Carabinieri secessionisti? Un’eresia. Certo. Eppure il germe velenoso della Lega Nord e i suoi odiosi slogan secessionisti continuano a far vittime e ad inquinare la democrazia e la società italiana. Dove meno te lo aspetteresti. Non ci credete amici di blog?
E allora leggete qui. Il Cobar veneto – vale a dire la rappresentanza regionale dell’Arma – ha messo in linea un comunicato stampa osteggiato dal sindacato nazionale in cui chiede che il Veneto sia messo in mano a Carabinieri veneti.
Chissà, forse ci saranno troppi calabresi, siciliani, pugliesi, lucani o campani con la divisa che si aggirano tra Mestre e San Donà di Piave, tra Treviso e Padova, tra la provincia di Rovigo e quella di Venezia. Brutta gente che forse – avrà ragionato il Cobar veneto – non lavora come dovrebbe, o forse si tira indietro se c’ da lavorare. Sapete com è: i meridionali puzzano o sono fannulloni, lo sanno anche i sassi oltre che il ministro Brunetta. Non parliamo poi dei romani ladroni: brutta razza quelli, come potrebbero lavorare nel Veneto? Come potrebbero proteggere i “sior”, i multi-geniali imprenditori o le timide e riservate casalinghe venete?
O forse, ancora, il Cobar veneto crede se c’è da sparare a un ladro (rigorosamente meridionale o, al massimo, marocchino) che tiene in uomo in ostaggio (rigorosamente veneto) i carabinieri “non veneti” fanno in modo che si inceppi il grilletto per paura o vigliaccheria. Chissà.
L’impressione mia è che gli unici “grilletti” siano quelli che girano per la testa del Cobar veneto che chiede espressamente che il Cocer (vale a dire la rappresentanza di vertice) sia obbligato moralmente a un “esame di coscienza e autocritica”. “In Veneto – si legge ancora – deve essere inviata una classe dirigente veneta che, pur amando la Patria nella sua interezza e unione (evviva Dio, anche se lo statista padano-veneto nonché ministro-sprint per l’Agricoltura Zaia rabbrividirà n.d.r.), sia interessata a difendere anche la propria terra e i propri paesani (si c’è scritto proprio paesani e non paisà come avrebbero scritto quegli ignoranti di meridionali, n.d.r) dalla delinquenza, anziché considerare il Veneto terra di conquista e di transito da sfruttare per propri fini personali e familiari”.
I grilli per la testa di chi dovrebbe usare con coscienza il grilletto proseguono in uno stucchevole e incredibile comunicato stampa.
Gratta gratta, come ha fatto il “Gazzettino” il 4 settembre a pagina 5, si legge che un “anonimo” delegato (ma perché non ha avuto il coraggio di mettere la sua bella faccia veneta da Carabiniere indefesso e coraggioso come un meridionale o un milanese o un torinese non sarà mai?), ha dichiarato che il “Cocer viene eletto con un meccanismo perverso che favorisce le regioni con maggiore organico, in particolare del Sud (ah, ecco volevo ben dire n.d.r) e quindi noi siamo destinati a perdere comunque in termini di rappresentanza. Per questo è da tempo che chiediamo che entri a far parte del Cocer almeno un rappresentante per regione”.
Eccola lì l’anonima dichiarazione che chiarisce molte cose. Almeno nella mia modesta testa (anzi capoccia, tiè, visto che sono fiero di essere italiano, romano, e con un bel po’ di generali in famiglia dall’Esercito ai Carabinieri), che non ha grilli per la testa e che non ha mai premuto un grilletto in vita sua. Ma non sarà che dietro questa richiesta del “Veneto ai carabinieri veneti” si nasconde una squallidissima guerra di potere tra aspiranti pseudo- sindacalisti? Persino i carabinieri delle barzellette – che non sono veneti, ovvio – saprebbero che tutte le regioni sono di transito per chi vuol fare carriera senza che questo pregiudichi l’impegno, l’amore e la passione per il mestiere. Anzi: le forze e le energie – in questo caso – si moltiplicano. Tra i Carabinieri come tra gli altri uomini delle Forze dell’Ordine. Ma lo stesso discorso vale nel pubblico e spesso nel privato. Quanti giornalisti veneti scrivono – tanto per rimanere nella mia professione – in giornali che veneti non sono? Ne volete uno? Gian Antonio Stella. Non male no? E quanti straordinari colleghi meridionali scrivono nei giornali veneti raccontando la regione con coraggio e passione quanto (non meglio!) i colleghi veneti?
Persino i carabinieri delle barzellette – che sono tutti meridionali ohibò! – non oserebbero mai mettere in dubbio il motto “Nei secoli fedeli”. Fedeli alla Patria da Padova a Palermo, aggiungo io, non senza provare vergogna per come stiamo cadendo in basso persino nella Benemerita Istituzione.