Efficienza del credito: un imprenditore di Reggio Calabria rilancia i temi di Lo Bello, Sopranzetti e Zingales

Cari amici l’ultimo post che ho scritto sull’efficienza del credito, legato agli interventi di Ivan Lo Bello (Presidente di Confindustria Sicilia) e Giuseppe Sopranzetti (direttore generale di Bankitalia in Sicilia ma in arrivo in Lombardia) ha spinto un imprenditore calabrese, della Piana di Gioia Tauro, responsabile della sezione meccanica di Confindustria Reggio Calabria e già nel comitato di reggenza di Confindustria Reggio Calabria, a scrivermi una lettera che pubblico volentieri.

Il suo nome è Antonino De Masi e credo che il suo sia un contributo utilissimo. Se altri imprenditori vorranno scrivermi, saranno volentieri ospitati sul tema che merita un ampio dibattito che del resto il Gruppo 24 Ore ha sempre seguito.

Roberto Galullo

IL TESTO DELLA LETTERA

Egregio Dr Galullo,

intervengo sugli argomenti trattati da Ivan Lo Bello e Giuseppe Sopranzetti (si veda il suo ultimo post) perché credo di avere competenza e conoscenza della materia , sarò o cercherò di essere diretto senza giri di parole.

Intanto il  contesto geografico del sud (per ora) e in particolare di alcune regioni come la Calabria, in cui l’economia illegale ed il livello di collusione nel mondo imprenditoriale, secondo me è di oltre l’80%. Ci troviamo di fatti  a parlare di aziende vittime di un sistema criminale che ha anche fagocitato l’economia legale. L’entità dei sequestri di beni conferma tale mia impressione.

In questo contesto quale ruolo ha il sistema bancario ?

E' immune? E’ distante da queste  realtà ? E’ vittima di questo contesto?

Qui non centra il sistema bancario se nazionale o locale. Io sono contrario alla banca del sud , perché non è la regionalizzazione della banca a risolvere i problemi del sud ma sono le politiche del credito che possono risolvere tali problemi.

Torniamo alla questione sopra detta, le banche sono vittime o protagoniste di tale sistema?

Prima di rispondere o dare la mia impressione voglio fare un esempio.

Chi è più criminale tra i seguenti soggetti:

a)     un imprenditore del sud che per paura   per omertà, legata alla oppressione subita per decenni dalla criminalità, paga il pizzo  diventandone  vittima ed a volte anche colloso?

b)    O un imprenditore del nord , che ha appaltato ingenti lavori pubblici al sud , che per non avere fastidi in via preventiva si reca dal mafioso offrendogli il pizzo e garantendogli la possibilità di occupare lavoratori da lui indicati?

Cerchiamo di essere onesti con noi stessi e chiamiamo le cose come stanno, sono criminali sia l’imprenditore calabrese che è colluso, che quello, in giacca e cravatta e frequentatore di salotti culturali politici e mediatici del nord.

Da ciò entro nella questione del credito, raccontando alcuni  fatti realmente accaduti :

-         in un procedimento penale fatto dalla Dda di Reggio Calabria , credo denominato “Bellu lavuru”, un autorevole mafioso ha accompagnato un imprenditore suo amico presso il direttore di una importante banca di livello nazionale, a Reggio Calabria, per chiedere un finanziamento di 1 milione di euro (credo questa fosse la cifra). Il direttore ebbe a dire “ caro Signor xxx” , come faccio a dirvi di no (credo per il tono e la forma in maniera ossequiosa): fate che il vostro amico faccia un contratto di fitto anche falso di un’azienda ed avrà il prestito.

-         Secondo episodio che sta succedendo a me. Sono andato presso una grande banca locale che opera nella piana di Gioia Tauro e nella ionica, ma in questa fase non voglio fare nomi, per chiedere una linea di credito per anticipo fatture  di una della maggiori aziende di livello nazionale che vi sono nel territorio; premesso che la stessa banca si è rifiutata di aprirmi un conto attivo, ma questa volta pensavo le cose fossero cambiate . La risposta datemi, dopo un  complicato iter, è stata che mi avrebbero concesso la linea di credito, limitatissima , ma solo dietro cessione notarile del credito. Sono rimasto senza parole . Mi sono posto alcune domande ed in una prima fase ho cercato di giustificare la banca dicendo : questa banca ha delle soglie di ingresso e concessione del credito molto severe, sicuramente io non avrò raggiunto il loro standard e quindi non merito il credito. Deluso, amareggiato, offeso, ho chiuso la questione . Ma uno o due giorni dopo, la scorsa settimana, la Procura di Reggio Calabria esegue una serie di arresti contro una organizzazione criminale della ionica reggina, e scopro che sono coinvolti funzionari della stessa banca che erogavano credito sicuramente a persone , arrestate, indicate come mafiosi.

-         Un’altra vicenda è quella scaturita da una truffa scoperta da dalla Procura di Palmi, in cui il direttore di un’importante banca di livello nazionale, erogava credito anche a persone inesistenti. Va detto che tale direttore di banca che io ho conosciuto per aver la sua banca fatto una convenzione con la passata Confindustria , si è rifiutato di instaurare  rapporti di lavoro con me.

-         Ultimo dettaglio, nel corso della realizzazione dei miei stabilimenti a Gioia Tauro, viene consumata un’estorsione che ha portato all’arresto dei criminali con i soldi in mano. Una delle ripercussione che ho subito è stata quella di una banca del nord , il cui funzionario rispondeva a ordini di qualche criminale, che ha dato disposizione di distruggere il Gruppo De Masi.

