La nomina (smentita) di un indagato a custode giudiziario scatena in Calabria Scopelliti, Napoli e Pignatone

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 “E' come se a uno indagato per furto lo si nomini custode giudiziario di merce rubata. Forse secondo il Pm questo rientra nella rieducazione del reo. Povera Calabria”.

Questo è il commento più efficace che è arrivato alla mia mail da un anonimo lettore calabrese (ma quando avrete il coraggio di avere il coraggio delle vostre opinioni?). Si riferiva alla presunta nomina di Graziano Melandri come custode giudiziario della discarica di Casignana, sequestrata nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti Black Garden nella quale è stato arrestato il sindaco della cittadina della Locride, Pietro Crinò.

Il fatto che ha mandato su tutte le furie l’anonimo lettore e alcuni commentatori sul blog è il fatto che lo stesso Melandri  pochi giorni fa si è dimessosi da commissario per l’emergenza ambientale in Calabria (ruolo che ricopriva dal 9 marzo 2011) dopo il suo coinvolgimento in un’inchiesta sulla gestione della discarica di Alli (Catanzaro). Melandri è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso formale e continuato con alcuni altri indagati, in violazione della normativa in materia di imposte sui redditi per avere emesso quattro ordinanze con le quali ha liquidato alla società Enertech la somma complessiva di 1,335 milioni.

Le informazioni di garanzia non sono indici di colpevolezza e ciascuno è innocente fino a eventuale passaggio in giudicato (ergo Melandri è innocente fino a prova contraria).

Se permettete, però e forse deludendo i giustizialisti, categoria nella quale non mi riconosco e non mi riconoscerò mai, vorrei spostare l’attenzione dal dito (la presunta nomina che sarebbe avvenuta oltretutto dopo che Melandri, dimettendosi, ha evitato l’interdizione dai pubblici uffici come è invece avvenuto per due funzionari del Commissariato sui rifiuti) alla luna (le reazioni a monte e a valle).

Badate bene: la nomina, come riportano i media calabresi, è stata annunciata dal presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, nel corso di incontro con i giornalisti a Catanzaro. «Un generale della guardia di finanza con alle spalle trent'anni di onorata carriera – ha detto Scopellitiè incappato in un errore che possiamo fare tutti a dimostrazione di quanto sia difficile fare amministrazione. Ha sbagliato ma quale interesse poteva avere? Del resto chi ha il compito di governare si assume delle responsabilità. Graziano Melandri si è dimesso e, a distanza di qualche giorno dalla richiesta di interdizione, è arrivata la sua nomina a custode giudiziario della discarica di Casignana da parte del pm di Reggio, Sara Ombra. È questo un riconoscimento per l'uomo e per il generale, al quale rivolgo un messaggio di gratitudine”.

L’ANNUNCIO DI SCOPELLITI

Devo essere sincero: sono rimasto sorpreso da questa dichiarazione del Governatore della Calabria che contiene due assunti: 1) Melandri è incappato in un errore e ha sbagliato senza avere interesse personale (per carità, non lo metto in dubbio); 2) la presunta nomina è un riconoscimento per l’uomo e il generale.

Il Governatore assolve dunque ancor prima che la Giustizia faccia il suo corso (“un errore”). Si permette, dunque, un sacrosanto diritto di libertà di pensiero e di critica che gli “squallidi straccioni riuniti in una cricca”, io e qualche altro giornalista (a proposito, avranno, avremo anche noi un grembiulino?) non possono permettersi. Quell’errore anzi, per la verità, quella serie di errori, al momento per la Procura della Repubblica di Catanzaro sono “delitti in concorso materiale e/o morale tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”.

Se consentite l’errore è quando il dio pagano del calcio, Francesco Totti, sbaglia un calcio di rigore. Se un delitto deve essere derubricato (oltretutto non ad errore che è una tipologia penale inesistente, si badi bene, ma a fatto non commesso o che non costituisce ipotesi di reato) lo decide, eventualmente, un giudice e poi magari un secondo e un terzo nel corso di un dibattimento tra accusa e difesa.

