Il business mafioso delle energie rinnovabili passa per società-veicolo, holdings estere e paradisi fiscali

La relazione di fine 2010 della Procura nazionale antimafia, resa nota solo alcuni giorni fa del Presidente della Commissione parlamentare Beppe Pisanu, contiene uno spunto interessantissimo sulle energie rinnovabili.

Direte voi: che le mafie abbiano messo mano sul business dell’eolico e del fotovoltaico è noto da tempo. Vero. Anzi: verissimo. Io stesso su questo blog, sul Sole-24 Ore e a Radio 24 ho affrontato spesso l’argomento.

Quel che c’è di nuovo e che nel 2010 all’Ufficio di informazione finanziaria (Uif)

sono pervenute diverse segnalazioni di operazioni sospette relative a flussi finanziari di ingente ammontare, scambiati fra imprese e soggetti attivi nel settore dell’energia eolica e società situate in Paesi a regime fiscale privilegiato.

Si tratta di vicende finanziarie di particolare rilievo, in termini sia di soggetti coinvolti sia di consistenza dei flussi movimentati, concentrate soprattutto in Sicilia e in Calabria. Tra i Paesi esteri interessati – e come ti sbagli – c’è San Marino.

Il “fiuto” ha fatto sì che la Procura nazionale antimafia avviasse un sistematico monitoraggio delle segnalazioni, anche a seguito di evidenze finanziarie sul coinvolgimento della criminalità organizzata nella fase di costituzione di alcune “società veicolo”, alle quali fanno capo gli impianti eolici.

Dall’analisi finanziaria la Procura ha notato che tali società-veicolo, talvolta dopo alcuni passaggi di proprietà, finiscono nella titolarità di holdings costituite all’estero. Le compravendite azionarie comportano possibili rischi di alterazione dei valori di mercato dei corrispondenti titoli societari. Inoltre questo settore d’affari, essendo caratterizzato dal rilascio di concessioni ed autorizzazioni da parte degli enti pubblici, si presta al rischio di pratiche corruttive. “Peraltro, le considerevoli risorse finanziarie necessarie all’acquisto degli impianti – si legge nella relazione 2010 – e la prospettiva di guadagni attesi elevati creano le condizioni per scambi finanziari di significativa entità, sostenuti da ingenti interventi creditizi. L’esistenza di finanziamenti agevolati ed il riconoscimento di contributi pubblici relativi all’energia prodotta attirano naturalmente l’attenzione delle organizzazioni criminali, che effettuano ingenti investimenti nel settore, favorite anche dal controllo del territorio nelle regioni meridionali”.

LE INDAGINI SUI PARCHI EOLICI

Le indagini svolte nell’ultimo hanno evidenziato il particolare interesse della criminalità organizzata per il settore della cosiddetta energia rinnovabile. Sono numerosi i segnali del coinvolgimento della ‘ndrangheta nel business dei parchi eolici in indagini svolte da diversi uffici giudiziari in tutta Italia. Tra le regioni a rischio Puglia, Sicilia e Calabria.

In Calabria, e in particolare il distretto di Catanzaro, le province maggiormente interessate sono quelle di Catanzaro e di Crotone. Le investigazioni hanno evidenziato illiceità sia nella fase amministrativa di rilascio delle autorizzazioni,

il mercato dei “certificati verdi”, fino agli investimenti e all’acquisizione di intere aree da parte delle cosche.

La Direzione nazionale Antimafia ha persino avviato un monitoraggio dei procedimenti penali pendenti nei vari distretti relativi al settore dell’energia eolica e fotovoltaica.

Il quadro emerso è particolarmente allarmante in considerazione del sistema utilizzato da un unico gruppo di soggetti che sviluppano l’intero progetto: dal reperimento delle aree da destinare ai parchi ai contatti e le trattative con i gruppi criminali locali, alla procedura di rilascio della concessione e, infine, alla cessione a multinazionali del settore energetico che necessitano dei “certificati verdi” indicativi di una produzione che si avvale di energia rinnovabile.

La vendita dei certificati verdi alle multinazionali dell’energia e la produzione di energia da fonti rinnovabili è il vero affare, valutabile in milioni, cui è interessata la ‘ndrangheta nel settore dell’eolico. Di qui l’infiltrazione nelle società che realizzano i parchi, l’acquisizione delle aree e il condizionamento della pubblica amministrazione per il rilascio delle autorizzazioni.

Le indagini attualmente in corso presso la Direzione distrettuale di Catanzaro confermano che la ‘ndrangheta ha individuato nel settore dell’eolico il futuro sviluppo dei propri affari per incrementare i già ingenti profitti.

Le indagini sul settore dell’eolico riguardano anche la provincia di Catanzaro e in particolare Girifalco, dove sono stati realizzati parchi eolici. Gli accertamenti riguardano il procedimento di individuazione delle aree, di autorizzazione e realizzazione delle opere. E gravi atti intimidatori (incendio dell’autovettura e di un trattore) sono stati posti in essere nei confronti di Salvatore Tolone che aveva denunciato le illiceità commesse nella realizzazione dell’opera.

