ESCLUSIVO Rapporto Onu/ 2 Il mercato mondiale della pedopornografia vuole e cerca i neonati!

Come scrivevo nel post di ieri 23 giugno (si veda in archivio) su questo umile blog, nessuno (a parte La Stampa) ha dato conto del rapporto dell’Onu sulla globalizzazione del crimine curato dall’italiano Antonio Maria Costa, direttore dell’Unodc (United nations office on drugs and crime) e pubblicato il 16 giugno (è facile trovarlo nel sito di Unodc, che un gentile lettore ieri ha anche riportato in un commento al post di ieri).

Nello scorso post vi ho parlato di traffico di armi globalizzato (lecito e illecito) e di quanto complessivamente renda: 2 miliardi circa di dollari.

Vi ho promesso che questa volta avrei trattato di un’altra piaga: la pedopornografia. Solo a scriverne mi fa schifo e ho dunque deciso, per l’importanza vitale del tema in questa Italia corrotta e corruttrice, di scriverne in più post. Oggi il primo

Sembra quasi – si legge nel Rapporto Onu – che oggi tutta la pornografia infantile sia trasmessa in formato elettronico con scambi negoziati bilaterali o multilaterali. Dietro ogni immagine pedopornografica c’è un bambino una vittima di abusi sessuali e, probabilmente, della tratta di esseri umani”.
Fino a poco tempo, la produzione e l’acquisizione di pornografia infantile erano attività altamente rischiose. Solo un numero limitato di pedofili ha avuto accesso alla produzione di materiali cartacei. La maggior parte dei materiali sono stati prodotti da dilettanti e la loro diffusione è stata limitata alle reti sociali che sono difficili da scovare. Quando vengono arrestati, sono generalmente in possesso di una manciata di immagini.

Queste considerazioni – spiega il Rapporto – suggerirebbero che una buona parte della domanda di questi materiali resti, necessariamente, insoddisfatta e che il mercato rimanga, fondamentalmente, non redditizio ma uno dei rischi connessi alla crescita di Internet è che la maggiore accessibilità della pedopornografia porti a una maggiore domanda e quindi una maggiore redditività nella produzione e vendita di questi materiali. Se la pornografia infantile fosse l'approccio della redditività della pornografia adulta, questo potrebbe attirare l’attenzione della criminalità organizzata, trasformando quello che è stato per lungo tempo un’attività furtiva in un’operazione di scambio professionale e a maggiori livelli di vittimizzazione”.
Un maggiore accessibilità di questi materiali può portare a una serie di effetti indesiderabili (non bastasse già la disgustosa attività in sé). I pedofili repressi
possono trovare la convalida delle proprie fantasie e un senso di comunità nei gruppi che praticano lo scambio di pornografia infantile. Per guadagnare l’accettazione di tali gruppi e per ottenere il riconoscimento tra i coetanei, potrebbero sentirsi costretti a produrre in proprio i filmati. Questi materiali possono anche essere utilizzati per "pulire" le vittime, per convincerle che tale comportamento è normale e accettato.
La possibilità che i bambini siano vittime al solo scopo di rendere commerciabili le foto pedopornografiche è soggetta a verifica empirica ma, a oggi, si legge nel Rapporto Onu, non è ancora stato accertato. Nonostante i sequestri di molti hard disk e anche di server che contengono centinaia di migliaia di immagini, poco è stato fatto per esaminare il contenuto delle immagini e per determinare quanto è professionale e quanto è chiaramente amatoriale. Di fatto, poca ricerca è stata effettuata su scala globale o sulla crescita del settore della pornografia infantile. “Un tale esercizio dovrebbe essere apparentemente semplice da fare” ma, nonostante l’importanza della cosa, zero.

COME VIENE COMMESSO IL CRIMINE

Una domanda chiave iniziale comprendere l’industria pornografica infantile è: la distribuzione di pornografia infantile è simile a YouTube, in cui la maggior parte dei contenuti è prodotto da amatori in competizione per il prestigio all'interno del proprio gruppo di coetanei, oppure vuole somigliare all’industria pornografica commerciale adulta, gestita come un business? La pornografia infantile è disponibile sia commercialmente che su domini non commerciali e dunque il rapporto non è chiaro, in quanto sembra che gli scambi peer-to-peer, in genere non commerciali, sono diventati il mezzo più popolare per lo scambio di questi materiali.

