La costituzione di parte civile in processi di mafia: Taurianova e Rosarno agli antipodi

Se una telefonata allunga la vita, recitava molti anni fa un famoso spot di una compagnia telefonica, la costituzione di parte civile in processi di mafia, al Sud, può accorciarla.

Ne sa qualcosa il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, alla quale il boss Rocco Pesce, il 25 agosto ha scritto una lettera, incredibilmente su carta intestata del Comune in cui, tra le tante cose allusive, dice:  “… sono con la presente per esprimere tutto il mio rammarico e disappunto in relazione al fatto che il Comune di Rosarno si sia costituito parte civile nel procedimento a carico mio e della mia famiglia, dato che da parte nostra non vi è stata alcuna azione penalizzante a danno delle Istituzioni, dei commercianti o degli abitanti nel Comune di Rosarno da lei rappresentato”.

Rocco Pesce – fratello di Antonino Pesce e nipote di Giuseppe Pesce, già capo dell'omonima cosca deceduto nel ‘93 nel carcere di Messina – è soprannominato il pirata non solo per la benda che porta sull'occhio destro ma anche per la spigliatezza e sbrigatività nel portare a termine le più complicate e spericolate operazioni criminale. Rocco Pesce, detenuto nel carcere milanese di Opera, è condannato all’ergastolo per omicidio, associazione di tipo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti.

I CONTENUTI DELLA LETTERA

La missiva – per la quale Rocco Pesce il 5 settembre è stato nuovamente raggiunto da un ordine di arresto mentre il sindaco è stata messa sotto scorta – conteneva minacce, anche implicite e l’uso di espressioni fortemente allusive. Ecco il campionario:

     1) “… ritengo di non aver recato alcun disturbo al quotidiano cittadino e tantomeno inquinato l’aria che respirate”;

2)“… la cosa che più mi ha sconcertato, dato la stima che io e la mia famiglia abbiamo sempre manifestato nei suoi confronti, soprattutto il giorno delle elezioni amministrative dove lei è stata eletta per la sua serietà e personalità che gode di ottima etica professionale, è stata la sua esternazione, poi pubblicata sul giornale Calabria Ora, manifestante giudizi affrettati sicuramente influenzati da pregiudizi mediatici…”;
3)  “… lei stessa a maggior ragione data la sua carica amministrativa nel Comune, sa benissimo che la nostra famiglia è vittima di persecuzioni mediatiche per reati presunti e giudizi espletati sulla base del libero convincimento”;
4) [ la cosa che più mi ha sconcertato … è stata ….] “oltre al sequestro e sgombero di beni immobili di prima residenza, sempre nel Comune di Rosarno, e non per la loro dubbia provenienza, ma in quanto considerati fabbricati non conformi alle normative urbanistiche o per mancanza di concessioni edilizie, quando lei sa benissimo sulla base delle informazioni tecniche in materia di urbanistica che, statistiche alla mano, almeno il 50% dei fabbricati attualmente esistenti post 67 nel Comune di Rosarno sono abusivi e a me non sembra che siano stati presi gli stessi provvedimenti nei loro confronti, non perché io lo desideri ma solamente per sottolineare la persecuzione a noi riservata”;
5) “questo che le scrivo in modi ed enfasi del tutto confidenziale nascono per motivi che forse lei non sa in quanto molto giovane, non tanto nel merito, ma nella mia franchezza nell’esporre in modo pratico, dato che io e la mia famiglia eravamo soliti godere della reciproca compagnia con i suoi più stretti famigliari, in occasione dei consueti aperitivi in Corso Garibaldi, dove a memoria ricordo piacevoli e cordiali scambi costruttivi di opinioni, dove si argomentava questioni interessanti della nostra città… mi viene in mente un detto senza alcuna allusione, che ogni persona ha i propri scheletri nell’armadio, e converrà con me che l’estremo perbenismo è solo ipocrisia, e sono sicuro che lei è una persona molto intelligente per poter cadere in simili bassezze”;
6)  “vorrei che sappia che sono in galera da più di vent’anni innocentemente, ma il problema non è solo questo, nel mio stato detentivo la cosa che più mi disturba e mi fa soffrire è di quello che vengo informato, e nello specifico l’amministrazione comunale ha tra le sue priorità il benessere dei extracomunitari clandestini, anziché i problemi dei miei familiari già sofferenti e comunque dei veri cittadini di Rosarno… forse consentendomi la provocazione perché non godono di sovvenzioni della Comunità Europea a differenza dei clandestini?”.