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • Tragno Per. Ind. Antonio |

    Gentilissmo Dr.Galullo, chi le scrive è un 40enne che vive ad Andria, nella neonata provincia Barletta-Andria-Trani, in Puglia. Devo concordare con il collega Verucchi, è vero la Mafia è infiltrata , come lo è in tutti i settori industriali. Ma è questo martellamento dei Mass Media di questa indagine della DIA che fa sembrare ALL’OPINIONE PUBBLICA il NOSTRO settore un settore di Mafiosi e Camorristi, NON E’ COSI’. Parlate apertamente invece del DECRETO ROMANI che sta AMMAZZANDO IL SETTORE FOTOVOLTAICO in Italia e informate correttamente l’opinione pubblica questo è quello che chiediamo. Ha visto la censura a Giletti ieri su RAIUNO ? Ditelo se avete coraggio. Cordiali saluti solari. NON MORIREMO MAI

  • Andrea Verucchi |

    Vede Roberto, il problema non sono i contenuti… direi più i tempi e le modalità… di fronte ad un decreto che rischia di lasciare a spasso decine di migliaia di persone occupate dalla green-economy… la stampa, ed in particolare il giornale di cui Lei fa parte ( ma ovviamente non solo )… concentra l’attenzione su denunce e inchieste che di nuovo non hanno nulla, invece che spiegare come la retroattività di un decreto possa incidere in modo sostanziale sull’economia che negli ultimi due anni è stata sostenuta dal fotovoltaico e da imprese come la mia,semplicemente si concentra l’attenzione su altri aspetti. La mafia è ovunque, Lei ha indubbiamente ragione su questo… rifletta però sul fatto che dei 150.000 impianti in funzione oltre 100.000 ( fonte GSE ) sono impianti realizzati da privati o PMI sui loro fabbricati. Romani dice che gli incentivi sono alti? Bene abbassiamoli! ma c’è modo e modo di fare le cose. Da alcune testate invece arrivano vergognose ammiccate al governo e alle castronerie “sparate” da persone che non ne sanno niente, salvo poi essere costretti a rivedere le proprie decisioni. Infatti,Mentra Lei scriveva la risposta al mio commento, veniva approvata una mozione bipartisan per correggere il decreto Romani. Sarebbe importante concentrare l’attenzione sui contenuti di una legge sbagliata per cercare di correggerla e non cercare di nascondere l’elefante dietro il dito parlando solo del dito.. e guardi che le proporzioni sono esattamente queste. Apprezzo comunque il fatto che mi abbia risposto e mi abbia dato la possibilità di risponderLe di nuovo.
    Cordialmente
    Verucchi Per. Ind. Andrea

  • galullo |

    Caro Verrucchi,
    di consueto non c’è nulla. La disinformazione appartiene ad altri giornali e ad altri “giornalai” e non si permetta mai più di attribuirmi questa immonda pecca.
    Chiarito con chi ha a che fare sono io che la sfido certo come sono di vincere le sfide. Sempre. Se lei riuscirà a dimostrare che anche una sola mezza riga di quanto io ho scritto è falso e tendenzioso io pubblicherò un post nel quale mi auto-sputtanerò.
    Vede, caro Verrucchi, a differenza dei “giornalai” che forse lei ama, prima di scrivere mi documento. E sono anni che scrivo di mafie e mi documento in maniera inappuntabile.
    Quel che ho scritto da ultimo (ripeto: da ultimo) è frutto della relazione della Direzione nazionale antimafia e non sono seghe mentali di chi le scrive: vuol provare a smentire la Dna? Prego si accomodi ma non predichi lezioni di morale per piacere. Non a me.
    Il fatto che nelle energie rinnovabili le mafie speculino è un dato di fatto e chissenefrega se speculano meno o più rispetto ad altri settori. Il fatto è che in mezzo a una miriade di operatori sani c’è un nocciolo duro legato alla malavita che conquista sempre più terreno nelle energie rinnovabili. Ma lei li legge i giornali locali (come faccio io?) Da Trapani ad Agrigento, da Brindisi a Benevento, da Crotone a Lecce è un tripudio di indagini e denunce. Ma dove vive?
    Nessuno – né io ne il Sole al quale mi onoro di appartenere – vuole ammazzare il fotovoltaico e non c’è alcuna logica distorta o perversa. Niente e nessuno potrà mai condizionare ciò che scrivo. Il nostro compito è analizzare, criticare e denunciare. Si chiama democrazia e libertà di stampa. Se non le piace cambi pure.
    Cari saluti
    Roberto Galullo

  • Andrea Verucchi |

    Come di consueto continua la campagna di disinformazione del sole 24 ore relativa alle fonti rinnovabili. Opero da anni nel settore e non penso che le infiltrazioni mafiose all’interno dell’economia fotovoltaica siano superiori a quelle di altri settori. L’eolico è un discorso a parte e a questo in linea generale si riferiscono le indagini in corso… su questo posso essere daccordo. Ma attenzione… la realtà è ben diversa. Da settimane il sole 24 ore da informazioni distorte sul decreto del ministro Romani, meglio noto come AMMAZZA-FOTOVOLTAICO. Ora che ho aperto gli occhi su certe logiche politiche di questa redazione penso inizierà a leggere LA REPUBBLICA o iIL GIORNALE, almeno i redattori si schierano apertamente e non fanno sembrare vere, con manovre subdole e articoli falsi, le notizie reali del mondo dell’economia.
    Saluti

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