Da queste considerazione che cosa emerge: che le regole devono valere per tutti , perche se Basilea vale per me e non vale per il mafioso, il sistema si rompe. Le conseguenze di un sistema economico imprenditoriale che non risponde alle logiche della legalità porta alla distruzione della democrazia; un sistema bancario che è assoggettato a tale logiche da il colpo di grazia alla speranze ed al futuro. Si crea una distorsione del mercato terribile, si ammazza l’economia legale per favorire l’economia criminale.  Il credito, la gestione del risparmio, è un bene pubblico tutelato dall’articolo 47 della costituzione, questo non va dimenticato.

Ora una banca del nord o del sud che opera in questi territori ed in questi contesti è una buona banca se: opera nel rispetto della legalità, delle regole e dell’uguaglianza dei cittadini. E’ una cattiva banca se favorisce i potentati di turno ed i criminali. E’ una buona banca se conosce le problematiche del territorio  e si adopera per limitarle. Questo è uno degli aspetti di una cattiva o buona banca in un contesto di  territorio, ma pongo un’altra osservazione che nasce dalle mie battaglie contro le illegalità delle banche
ma anche dallo spunto datomi da un “notevole” articolo pubblicato ieri dal Sole-24 Ore a firma di Luigi Zingales che titolava “ Se la banca scopre i Bot alla fine taglia i prestiti”. L’articolo iniziava con questa affermazione “…Prestare poco, prestare a caro prezzo”.

Faccio alcune considerazioni:

-         le banche hanno da sempre inseguito il massimo profitto dimenticandosi del fine pubblico della gestione del risparmio. Gli scandali finanziari e i reati per cui vengono continuamente accusati le banche ed i banchieri hanno come comune denominatore il profitto ed i premi ai manager .

-         In Italia il costo dei sevizi bancari è il più caro d’Europa. Dice un’indagine della Cgia di Mestre che il sistema produttivo italiano paga circa 3,4 miliardi di euro in più rispetto agli altri Paesi. Quindi prestare a caro prezzo è stata una politica sempre praticata.

-         Al sud il costo di tale servizi bancari è di oltre il doppio rispetto alla media italiana.

La giustificazione che al sud il costo del denaro è legato alla rischiosità è falso in quanto la rischiosità è l’effetto di una politica usuraia fatta dalle banche che portano alla morte dell’imprese è non è la causa.

Comunque continuiamo nel ragionamento. Se un’impresa decide di fare una politica di vendita dei propri prodotti a prezzi alti si assume le conseguenze dei rischi di tale scelta e quindi di una perdita di mercato. Nel mondo finanziario così non è. Dice una indagine dell’Autorità Garante per il Mercato (ic36) che il sistema finanziario in Italia è gestito da un gruppo di soggetti che limitano la concorrenza ed il libero mercato. Cos’altro vogliamo?

Andiamo avanti ma se le leggi di questo paese impongono vista la delicatezza e la rilevanza pubblica del mercato creditizio particolari vincoli e controlli perché non vengono rispettate?

Per esempio la legge sull’usura, articolo 644cp, tutela il mercato creditizio e poi la vittima, e la norma prevede delle aggravanti per chi commetti tali reati nell’esercizio della’attività bancarie.

Ancora: ma se le norme impongono un tetto oltre il quale il costo del denaro è usuraio perché viene superato senza che nessuno si preoccupi più di tanto? Il vendere il denaro a caro prezzo si trasforma in un reato.

Perché in centinaia di processi per usura i tribunali trovano il reato ma non condannano i colpevoli, in quanto tutti dicono che sono figli di casualità e di mancanza di elemento psicologico? E la politica del caro prezzo cosa è?

Perché non si vuole capire che un semplice aumento di 10 euro a trimestre , per gli 85 milioni di conti correnti che ci sono in Italia, porta un incremento annuo di 3,4 miliardi di euro ? Tenendo anche conto che 3 gruppi bancari detengono almeno il 50% di tali conti è facile intuire che una banale manovra di soli 10 euro genera profitti inimmaginabili, quando poi il costo del conto corrente in Italia è di circa 100 volte più caro?

Vorrei dire molte altre cose ma occuperei  altro spazio chiudo con alcune altre considerazioni:

1)     la Banca d’Italia avrebbe dovuto , per il ruolo e la funzione assegnata dalla legge, evitare tale degenerazione, così non è stato, la motivazione è semplice, (cito Mario Monti che ha detto che le banche sono il governo occulto del Paese) e che i controllati le banche sono i proprietari, gli azionisti di banca d’Italia.

2)     La magistratura di recente si sta occupando della materia ed ultimamente una sentenza della Cassazione ha punito la Consob per omissione di vigilanza, ciò credo capiterà quanto prima alla banca centrale.

3)     Di queste anomalie o illegalità i cittadini e le imprese sono le vittime  insieme al Paese che perde di competitività di futuro e di sviluppo.

Quindi un buon sistema bancario è tale se rispetta le regole, le leggi, e se risponde agli interessi del Paese del territorio e del proprio sistema produttivo, se invece risponde alle logiche ed agli interessi di arricchire qualcuno  e creare potere , non fa altro che essere non solo illegale ma anche distruttivo.

Volevo chiudere parlando un attimo di Confindustria, ma sono stato lungo sulle banche e non posso, ma dico che Confindustria è l’unico soggetto che sta mettendo al centro della propria  missione la legalità , dovrebbe tale compito essere fatto proprio anche  da altri soggetti , con la stessa energia .Molto Confindustria a fatto in Sicilia ma molto, molto altro rimane da fare in tante altre Regioni.

Grazie dell’ospitalità

Antonino De Masi

Imprenditore (Reggio Calabria)

  • mario |

    complimenti bel post

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