.com

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