Sono sicuro che Melandri sarà in grado di provare la sua innocenza. Sarà così. Ne sono certo ma sembra quasi che con la frase seguente di Scopelliti (“lo possiamo fare tutti a dimostrazione di quanto sia difficile fare amministrazione”) sia sì rivolta a Melandri ma pensata per se stesso. Nulla di male.

Resto sorpreso del fatto, dunque, che Scopelliti sia stato in grado di leggere, analizzare ed emettere un proprio personale e rispettabilissimo verdetto su ciò che il gip di Catanzaro, Abigail Mellace, scrive ad esempio a pag 35 dell’ordinanza: “…..nel corso dell’audizione Melandri dichiarava alla polizia giudiziaria di avere avuto piena contezza del fatto che Enerambiente spa era gravata da debiti tributari nonché dalla specifica circostanza che Equitalia aveva iscritto a ruolo gli stessi debiti”. Nel corso dell’audizione Melandri ammetteva ancora di “non conoscere l’esatto ammontare di tali obbligazioni e di avere comunque disposto i mandati di pagamento in relazione alla gestione della discarica in favore di Eneretech anche dopo la notifica degli atti di pignoramento”. Invitato infine a riferire quali verifiche erano state effettuate per accertare il possesso da parte di Enertech e dei requisiti per la gestione dell’appalto, Melandri riferiva che “le medesime erano di competenza di Domenico Richichi e Massimo Morello mentre i funzionari Simone Lo Piccolo e Antonio Fioriglio, quali responsabili del settore contabile avrebbero dovuto compiere gli accertamenti relativi ai debiti tributari di Enerambiente spa”.

Dichiarazioni che, è bene subito mettere in chiaro, il gip dichiara “gravi”.

Il gip ricorda inoltre che il 20 marzo 2011 Demetrio Melissari, responsabile dell’ufficio discariche, aveva segnalato al commissario delegato, cioè Melandri, che a seguito di due distinti sopralluoghi, avevano constatato che la società concessionaria non aveva smaltito, come da contratto, con i proprio mezzi il percolato prodotto e che, per tale motivo, era stato necessario istituire un servizio sostitutivo supplementare di smaltimento i cui costi, di 599 mila euro erano stati sostenuti dallo stesso ufficio commissariale. Con la stessa nota Melissari sosteneva la necessità di stornare la somma, compensandola con i crediti vantati dalla società concessionaria.

Nel prosieguo dell’ordinanza (rischierei di annoiarvi se scendessi nei detta
gli) il Gip riferisce che Melandri, “lungi dall’avviare una qualsivoglia verifica, induceva anche altri enti pubblici che manifestavano legittime perplessità a ritenere legittima e giuridicamente corretta la successione di Enertech e Enerambiente”.

Melandri, a conoscenza ovviamente delle indagini della Guardia di finanza, per questo delegata dalla Procura di Catanzaro, chiese all’avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro un “parere postumo” sulla legittimità dei pagamenti già effettuati e di quelli da effettuare. Melandri e la struttura commissariale divulgheranno il parere positivo ricevuto dall’Avvocatura ma quest’ultima, il 17 agosto, sarà costretta a stigmatizzare, con nota riservata all’Ufficio commissariale di cui l’ordinanza dà però conto, quel comportamento, scrivendo che il quadro informativo era incompleto e che comunque quel parere “non poteva essere considerato un sostegno della legittimità tout court delle determinazioni precedentemente assunte”.

Ripeto: tutto questo e altro ancora è quanto si legge nell’ordinanza. E prima che tutto ciò sia eventualmente dibattuto in un aula di Tribunale, Scopelliti assolve gli errori dell’uomo e del generale (non capisco il perché della differenziazione ma mi adeguo) e si congratula per la nuova e presunta carica che, in realtà, non è mai avvenuta. Leggete il resto e ve ne accorgerete.

