Governo, Pa e corruzione/ Nelle classifiche Ue Calabria e Campania ai vertici – Bene Bolzano

Se la qualità di un governo si misurasse solo con il parametro della corruzione, l’Italia sarebbe in coda alla classifica europea. Ma anche a voler considerare altri tre fattori – vale a dire l’efficacia del governo stesso, delle leggi e il controllo democratico – la graduatoria non cambierebbe molto e collocherebbe l’Italia al 25° posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea.

Dopo di noi solo la Bulgaria e la Romania. In testa alla classifica del “buon governo” figurano invece la Danimarca, la Svezia e la Finlandia. Le posizioni dopo il podio sono occupate dalle nazioni del Nord Europa.

A cristallizzare lo situazione è la Direzione generale delle politiche regionali della Commissione europea, che ha affidato lo studio comparato alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Goteborg.

Lo studio è stato effettuato tra dicembre 2009 e febbraio 2010 contattando 200 alti funzionari per Stato per costruire l’indice nazionale e 34mila cittadini europei (4.095 in Italia) per costruire un indice regionale. A tutti sono state sottoposte 16 domande su tre grandi aree del governo della cosa pubblica: istruzione, sanità e giustizia. Si tratta, come recita testualmente il dossier consegnato la scorsa settimana alla Commissione, “della più corposa ricerca mai fatta al mondo”.

La qualità del governo è stata suddivisa in quattro indici che hanno poi prodotto un indice finale. L’efficacia del governo vede Danimarca, Svezia e Finlandia ai primi posti. In coda Italia, Bulgaria e Romania. Il controllo della corruzione ha in cima alla classifica sempre Finlandia, Danimarca e Svezia e in coda l’Italia ha dietro di se solo Grecia e ancora una volta Romania e Bulgaria.

Danimarca, Austria e Svezia vantano il miglior punteggio sull’efficacia delle leggi mentre l’Italia continua a precedere le solite Romania e Bulgaria. Il controllo democratico attraverso le Istituzioni vede prevalere Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo mentre l’Italia è al ventesimo posto, seguita solo dalla Grecia e dal blocco dei Paesi dell’Est.

La ricerca contiene anche una corposa analisi tra le regioni (in questo caso i Paesi considerati sono stati 18). L’Italia è considerata tra le sei nazioni nelle quali si registrano le più alte variazioni all’interno dei confini (le altre sono Belgio, Spagna, Portogallo, Romania e Bulgaria). Tra le regioni più corrotte in Europa ci sono Campania e Calabria. Tra le più virtuose Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta. Lo studio dice che l’alto livello di Bolzano si spiega anche con la integrazione tra le etnie. “La lunga presenza di etnie diverse – recita testualmente la ricerca – aiuta a sviluppare uno spirito di tolleranza e collaborazione fra i diversi gruppi etnici”.

E ancora sul confronto tra l’Alto Adige e la Campania si incentra l’attenzione dei ricercatori svedesi che hanno analizzato il sistema delle assunzioni nel settore pubblico. Mentre in Alto Adige ciò che conta è la meritocrazia, in Campania valgono i “contatti personali”. Lo stesso discorso vale per la facilità di accesso delle donne nel mondo del lavoro pubblico, molto più elevata in Alto Adige.

LA RICERCA EURISPES

Non è stata la sola Commissione europea a far svolgere un indagine sul buon governo dei Paesi europei.

Il 16 dicembre, al Senato, l’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali) ha presentato il “Rapporto Italia 2011”, di cui riporto fedelmente (così non ci si può sbagliare) i passi salienti utili al nostro ragionamento..

Ricco e articolato, il dossier presenta una parte che individua in precarietà, mancanza di senso civico e corruzione i mali dell’Italia. Non tutti gli italiani sono contenti di vivere in quello che, a detta di molti, rappresenta uno dei paesi più belli del mondo. Il 29,1% adduce come motivazione la precarietà lavorativa, il 20,6% riscontra una mancanza di senso civico, il 19,1% giudica troppo pesante il livello di corruzione, il 15,2% attribuisce la colpa alla classe politica, l’8,6 alle condizioni economiche generali, il 3,9% sostiene che il tasso di criminalità sia troppo elevato e l’1,3% giudica inaccettabili le prestazioni di welfare.

Ad avvertire maggiormente il senso di precarietà in ambito lavorativo sono i giovani dai 18 ai 24 anni (43,5%), evidentemente preoccupati per il proprio futuro, seguiti, con dieci punti percentuali in meno, dalle classi di età immediatamente superiori: il 33,6% dei 25-34enni, il 24,2% di coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 44 anni e il 21,7% dei 45-64enni. Anche tra la popolazione in età non attiva (il 27,4% di chi ha 65 anni e più), nonostante non sia più direttamente interessata dal fenomeno, si fa sentire la preoccupazione per le nuove generazioni.

