Benvenuti in Molise/3 La camorra passa per il clan Stolder – Il ruolo di Bacciocchi (Fincapital San Marino)

Il 21 settembre la Direzione distrettuale antimafia di Napoli e la Dia del capoluogo hanno scosso l’Italia e San Marino con l’operazione Staffa, con la quale è stata sgominata una supposta associazione a delinquere di stampo mafioso. Al centro dell’indagine il clan napoletano Stolder specializzato in rapine ipertecnologiche ai caveau bancari e Francesco Vallefuoco, specializzato invece nel recupero dei crediti con modalità violente (per la sintesi dell’operazione rimando in archivio ai post del 22, 23 e 24 settembre).

Il provento delle rapine – secondo la Procura di Napoli – finiva dritto dritto a San Marino dove la finanziaria Fincapital, con la complicità di alcune banche, lo riciclava. Almeno 5 milioni in un paio d’anni.

Nella rete dell’indagine cade anche il Molise dove la presenza di Vallefuoco è certificata per la prima volta il 31 gennaio 2009 quando Francesco Vallefuoco, in auto con la compagna Lucia Esposito, riceve una telefonata da Livio Bacciocchi, avvocato e notaio sammarinese e secondo la Procura dominus di Fincapital, al quale parla di persone, amiche sue, che hanno una ditta, un casinò virtuale a Termoli, che hanno bisogno di scontare 200mila euro. Bacciocchi risponde che in una volta non si può fare ma problemi non ce ne sono perché la soluzione è semplice: gli amici chiedono un assegno da 120mila e uno da 80 mila e a quel punto Bacciocchi risponde che si  può fare in 5 assegni.

Un ulteriore riscontro sulla presenza della presunta associazione a delinquere di stampo camorristico viene acquisito grazie alla collaborazione dei Carabinieri di Termoli (Campobasso).

Secondo quanto dalla Dia, il 6 marzo 2009 dall’ascolto delle conversazioni intercettate all’interno dell’Audi A/6 targata San Marino di Francesco Vallefuoco, risulta che è diretto nella zona della stazione ferroviaria di Termoli per incontrare alcuni individui per procedere al recupero crediti, dal momento che “un pezzo di merda non gli aveva pagato un assegno”.

I Carabinieri i Termoli, allertati dalla Dia di Napoli, organizzano un servizio di osservazione, controllo e pedinamento di Francesco Vallefuoco.

Vallefuoco entra nel bar Strike Café dove sono già seduti ad un tavolo due giovani alti, atletici e con accento campano: Giovanni Abete e Luigi Pannone. Vallefuoco si reca in una sala riservata a discutere con il titolare di un punto scommesse. I Carabinieri di Termoli ascoltano che i due soggetti nella saletta riservata del bar parlano di assegni da emettere a favore di terze persone e, in particolare, riescono a sentire che Francesco Vallefuoco conversa al telefono e dice all’interlocutore di “avvisare il suo direttore di banca di fare un bonifico di 8.000,00 euro per Termoli altrimenti avrebbero perso tutto”.

Luigi Pannone, secondo la ricostruzione della Procura di Napoli, partecipa all’associazione promossa e diretta da Francesco Vallefuoco e, quindi, diventa concorrente esterno del clan Stolder. Pannone è uno dei “ragazzi” che operano per conto di Vallefuoco, regolarmente stipendiati, che gli fanno da scorta e si occupano con violenza del recupero crediti, attività che Vallefuoco realizza secondo la Prpcura con metodo mafioso. Il fatto che il 6 marzo si trovasse con Giovanni Abete nel bar Strike mentre Vallefuoco discuteva con l’imprenditore in una saletta riservata, è importante per gli inquirenti perché sia Abete che Pannone risultano tra i collaboratori della Ises, la società di recupero crediti gestita di fatto da Vallefuoco come copertura dei traffici illeciti.

Quando Vallefuoco, concluso l’incontro, esce dal locale per salire a bordo della sua auto, i Carabinieri decidono di fermarlo e perquisirlo, trovandolo in possesso di un manganello telescopico estensibile in metallo, nonché documentazione che è stata acquista in copia e trasmessa alla Dia. Tra le carte trovate, una cambiale di 17mila euro emessa il 6 marzo 2009, senza data di scadenza e senza il nome del beneficiario, con due firme illeggibili e timbro di un punto scommesse di Termoli e un assegno di una banca abruzzese con filiale a Termoli, di 25mila euro, con firma illeggibile, e copia dello stesso assegno con questa testuale dichiarazione scritta a penna: “rinnovo il prestito di42mila euro con questo assegno bancario 25mila euro corretto il 18 marzo 2009 con aggiunta di un effetto bancario cambiario di 17mila euro con scadenza 18 marzo 2009. con impegno entro il 14 marzo 2009 di effettuare il saldo o in parte con accordo tra le parti”, con il timbro di un punto scommesse e firma illeggibile.

(Per gli altri due post sul Molise rimando all’archivio di agosto: 17 e 19)

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