NAPOLI E PIGNATONE

Devo essere ancora più sincero. Se già questa catena è incredibile, ancora più incredibile è quel che è successo dopo. L’onorevole Angela Napoli ha presentato un’interrogazione parlamentare per capire se la notizia della nomina corrispondesse al vero.

Dopo poche ore è arrivata la nota del procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone . Leggetela: “Con riferimento ad una serie di notizie errate e a dichiarazioni prive di fondamento sulla nomina del custode giudiziario della discarica di Casignana, preciso che in data 11 novembre 2011 il Giudice per le indagini preliminari, su conforme richiesta del Pubblico Ministero depositata in data 2 settembre 2011, ha nominato custode della discarica oggetto del sequestro l'Ufficio del Commissario per l'emergenza rifiuti e ciò al fine di garantire ai cittadini la continuità del servizio. Non è stata individuata nessuna persona fisica bensì l'Ufficio istituzionalmente competente. Lo stesso G.I.P. ha precisato che l'Ufficio del Commissariato doveva, poi, individuare un funzionario che non avesse avuto alcun rapporto con gli odierni indagati. Tale funzionario è stato individuato nell'arch. Massimo Morelli”.

Scopriamo così – si badi bene, a seguito di una richiesta di un parlamentare messa per iscritto e non dopo l'errato il giubilo governatoriale – che quella nomina non c’è mai stata.

E allora non poteva che suonare così la replica dell’onorevole Napoli: “Prendo atto della dichiarazione del Procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, in merito al contenuto del comunicato stampa da me diramato ieri sera e relativo all’affidamento dell’incarico di custode giudiziario della discarica di Casignana al gen. Graziano Melandri. Peccato che il Procuratore Pignatone abbia diramato la notizia del reale nominativo affidatario dell’incarico in questione dopo il mio comunicato e non immediatamente dopo la notizia di plauso diffusa dal Governatore della Calabria proprio attestante l’affidamento al generale Graziano Melandri”.

Per concludere – visto che più di un lettore, e dunque li ringrazio per la stima e la fiducia in me risposta, mi ha chiesto cosa pensassi di questa storia – concordo con chi pensa che in Calabria può succedere davvero di tutto e il contrario di tutto, come dimostra l’operazione sull’asse Milano-Reggio Calabria che ieri ha portato, tra gli altri, all’arresto di un magistrato, un politico e diversi rappresentanti della cosiddetta “zona grigia”. Zona grigia a Reggio e rgione colpita – si badi bene – da…Milano.

Un’ultima annotazione: sono pronto a ricevere una nuova valanga di insulti anche perché, come due è giorni fa è stato scritto in una nota del Pdl calabrese, ''criticare Scopelliti dopo un anno e mezzo di lavoro duro, oscuro, che ha portato a recuperare credibilità alla Calabria, significa avere la sindrome di Zamparini”.

Che dire, Forza Palermo (Totti perdonami, è a fin di bene)!

r.galullo@ilsole24ore.com

  • Pasquale Montilla |

    Il dado e’ tratto……..
    Ci troviamo di fronte ad una futura rapida sequenza a cascata di arresti eccellenti (mafiosi e grigissimi) della politica collusa calabrese .
    Mi pare un futuro manuale inedito di antropologia criminale politica da approfondire nelle future serene discussioni.
    La Bocassini come tanti altri giudici in gamba che appartengono allo stato vero la risposta immunitaria efficace a tutela delle generazioni future.
    dr.Pasquale Montilla

  • Gianluca Lucisano |

    “… una regione colpita – si badi bene – da… Milano”(ipse dixit): sintesi perfetta.
    Intanto, i vertici della Procura reggina tacciono. I politici no. Per carità, ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero ché, anzi, è esercizio di trasparenza. Però, definire “ingiusto” (Franco Corbelli del Movimento dei Diritti Civili dixit, fonte CalabriaOra) un provvedimento dell’autorità giudiziaria emesso verso un consigliere regionale mi pare quanto meno inopportuno; sicuramente più inopportuna di una, già discutibile, dichiarazione di solidarietà.
    Cordiali saluti

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