A Reggio Calabria per lavorare bene bisogna saper lisciare i sindaci*

Cari lettori, da due giorni sto trattando dell’operazione Cosmos della Dda di Reggio, portata a termine dalla Dia del capoluogo coordinata dal colonnello Gianfranco Ardizzone, che ha portato alla luce le infiltrazioni della cosca Libri nel cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia, con una raffinata forma di estorsione ai danni della ditta di Faenza Bentini spa (si veda però aggiornamento giudiziario a fondo pagina di grande importanza)*.

Nell’ordinanza ci sono diversi dialoghi che testimonierebbero la pressione sulla Bentini da parte della criminalità organizzata.

Tra i tanti dialoghi ho scelto per voi la conversazione registrata il 16 febbraio 2009 tra l’ingegner X e Y. Chiaro il tenore del dialogo:

Y: e poi, e poi perchè cioè mi sento sulle spalle la croce del progetto di Reggio Calabria

X: beh, se è per questo non è che mi rallegra perchè…inc

Y :no no, però, però volevo dirle una cosa. Innanzitutto però dato che non sono riuscito a chiudere tutte, tutto non è che, cioè cesso dalla carica formale però rimarrò in contatto con Bentini, e probabilmente un giorno a settimana vengo per chiudere tutte le vicende. Ho ancora sospeso Leclaime, per il politecnico, ho una causa in corso per Piazza San Carlo, ho un accordo bonario per chiudere la caserma Battistini etc, etc, quindi, quindi voglio chiudere onorando gli impegni e quant’altro, però non sono più il responsabile della divisione italia, ecco. Questo le volevo dire. Allora io non so se avremo spero avremo tempo di vederci, salutarci e quant’altro

X: si, si

Y: però ecco volevo salutarla di persona, in prima persona, volevo farle i miei auguri, volevo dirle coraggio vada avanti, tenga duro

X: eh, ma infatti proprio questo il coraggio con lei mi serviva molto perchè….inc

Y: poi tenga presente, tenga presente che io non scappo, cioè non è che dal 31/12 non esisto. Intanto mi potrà sempre telefonare. Secondo se c’è bisogno un giorno, un incontro una riunione in sede e parlare di come fare e come non fare etc, sono disponibile insomma. E’ chiaro che per me Reggio Calabria rappresenta una croce, una croce veramente amara, perchè me ne sento responsabile,però tutto quello che potrò fare per allegerire a voi che collaborate, etc etc

X: certamente

Y: io sono a disposizione, e anzi mi ha fatto molto piacere conoscerla e ho molto apprezzato la sua serietà, la sua dedizione al lavoro

X: la ringrazio

Y: la sua professionalità. Devo dire che la Bentini ha acquisito un, come diciamo, un valido….inc

X :non so se questo è condiviso anche sul titolare perchè….inc

Y: ma vede, ma vede purtroppo il titolare vede i risultati, e il risultato è….

X: lo so

Y: devo dire che probabilmente lei figura molto meglio come ingegnere che come politico, ma non tutti hanno la vocazione della politica. devo dire che lei come ingegnere cioè come soluzione tecnico, come proposte, come, come modo di affrontare le pianificazioni del cantiere etc etc, lei è perfettamente competente e ha tutte le conoscenze etc etc

X: io la ringrazio

Y: è chiaro che a Reggio Calabria forse bisognava anche essere dotati anche di come dire, di una dote politica di saper recitare, di saper ringraziare il sindaco e gli altri etc etc, che forse lei,ma io meno di lei, meno di lei non abbiamo avuto insomma, e vivere, vivere l’ambiente politico richiede forse certe volte delle doti particolari che, va beh io sicuramente non ho. Insomma a me piace andare al sodo, parlare in faccia alla gente, dire chiaramente come la penso e mi aspetto altrettanta chiarezza e altrettanta lealtà dagli altri, e invece, invece questo…..inc

X: ingegnere io queste parole non gliele dico ingegnere perchè insieme abbiamo visto tutto di questi….inc. Le abbiamo provate tutte purtroppo

Y: ci sono, ci sono sempre, ho già, ho già detto a Bentini anche questo, che quindi quando ci sarà bisogno io sono a disposizione non voglio abbandonare e sentire quelli con cui ho lavorato, si sentano abbandonati o soli ecco

X: ecco ecco, io anche l’ultimo giorno quando abbiamo avuto, abbiamo ancora quella bega col benedetto uomo di Libri…

Y: si si

X: è a lei che ho chiesto conforto

Y: si si va bene poi si vedrà, ci sono sempre d’accordo?

X: ok grazie

Y: con un ruolo diverso, con un ruolo diverso però ci sono sempre

X: io la ringrazio comunque posso contare se ne ho necessità

L’espressione “ecco ecco, io anche l’ultimo giorno quando abbiamo avuto, abbiamo ancora quella bega col benedetto uomo di Libri” non appare suscettibile di lettura alternativa rispetto a quella proposta dagli inquirenti, atteso l’evidente richiamo, da parte di Bordini, a un problema che si era manifestato in passato e che era tuttora permanente, con esplicita indicazione del soggetto che ne era il responsabile, ovvero il Libri. Anzi…il benedetto uomo di Libri. Ovviamente, per quanto superfluo, è bene ribadire, per l’ultima volta che la Bentini è parte lesa in questa vicenda. Ergo vuol dire che le maestranze e le grandi professionalità che all’interno lavorano (a partire dai tanti che ho citato in questi tre post) sono a loro volta danneggiate da questa vicenda.

P.S. IL DOVERE DI CRONACA OBBLIGA ALL’AGGIORNAMENTO CHE VI PROPONGO SOTTO

AGGIORNAMENTO 4 NOVEMBRE 2014: Non ci fu estorsione alla ditta Bentini, attiva nella costruzione del Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Il Tribunale di Reggio Calabria, infatti, emettendo la sentenza nell’ambito del procedimento “Cosmos”, ha assolto dal reato di estorsione mafiosa sia Edoardo Mangiola, sia il boss Pasquale Libri. Mangiola, tuttavia, è stato condannato a 15 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso.

ECCO QUANTO SCRIVE IL CORRIERE DELLA CALABRIA ONLINE: È con una sentenza clamorosa che si conclude il processo “Cosmos”, scaturito dall’inchiesta che sembrava aver svelato il regime di estorsioni che il clan Libri avrebbe imposto alla ditta Bentini, impegnata nei lavori per la costruzione del nuovo tribunale di Reggio Calabria. Estorsioni che per il Tribunale presieduto da Matteo Fiorentini in realtà non ci sono. Escono infatti assolti con formula piena dai reati di estorsione e concorrenza illecita sia il boss Pasquale Libri, sia l’imprenditore Edoardo Mangiola, proprietario del bar Senzatempo che per i pm sarebbe stato forzosamente individuato dai vertici della Bentini come mensa aziendale. Ma cade – perché “assorbita” da altre sentenze e procedimenti – l’accusa di associazione mafiosa a carico del boss. Mentre  Mangiola per il medesimo reato incassa 15 anni di carcere, uno in più di quanto chiesto dal pm Massimo Baraldo. Per l’ex titolare del bar Senzatempo è stato confermato anche il sequestro del locale.

 

3 – the end (le precedentI puntatE sono state pubblicate il 21 e 22 febbraio)

r.galullo@ilsole24ore.com

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