Tra giovani e anziani è diffuso altresì un sentimento ostile alla corruzione (27,4% della classe più giovane e 22,6% di quella anziana), mentre le fasce di età intermedie sembrano essere più colpite dalla mancanza di senso civico della nostra popolazione (32,5% dei 45-64enni, 21,2% dei 35-44enni e 19% dei 25-34enni). Le condizioni economiche generali del Paese preoccupano chi ha un’età compresa tra 25 e 44 anni (per un totale del 26,8%). Le perplessità circa la classe politica interessano più o meno allo stesso modo le varie fasce d’età (dal 19,2% di coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni al 9,5% di chi ha tra i 25 e i 34 anni).

Considerando la ripartizione geografica, coloro che avvertono pesantemente un senso di precarietà lavorativa risiedono nel Meridione (43,2% nelle Isole e 42,4% al Sud), contro il 30% del Nord-Est, il 25,6% del Nord-Ovest e il 18,9% del Centro. Queste tre aree geografiche si attestano su livelli simili per quanto riguarda il giudizio sulla

corruzione (dal 18,5% del Nord-Est al 19,8% del Centro, passando per il 19,6% del Nord-Ovest), che fa registrare un 25% nelle Isole e un 13,7% al Sud. Lo stesso vale per la mancanza di senso civico (26,1% del Centro, 21,8% del Nord-Ovest e 21% del Nord-Est), mentre sembrano pesare meno ai cittadini del Mezzogiorno la maleducazione e la furbizia (16,5% del Sud e 8% delle Isole). Lo stesso divario interessa le perplessità sulla classe politica, maggiore al Centro e al Nord (dal 20,3% del primo al 15,1% del Nord-Ovest), rispetto a Isole e Sud (10,2% e 8,6%).

 

CORRUPTION PTIMI PESSIMA

 

Ovvero: ciò che una volta era ottimo, una volta corrotto, è pessimo. Nell’indagine dello scorso anno l’Eurispes ha rilevato come nell’opinione dei cittadini la corruzione in Italia sia un male radicato. Infatti, il giudizio sulla diffusione del fenomeno era largamente condiviso (92,5%).

Questa volta Eurispes ha voluto approfondire l’argomento chiedendo in quale misura la corruzione nella vita pubblica italiana sia variata rispetto al 1992, segnato da Tangentopoli.

Nella maggioranza dei casi (51,7%), l’idea

  • Gustavo Gesualdo |

    La lotta alla Corruzione e alle Organizzazioni Mafiose
    Lo stile di vita italiano, di cui si festeggiano in questi giorni i 150 anni dalla sua unità, è identificato negli altri paesi come uno stile di vita marchiato dai flagelli della mafia e della corruzione, sia morale che materiale.
    No, non cercate nei festeggiamenti in atto momenti dedicati alla riflessione su questi due grandi fenomeni criminali:
    non sono previsti nel programma ufficiale ……
    Nel più classico dei condizionamenti mafiosi, l’omertà istituzionale scende come un velo silenziatore su questi due aspetti purtroppo ingerenti la nostra vita quotidiana.
    Nessun appello delle maggiori cariche dello stato è rivolto alla risoluzione definitiva di questi comportamenti malavitosi.
    Se si eccettua la costante azione di contrasto ai comportamenti mafiosi e corruttivi dei ministri leghisti, il silenzio regna sovrano in questa importante lotta di civiltà e di democrazia.
    Gli episodi di corruzione ed di infiltrazione mafiosa che saltano agli onori della cronaca italiana, narrano una condizione di estremo disagio dei partiti politici tradizionali rispetto a questi temi.
    E se non fosse per l’azione di contrasto continua e costante del ministro dell’Interno Roberto Maroni nei confronti delle organizzazioni mafiose, il dubbio che certa politica e certa informazione assumano posizioni a dir poco stupefacenti nella lotta alle mafie ed alla corruzione, assume il dato di un sospetto piuttosto concreto nel suo essere irrintracciabile nella realtà dell’azione politica e di informazione in Italia.
    Eppure, persino La civilissima Svizzera inizia a porsi domande concrete sul grado di corruzione all’interno dei suoi apparati nel primo rapporto del gruppo di lavoro interdipartimentale per la lotta alla corruzione approvato dal Consiglio federale elvetico.
    Per quanto riguarda invece il grado di infiltrazione mafiosa, lo stato elvetico non si pronuncia con la stessa concretezza, denunciando un possibile nesso di casualità fra il suo elevato grado di segreto bancario e l’esigenza da parte delle organizzazioni mafiose di riciclare e “mettere al sicuro” i proventi delle attività illecite ed illegali in paesi che sappiano custodirne silenziosamente tesori e provenienze.
    Anche il governo indiano, a seguito dello sciopero della fame indetto da un attivista politico e che ha visto coinvolte decine di migliaia di persone, ha avviato l’iter di un disegno di legge che contrasti decisamente il fenomeno della corruzione.
    In Russia invece, fa scalpore il caso di un avvocato che, dopo aver denunciato una frode corruttiva ad alti livelli, è stato arrestato e posto in un carcere, dove ha trovato la morte in circostanze mai precisate.
    Una notizia odierna rende noto che, i funzionari governativi russi del ministero dell’interno accusati di frode e corruzione da questo avvocato, siano divenuti sorprendentemente quanto improvvisamente ricchi.
    In questo quadro, si valida l’assioma secondo il quale, laddove in uno stato siano presenti organizzazioni mafiose ben radicate e potenti, la corruzione degli apparati pubblici anche a livelli elevati, è correlazione non affatto casuale, ma addirittura, causale.
    Lo stesso scrivente di questo post, spera che la condizione italiana si distingua da quella russa, prevedendo un certo rischio in questa affermazione e non rivestendo egli stesso, ne un ruolo politico di garanzia, ne un ruolo informativo di tutela.
    Eppure, se certa politica e certa informazione fan la parte delle famigerate tre scimmie (non parlo, non sento, non vedo), sarà compito di cittadini attivisti politici, come nel caso indiano, porre questioni importanti come mafiosità e corruzione, sia pure da un semplice blog come questo.
    Nella pur desolata convinzione che, se l’Italia non è lo stato elevetico o indiano, perlomeno non sia nemmeno lo stato russo.
    Desolata convinzione ovvero, condivisa speranza?
    Come al solito, è l’ottica del bicchiere mzzo vuoto o mezzo pieno che divide le opinioni.
    Ma la realtà è che, mezzo vuoto o mezzo pieno, quel che resta nel bicchiere italiano non ha un odore ed un sapore piacevole.
    Affatto.
    Che poi, i fenomeni mafioso e corruttivo siano apertamente combattutti nei fatti (e non nelle parole), da una sola parte politica e di governo è un fatto che presta il fianco a più di un sospetto nei confronti della casta burocratica-partitocratica, ma dona al contempo una speranza:
    quella di non essere soli in questa battaglia di democrazia e di civiltà.
    E tanto basta per definire una speranza.
    Gustavo Gesualdo
    alias
    Il Cittadino X

