Casinò a Taormina, la mafia ringrazia

Eccoli lì. Mi sembra già di sentirli i difensori del gioco d’azzardo legalizzato al Sud. Eccoli lì pronti a brandire un’arma sterile che utilizza già con sprezzo del ridicolo il politico (non ha saputo fare altro mestiere nella vita) Umberto Bossi. Il leader verde in cannottiera bianca strilla contro il Sud indolente e sanguisuga? Ebbene chi propugna la nascita di casinò al Sud utilizza uno strumento uguale e contrario: perchè le case da gioco devono essere solo al Nord? Le vogliamo anche noi. Ridicoli entrambi ma con seguaci pronti a dare sostegno. Se Bossi e i suoi simili hanno la Guardia Padana e il Parlamento Padano (entrambe frutto di una mente perversa) i supporter dei Casinò al Sud hanno perfino un partito pronto ad andare alla guerra: L’Mpa (Movimento per le autonomie) di Raffaele Lombardo, nientepopòdimenoche sua Eccellenza il Governatore della Regione Sicilia. Un ordine del giorno firmato da otto deputati dell’Mpa  e recepito dal Governo nazionale (di cui, ricordiamolo, fa parte) senza transitare dall’Aula, impegna l’Esecutivo a riaprire il Casinò di Taormina. Furbi come volpi, scaltri come faine, i deputati hanno giocato sul termine "riapertura" e questo ha permesso a Taormina di fare un passo avanti e tagliare dai giochi (scusate il gioco di parole) Campania, Calabria e Puglia che reclamavano, anch’esse, un casinò, senza però averlo mai avuto in precedenza. Un azzardo vincente, come quello che potrebbe presto richiamare – sotto forma di tavolo verde o slot machine – centinaia di migliaia di persone. E sì, perche Taormina ha già ospitato tra il 1963 e il 1965 un casinò. Suvvia: si tratta di riaprirlo. Non è un nuovo casinò. Si tratta solo di togliere un pò di ragnatele, comprare le divise ai croupier e poi vedrete che bella festa che facciamo ai maltesi (che hanno un Casinò) e a "quelli del Nodd" con due d. Venghino signori venghino. E preparino le valigie piene di soldi perchè, se Dio vorrà e insieme a lui anche l’Unto dal Signore (ma lo stesso discorso avrei fatto se fosse stato al Governo Prodi o chi per lui), non ci sarà neppure bisogno di una legge, ma di una semplice autorizzazione ministeriale. Non è forse così che – da oltre 30 anni – vanno avanti le case da gioco di Sanremo e Venezia? E allora ricchi, arricchiti e nuovi ricchi, preparatavi a fare il vostro gioco, le fiches le offre Taormina. Peccato che in questa ubriacatura da gioco, nessuno abbia fatto i conti con quel freno che, da sempre, viene spinto dalle persone di buon senso quando si (ri)parla di casinò al Sud: la mafia. Anzi: le mafie. Da sempre i casinò sono un tavolo verde, anzi una prateria, sul quale la criminalità organizzata cerca di far ruzzolare i dadi del riciclaggio. E prova (e riesce) a far divertire i ganassa del crimine. Non ci credete? Entrate in un casinò – se non lo avete mai fatto – e guardate chi gioca. E non parlo dei professionisti,che si riconoscono con un’occhiata. Poi informatevi su nomi, cognomi e provenienza. Magari – se come me avete la fortuna di fare il giornalista – informatevi presso le Forze dell’Ordine a quale famiglie mafiose (italiane e no) appartengono quei buontemponi con sventole bionde al seguito e mazzette di banconote. Eccoli lì, già mi pare di sentirli i difensori dei casinò al Sud. Non hai capito niente – mi diranno – il riciclaggio  è ormai globale, così come il divertimento, che non ha mai ucciso nessuno. Chissenefrega di Taormina. Si ricicla, si spende e si gode dove si vuole: dall’America alla Croazia. Bene, bravi, bis. E allora, nel nome della globalizzazione e della Spectre del crimine internazionalizzato, apriamo nuove filiali per agevolare l’infiltrazione. Stendiamo nuovi tavoli verdi accanto ai tappeti rossi già stesi dalla politica furba e affaristica. E facciamolo qui, in Italia. Anche in Calabria e in Campania magari. Perchè solo a Taormina? Signori parlamentari fate il vostro gioco e ricordate che il Casinò di Taormina era ospitato a Villa Mon Repos, il "mio riposo". Che per chi ama la legge potrebbe diventare eterno. Per chi la sfida, invece, dolce come un tris di assi che sputa soldi (che verranno restituiti con gli interessi a fine serata) da una slot machine.

roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • Andrea Liovullo |

    Egregio Signor Galullo,
    io mi firmo invece e pur non incoraggiando
    una conversazione come quella dell’utente che mi precede, dissento assolutamente da quello che lei scrive.
    Spero non sia un problema che anch’io la penso diversamente.
    Voglio dare una sola motivazione a cio’ che scrivo (anche se potrei elencarne decine):
    il principio d’uguaglianza.
    Non staro’ a scrivere e perdermi in lungaggini ma vorrei solo che anche in parte lei riflettesse sul fatto che se un qualsiasi mafioso volesse reciclare danaro sporco, non si fermerebbe certo perche’ a Taormina non c’e’ il Casino’.
    Con questo la saluto e saluto tutti i lettori del suo Blog.
    Cordialmente, Andrea Liovullo

  • Roberto Galullo |

    Caro lettore “Zione”,
    innanzitutto complimenti anche a lei per il coraggio di apporre una firma in calce alla lettera che ha scritto. Contento lei per la riapertura auspicata di nuovi Casinò, contenti tutti. Ovviamente tutti quelli che la pensano come lei. Io la penso diversamente e l’ho scritto chiaro e tondo. Non solo non ne aprirei di nuovi ma chiuderei anche quelli già aperti. Sarebbe un calcio in più in faccia a chi ricicla soldi, ai viziosi del gioco (e non venga a fare la morale sui gratta e vinci etc) e ai tanti malavitosi che lucrano sul gioco d’azzardo. Il resto della lettera – giù giù per li rami fino ai giudice felloni – non la commento neppure. Si commenta da sola! Sono contento che abbia scritto quello che ha scritto. Così ciascuno leggendolo possa capire con chi ha a che fare. Perché, già che c’era, non ha scritto anche “W la Mafia!”. Anche la mafia, secondo alcune teorie meschine e criminali, dà da mangiare e crea posti di lavoro. Non è d’accordo?
    Cordialmente caro “Zione con il coraggio di un leone”
    Roberto Galullo