L’ETA’ DELLE VITTIME E’ DA BRIVIDO


La Internet Watch Foundation è un’organizzazione nel Regno Unito che riceve le denunce dei contenuti dei siti, la grande maggioranza delle quali sono indotte dai contenuti pedopornografici. Nel biennio 2005/2006, la divisione tra commerciale
e domini non commerciali era vicino al pari, ma anni più recenti mostrano un passaggio netto ai siti commerciali. “Questa – spiegano i curatori di questa parte del Rapporto – non può essere tuttavia una tendenza netta, poiché i rilevamenti in diminuzione per la parte non commerciale possono essere relativi alla tendenza verso un maggiore uso di scambio peer-to- peer, piuttosto che siti web pubblici”.

Un’altra organizzazione in Canada, Cybertip.ca, ha recentemente scoperto che una quota molto più ridotta dei siti è commerciale: solo il 13%. Si è riscontrato che
la percentuale di siti commerciali varia a seco
nda della collocazione nei siti web. Nella Federazione russa, per esempio, solo il 2% dei siti web conosciuti
sono commerciali, mentre nel Regno Unito, lo era il 21%.
Che sia dovuto a ragioni commerciali o amatoriali, i trasgressori non sembrano avere particolari difficoltà nel rifornirsi di vittime, perché i loro obiettivi sono in genere troppo giovani per potersi difendere. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, le vittime della pornografia infantile non sono principalmente gli adolescenti.

IL PROFILO PIU’ AGGIORNATO

Nello studio Cybertip.ca, la maggioranza sembrava avere meno di 8 anni, e la maggior parte delle immagini mostrava anche donne in gravidanza con neonati e bambini piccoli. I siti commerciali erano più disposti, secondo questo studio, a mostrare questi bambini molto piccoli.
L'Internet Watch Foundation fornisce anche un il profilo delle vittime, sottolineando che il 69% delle vittime sembrano essere di età inferiore ai 10 e  24% è inferiore a 7. In un sondaggio, il 39% delle persone sorprese con immagini di abusi sessuali su minori aveva immagini di bambini sotto i 6 anni.
Nel campione Cybertip.ca, le ragazze rappresentano il 90% delle le vittime sui siti web commerciali, rispetto all’83% su tutti i siti web.
Cybertip.ca anche scoperto che il pagamento on-line è il sistema preferito. I siti tendono di essere a tema, e spesso aperti in home page con un collage di immagini e testo. Ci sono generalmente link ad una galleria che contiene miniature
da 20 a 60 immagini con link e una grande  raccolta di materiale per soli soci. Molti di questi siti si spostano frequentemente di Paese in Paese.
A parte le indagini di questo tipo, vi sono altre ragioni per credere che gran parte della produzione di pedopornografia non è principalmente dovuta a ragioni commerciali.
La realizzazione di pornografia infantile – si legge nel Rapporto – è generalmente opportunistica: il carnefice è molto spesso una persona alla quale è affidata la cura del bambino. Sembra che, nella maggior parte dei casi, le immagini sono generati a seguito degli abusi, piuttosto che abusi perpetrati a scopo di vendita”.

Se avete avuto la forza di non vomitare (anche se sono sicuro che questo post e gli altri verranno letti anche da navigatori pedopornografi che si beano della loro sporca nefandezza), vi do appuntamento a domani con un nuovo post.