  • Franco Laratta |

    SCANDALI E CORRUZIONE A REGGIO CALABRIA.
    Scopelliti è in grado di fare prendere topiche persino al presidente della Corte dei Conti!
    Infatti, le dure censure dei consiglieri di Reggio non toccano in alcun modo l’operato della Corte dei Conti della Calabria che non avrebbe potuto in alcun modo essere disattenta o carente di controllo per il semplice motivo che il rendiconto criticato è quello del 2009 che, ancorchè sia scaduto il termine per la sua approvazione da 10 mesi, è stato solo deliberato in giunta e non è stato ancora approvato dalla competente commissione e quindi dal Consiglio. Quindi, l’intervento del Presidente rischierebbe di essere addirittura preventivo su un atto ancora non all’attenzione del suo controllo perché non approvato!!! C’è da chiedersi chi abbia informato il presidente per farlo intervenire in tempo reale e cosa gli abbia potuto raccontare. La verità è che purtroppo alcuni non hanno il senso e il rispetto delle Istituzioni e rischiano di trascinarle in discussioni dalle quali devono rimanere fuori. E sulla vicenda Labate, interrogheremo subito il Governo. A nostro avviso ènecessario ed urgente che il presidenteScopelliti dicesse ai calabresi per quali motivi ha nominato nella delegazione romana l’arch. Bruno Labate e se era a conoscenza del fatto che lo stesso avesse rivevuto ottocentomila euro non dovuti per prestazioni inesistenti verso il Comune di cui lui era sindaco. Sarebbe bene che la Corte dei Conti indaghi su questo che è un vero e proprio ingente danno erariale oltre che un reato penale gravissimo. Vogliamo sapere se Scopelliti intende prendere provvedimenti verso Labate, se lo stesso ha avuto già modo di dimostrare la sua maestria alla Regione o se il governatore era a conoscenza di tali facilissimi guadagni!!!

  • Mattia |

    Se si cerca su YouTube il Dott. Piercamillo Davigo,magistrato che più di ogni altro stimo per chiarezza e competenza,ha indicato come,per combattere la corruzione nella pubblica amministrazione,vi siano molte strade percorribili e/o alternative l’una all’altra.Ma ciò che manca è la volonta politica di cambiare(non da parte del popolo…perlomeno in larga parte) le regole del gioco e questo me lo spiego con un solo motivo.Non è che alla nostra classe dirigente dispiaccia che le cose funzionino bene è che devono funzionare secondo un certo schema,ossia:questo non è un tuo diritto stabilito dalla legge che è una garanzia(il famoso rule of law)ma la tua garanzia sono il signorotto del paese(il famoso governo di tipo personale e non legale).Insomma il metodo medievale del vassallo e del dominus dove ciò che è diritto spettante diventa permesso concesso dall’alto(forse e quasi certamente retaggio di un Italia divisa per millenni in potentati locali dove la garanzia fondante erano il marchese,il duca,il conte e non le leggi in se)…la corruzione da questo punto di vista è l’attestato di un rapporto di potere personale che pervade le istituzioni.Lei dott. Galullo cosa ne pensa?

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