  • Zione |

    COSTITUZIONE E MALAGIUSTIZIA !!! ( Rir chi a perd e Chiagn chi a trov, a zi Giustin … )
    Premesso che la legge che impone ai Casinò il “veto di entrata ai residenti locali” è stata già da moltissimi anni superata dal fatto che gli stessi hanno qualche sala dove si entra senza pagare e senza esibire documenti; dove si trova ogni specie di gioco “proibito altrove”, c’è da dire che finalmente è giunta l’ora da parte del Governo, di porre riparo colla massima urgenza, a questa grave anomalia afferente la documentazione richiesta alla gestione delle Case da Gioco.
    Il caso ha voluto che tale incongruenza, verificatasi anche in altre Nazioni, sempre per vari e Aberranti Motivi, non sia stata una nostra orripilante esclusiva; per cui da questa situazione che si trascina da tanto tempo e che da sola ha significato per molti decenni, il calpestio di alcune Leggi, oltre al puzzo di putrefazione della Giustizia, è doveroso trarre qualche considerazione.
    Si può cominciare dalla grave discriminazione che ne deriva a danno della maggior parte dei Cittadini Italiani che abitano lontano dalle nostre Cattedrali del Gioco (a cui e comunque, deve andare la massima Stima da parte di Tutti), i quali per potervisi recare, sono costretti a spendere una cifra anche consistente, oltre al tempo del viaggio; ragion per cui tanti preferiscono allungarsi oltre frontiera, con relativo mancato introito da parte dello Stato; mentre se fosse possibile giocherebbero nella loro Regione.
    Un altro motivo di grave Ingiustizia Sociale, è rappresentato dal fatto che non si è mai capito perchè il gioco d’azzardo in Italia venga considerato Immorale; eccezion fatta per il Governo che lo ha sempre praticato allegramente e le Zone Franche che hanno la fortuna di avere una Casa da Gioco; mentre altre località (sfortunate o scartate ?) e che avrebbero anche un maggior motivo (oltre alla Tradizione, alcune), come quello di difendersi da una vicina “concorrenza estera” situata a poca distanza dai confini che si avvale di questa forte attrattiva turistica a nostro discapito, ne sono ingiustamente escluse.
    Col libero proliferare dei Casinò “esteri online”, a cui sono costretti a rivolgersi molti appassionati che non possono permettersi “il Viaggio” , c’è la conseguenza che si ha un altro mancato introito da parte dello Stato; e colla grande offerta in tanti locali di molti tipi di giochi più azzardosi e fregoni rispetto a quelli praticati nelle case autorizzate, il voler conservare questa mentalità speciosa o da bravo Zione è solo segno di arretratezza e cercare di mantenere invariata questa situazione di nepotismo, è indegno di una moderna Nazione Civile.
    Fra le tante magagne compiute in difesa di questa assurdità, primeggia la complicata e spietata guerra tribunalizia, che lo Stato Italiano fece al titolare della casa da gioco di Taormina, il quale era in possesso di una licenza valida per “l’Italia e per i possedimenti d’Oltremare”; per cui, perdendo il casinò che aveva ad Asmara in Eritrea, pensò bene di rimettersi a lavorare sul Patrio suolo; ma purtroppo aveva fatto i conti senza il tavernaio; ma non solo lui, il povero Cristo …
    Auspicando che finalmente si ponga fine a questo Abominevole Sconcio e che si provveda a liberalizzare le Case da Gioco, con conseguente sollievo anche da parte di tante Famiglie che hanno la sventura di abitare dove è impiantata qualche losca Bisca, sempre molto pericolosa per la Salute, con tutti i problemi e il timore che tale vicinanza comporta per certe frequentazioni; e che non avrebbe più motivo di esistere; giacchè i giocatori avrebbero la giusta possibilità di esercitare un loro Diritto, così come l’hanno finora avuto soltanto una parte di Italiani Privilegiati.
    La liberalizzazione dei Casinò, produrrebbe oltre all’assunzione diretta di un elevato numero di dipendenti fra direttori vari, croupier, contabili, ispettori, fattorini, sorveglianti eccetera, anche il fiorire di varie attività indotte, (alberghi, ristoranti, bar …), per cui rappresenterebbe oltre ad una buona entrata sicura di quattrini, per ogni Regione (“Federata” o meno), anche una buona possibilità per un posto di lavoro per tante persone e in modo particolare per i nostri “ragazzi”, in questa difficile epoca.
    Pertanto, nel mentre si ricorda ai nostri Governanti, che la volontà della Base, se disattesa può farli “scendere da cavallo”; si sollecita chi di Dovere, ad integrare (nel caso fosse sfuggito), anche questo capitolo nella Sacrosanta ed Improrogabile Riforma della Giustizia, molto attesa dalla stragrande maggioranza del Popolo Italiano; e specie per quanto riguarda la Riparazione di qualche Processo Infame e la giusta e finora graziata Punizione a qualche gendarme vigliacco e Infingardo ed a qualche magistrato ignorante e Fellone.

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