r.galullo@ilsole24ore.com

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  • Livia Leardini |

    Caro Dott. Galullo.
    quante cose da dire su questo argomento, sempre troppo poco denunciato, combattuto e reso noto alla condanna dell’opinione pubblica a causa di un incomprensibile comune senso del pudore o di una pseudo difesa che invece rischia di essere sempre più una copertura ed un silenzio di stile mafioso….. L’Italia è un Paese che fino a 50/40 anni fa riteneva, a dire il vero forse molti meno, soprattutto nelle zone sub urbane e rurali, un legittimo “diritto” abusare dei bambini dell’allargata famiglia patriarcale. Ciò vi disturba? Si, pure a me. Ma è una realtà storica, seppure ritoccata al ribasso dal perbenismo dell’epoca, certificata da documenti scritti, spesso indagini su reati, che denunciano in maniera chiara e oggettiva l’accettazione o la pseudo-normalità di questi disgustosi fenomeni in quel tempo. Vi è stato poi un periodo successivo di “presa di coscienza” della detestabilità di questi crimini e la, conseguente, infiltrazione degli stessi sotto mentite spoglie… Ma, nonostante questo periodo di iniziale presa di coscienza, i fenomeni, soprattutto in famiglia o nei Paesi con gravi problemi di democrazia e di povertà, non sono mai stati estirpati e, al contempo, superficialmente considerati quali vera emergenza criminale. Massoneria, misticismo, new age, miseria, padri-padroni e ignoranza sono servite nelle diverse epoche al pari di oggi, con periodi alterni o in concomitanza, alla mistificazione del crimine violento della pedofilia, ma più in generale e altrettanto abberrante, allo sfruttamento del minore nelle sue più diverse sfaccettature e mostruosità (sfruttamento e schiavismo del lavoro minorile, compravendita di minori, sfruttamento con incluse forme di schiavismo e di prostituzione, pornografia minorile, traffico e mutilazione di organi).Tengo a precisare che, eccettuato le singole devianze all’interno del mondo che noi riteniamo “civilizzato” (Europa, Usa????? Non metterei la mano sul fuoco per entrambe su queste tematiche…), risposte sulla “supposta” limitata commercializzazione non sono più rispondente al vero. Oltre ai singoli fenomeni detestabili, quale conseguenza delle devianze e delle malattie patologiche di alcuni soggetti, benestanti e non, che sfruttano la povertà a proprio uso e consumo o che consumano e condividono i propri abusi in famiglia a livello di file sharing, per un narciso e incomprensibile desiderio di condividere tale devianza (forse per sopportarne meglio il peso e renderla più accettabile), si affianca sempre più la commercializzazione e la gestione di questi “commerci” da parte di organizzazioni criminali. Chiunque navighi su internet senza filtro, da non fare assolutamente in presenza di minori e che fa comprendere la nascita di centri di intelligence informatica nelle Polizie per contrastare tali fenomeni, si può rendere conto che il “business” che si pensava fosse il rovescio della medaglia di una perversione malata, sia ormai diventato invece uno dei motivi trainanti dell’economia criminale nei cosidetti Paesi più civilizzati (civilizzati…, mai sentita una parola utilizzata in maniera più distorta di questa!). Parlo di Belgio, Olanda, Austria ed altri ancora. Ovviamente nello sfruttamento criminale non rientrano solo la pedofilia o la pedopornografia, ma anche il mercato del sadomasochismo, dei riti di iniziazione occultati da vari credo civili o religiosi (..soprattutto nella massoneria e nel culto di Satana…), dalle stesse e diverse organizzazioni criminose con i loro riti di iniziazione. Ritengo che il fenomeno commerciale, e il conseguente interesse di organizzazioni criminali e malavitose, sia già molto più ampio di quanto certifica il bellissimo e chiaro rapporto delle Nazioni Unite. Questo almeno da quanto si evince da una difficilissima raccolta statistica effettuata dagli organi di Polizia, che non può che essere fortemente stimata al ribasso dal profondo occultamento e mancata denuncia dei crimini in questione, non foss’altro perchè il cosidetto “approvvigionamento” avviene in Paesi con gravi difficoltà democratiche ed economiche, ed anche per l’impossibilità di qualunque difesa e contrasto delle vittime a causa della bassissima età. Tengo a sottolineare che le indagini di Polizia stanno denunciando il fenomeno del progressivo abbassamento dell’età dei bambini sfruttati, soprattutto nella pedopornografia. Forse lo si avverte meno a livello europeo o negli Usa, ma in Africa, nel Medio Oriente e in Asia, nell’America meridionale, nei Paesi dell’ex Unione Sovietica la merceficazione dei bambini è una realtà e lo è con numeri imponenti. E, soprattutto nei Paesi in cui si vanno a sottrarre i bambini, parlo nell’Africa in particolare del Ghana, parlo nell’Asia in particolare della Cambogia, del Vietnam, della Thailandia e della Cina, così come parlo di alcuni Paesi dell’America Latina, in Brasile ma anche in Messico negli ultimi anni. Il mercato è florido ed è opportunamente “contraffatto” da esigenze religiose o economiche, di sopravvivenza delle famiglie, di conflitti e di episodi di scontri fra etnie. Ma ciò non deve confondere. Comunque dietro a questi motivi “apparenti” vi sono organizzazioni malavitose e racket internazionali. In questo crudo ma reale mercato la pedopornografia è solo uno dei tanti insopportabili e inumani sfruttamenti, sicuramente il più detestabile e, purtroppo, il più lucrativo trovando un ampio mercato nell’Occidente ricco ed opulento. E, come sempre, le varie mafie hanno gran fiuto per gli affari… Credo che unitamente allo smaltimento dei rifiuti questo sia, purtroppo, il business del futuro ed innovativi delle associazioni malavitose, che si andranno ad aggiungere alle altre già floride attività ormai storiche…

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