La condotta minacciosa di Rocco Pesce, scriveranno i magistrati della Prpcura di Reggio Calabria, “è chiaramente indirizzata a favorire direttamente il sodalizio criminoso di cui è ritenuto appartenere attraverso una vera e propria intimidazione volta ad impedire, per un verso, che l'indirizzo politico-amministrativo della Giunta possa danneggiare o porsi in contrasto con gli interessi della cosca e, per l’altro verso, per favorire la permanenza ed il rafforzamento del clima di omertà ed assoggettamento nella popolazione che è l’humus su cui le organizzazioni criminali di tipo mafioso prosperano”.

ALL INSIDE

E proprio pochi giorni fa presso il Tribunale di Reggio Calabria si è chiuso il troncone del processo “All inside” che si è celebrato con il rito abbreviato. Il gup Roberto Carrelli Palombi ha emesso la sentenza di primo grado.
Oltre alle condanne nei confronti della cosca Pesce, il gup ha condiviso le indagini coordinate dal sostituto procuratore Roberto Di Palma e ha disposto il risarcimento al Comune di Rosarno che si è costituito parte civile: la cosca Pesce dovrà versare 50 milioni all’amministrazione. Dieci milioni, invece, dovranno essere risarciti alla Regione Calabria e al ministero dell’Interno.

TAURIANOVA INVECE…

Forse, chissà, ad allungare la vita ci pensa la mancata costituzione di parte civile in un processo di mafia. Secondo l’onorevole della Commissione parlamentare antimafia Angela Napoli che ha denunciato il caso, ne potrebbe sapere qualcosa il Comune di Taurianova, città dove la ‘ndrangheta si respira, che con una decisione a sorpresa il 28 luglio ha deciso di revocare la delibera del commissario prefettizio, con la quale veniva disciplinata proprio la costituzione in giudizio per vari tipi di reato.

La città ha dovuto prendere atto che, con la deliberazione n. 15 del 28 luglio 2011 immediatamente eseguibile – scrive Angela Napoli nella denuncia – la nuova Giunta municipale di Taurianova si è affrettata a revocare le deliberazioni del Commissario prefettizio n. 09/2007 e della Commissione straordinaria n. 55/2009 e n. 44/2010, con le quali era stata stabilita la costituzione di parte civile dell’Ente, quale persona offesa, in presenza dei reati: associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, peculato, peculato mediante profitto dell'errore altrui, malversazione a danno dello Stato, concussione, corruzione per un atto d'ufficio, corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, co
rruzione di persona incaricata in pubblico servizio e per tutti i procedimenti penali aperti per fatti connessi in violazione alle norme di cui al D.P.R. n. 380/2001, all'art. 624 c.p. eventualmente aggravato ai sensi dell'art. 625 c.p. n. 7, nonché D. L.vo n. 152/2006. Motivazione delle citate revoche? Norma statutaria comunale ritenuta dalla Giunta municipale di superamento alle citate delibere revocate! Statuto, tuttavia, inapplicabile in assenza di apposito regolamento
!”

E nelle more? Secondo Napoli il Comune di Taurianova valuterà l'opportunità di costituirsi parte civile nei procedimenti per reati contro l’ambiente, contro il territorio e per l’abusivismo edilizio nel centro storico e nel centro della città.

