DUE PAOLO BORSELLINO, UNA SOLA MORTE

Il 19 luglio si consumerà in Italia uno stanco rituale che si protrae ormai da 16 anni.Tutti a piangere (magari metaforicamente) sulla tomba di Paolo Borsellino, assassinato insieme agli uomi della scorta il 19 luglio 1992. Molte tra quelle lacrime saranno di coccodrillo. Soprattutto ora, quando si sa che a ricoprire il posto che fu di Borsellino a Marsala andrà Di Pisa, da molti indicati come il corvo della stagione dei veleni nella Procura di Palermo. Non sappiamo se Di Pisa sia o meno il corvo, l’aquila o un condor ma certo sconcerta – come qualcuno ha già fatto notare – che il Csm, oltretutto spaccato nella decisione, decida di spedire a Marsala (in un posto delicatissimo dove la mafia si respira) una persona che quantomeno ha più di un’ombra nei comportamenti con i colleghi. Ma, tornando alle lacrime, tanti coccodrilli piangeranno pronti a ridere da domani. A esempio la Rai che mandò alcuni anni fa in onda una straordinaria intervista fatta da due colleghi francesi a Paolo Borsellino 48 ore prima della strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, gli uomini della scorta e la moglie il cui fratello – vale la pena sottolinearlo – è stato bocciato dal Csm per appena un voto nella competizione con Di Pisa verso la poltrona di Marsala. Così va il mondo. La Rai dicevamo. In quell’intervista Borsellino parla di tutto, compresi i rapporti tra mafia e politica. Compreso il ritratto di uno stalliere mafioso, Mangano, condannato per mafia, fattore a casa Berlusconi. Quel Berlusconi che, nel ricordarlo poche settimane fa, dirà di Mangano che era un uomo generoso, paziente, che accompagnava i suoi figli a scuola, che a un certo punto della sua vita incontra la criminalità organizzata (attenzione non cita la parola mafia) e che è stato eroico nel suo comportamento. Ognuno ha i suoi gusti. Io ne ho altri. A me una persona come Mangano – pace all’anima sua – favenire il voltastomaco, come mi fanno venire il voltastomaco tutti quelli che non sono intolleranti con l’illegalità e chi la rappresenta. Ebbene la Rai non ha mai più mandato in onda quell’intervista, nonostante – come ha dichiarato nella mia trasmissione "Guardie o ladri" sabato scorso alle 19.30 l’ex direttore di Rai news 24 Roberto Morrione – quell’intervista sia ancora in suo possesso e ne siano stati pagati i diritti. La Rai preferisce mandare in onda i soliti filmati strappalacrime, conditi da quelle di coccodrillo. Noi no. E così – oltre a scriverne in questo blog e scriverne e parlarne ormai da anni sul Sole e su Radio 24 –  dopo aver mandato sabato scorso in onda la prima puntata in memoria di Paolo Borsellino con stralci audio di quella intervista, domani sabato 19, manderemo in onda una seconda puntata su Radio 24 alle 19.30 in cui a parlare sarà Gaetano Paci, presidente della Fondazione Progettolegalità (ww.progettolegalit.it). Paci è un magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, presidente della Fondazione. Racconterà cosa fa la Fondazione – con la scuola e le istituzioni – per diffondere la legalità. Ma intervisterò anche Benny Calasanzio (www.bennycalsanzio.blogspot.com). Calasanzio aveva uno zio e un nonno uccisi dalla mafia, nel silenzio più assoluto, uno alcuni mesi prima e l’altro alcuni mesi dopo l’uccisione di Poalo Borsellino. Lo zio e il nonno di Benny, piccoli imprenditori edili, non si erano piaegati alle cosche e per questo hanno pagato. Sapete come si chiamavano i parenti di Benny? Giuseppe e Paolo. Il cognome? Borsellino. Si, due Paolo Borsellino ucci dalla mafia nello stesso anno. In loro memoria e in memoria di tutte le vittime delle mafie giù il cappello oggi, domani e ogni giorno. E per favore niente lacrime di coccodrillo ma impegno costante tutti i giorni, ogni secondo. Consentitemi. Anzi: mi consenta.

roberto.galullo@ilsole24ore.com

  • benny calasanzio |

    Nei giorni di Di Pisa, dei Lodi, della manganellatura della Costituzione, del dito medio di Bossi alla bandiera, conoscere persone come Roberto Galullo è un qualcosa di terapeutico. Che parli in questi termini e così schiettamente, ti immagini un cronista di provincia, o comunque uno che non ha nulla da perdere. Ma quando ad essere così netto e determinato è un giornalista del Sole 24 Ore, qelle parole assumono il doppio dell’importanza. Grazie a Roberto moltissime persone hanno conosciuto la storia di mio nonno e di mio zio, senza lacrime, senza retorica. Caro Roberto, ti sono grato, anche a nome di chi oggi non c’è più. Il tuo lavoro inietta fiducia e speranza. A presto,Benny

  • freesud |

    Il sangue di via D’Amelio reclama giustizia. L’incestuosa convergenza di interessi, tra mafiosi ed entità esterne, che portò alle decisioni stragiste, rappresenta il ventre oscuro sul quale è costruita la seconda repubblica.
    http://WWW.RIBERAONLINE.BLOGSPOT.COM

  • freesud |

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