Chiedo alle Autorità preposte alla vigilanza sugli atti – conclude il parlamentare – se nelle more dell'approvazione del regolamento dovessero emergere reati quali quelli previsti nelle delibere revocate dall'attuale Giunta municipale di Taurianova, ossia, ad esempio, associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, peculato, corruzione…che farà l'Amministrazione? Fermo restando che in un Ente sciolto per infiltrazioni mafiose non mi sembra si possa ravvisare una obiettività di valutazione anche sui reati contro l'ambiente, ecc., dove la 'ndrangheta ha grossi interessi!”

DURA REAZIONE

Il sindaco Domenico Romeo, lo stesso che c’era quando il Comune è stato sciolto per mafia, ha reagito duramente dicendo che è stato un attacco politico personale e che la costituzione di parte civile in processi per mafia non si discute.

Per quanto concerne il palese attacco all’amministrazione da me guidata, dalle notizie apprese dalla stampa locale – si legge nel comunicato stampa dell’indomani del sindaco – sembra chiaro ed inequivocabile che Ella ha voluto strumentalizzare un atto amministrativo corretto ed efficace nell’interesse economico del Comune. Purtroppo, per gli interrogativi che si è posta nel documento pubblicato, si ritiene che Ella dei fatti è stata soltanto informata – e quindi non li ha esaminati – o, volutamente, ha voluto mistificare gli stessi. La giunta comunale, per come è espressamente chiarito nel contesto della delibera n. 15 del 28 luglio 2011, dopo aver preso atto che la Commissione straordinaria con delibera n. 46 del 31 marzo 2011 aveva approvato il nuovo statuto comunale con il quale, fra l’altro, all’articolo 6, punto 6, aveva regolamentato la materia della costituzione di parte civile ha rilevato che la stessa norma statutaria superava il dettato, sulla stessa problematica, di cui alle delibere del Commissario prefettizio pro tempore n. 9 del 15 marzo 2007 e della stessa Commissione straordinaria n. 9/2007 , n. 55/2009 e n. 44/2010 ha provveduto alla revoca delle stesse in quanto, ormai, non avevano motivo di esistere.

Mi consenta, on/le Napoli, non si è accorta che per l’applicazione del 1° comma dell’articolo 6, punto 6 dello Statuto non è richiesto alcun tipo di regolamento. Ella non si è accorta che il regolamento è necessario soltanto per tali tipi di reati e non anche per quelli riportati al 1° comma. E, comunque, se avesse letto attentamente la delibera alla quale si riferisce, avrebbe certamente notato che anche per tali tipi di reato la giunta comunale ha voluto precisare i casi di costituzione di parte civile anticipando addirittura di quale contenuto sarà il relativo Regolamento. Come mai, onorevole Napoli, Lei che può, non ha inteso attingere notizie presso i competenti servizi comunali di quanto sarebbero venuti a costare alle casse comunali le costituzioni di parte civile anche in caso di irrisori reati contro il territorio, l’ambiente e per abusivismi edilizi? Stia tranquilla onorevole Napoli, questa Amministrazione è stata e sarà garante del rispetto del diritto dei cittadini, della legge dello Stato, e lotterà, come sempre ha fatto contro tutti reati mafiosi!”.

Ma se tutto questo è vero, ci domando non bastava non revocare le delibere del commissario prefettizio e della commissione straordinaria e lasciare il mondo com era? Il Comune di Taurianova avrebbe evitato di perdere tempo in ulteriori provvedimenti e chiarimenti, avrebbe impiegato il tempo di dipendenti e politici in attività socialmente più utili e avrebbe scacciato il dubbio che la costituzione di parte civile in tutti i processi faccia venire a più di un politico una strizza tremenda anche se, fortunatamente, il sindaco di Rosarno testimonia che in Calabria sono le donne ad avere più attributi quando sono al timone della macchina amministrativa.

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.08 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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