Due attentati in due giorni: il 9 e 10 gennaio. Due imprenditori costretti a vedere il fuoco che devasta le attività commerciali. Uno vive a Vibo Valentia: si chiama Vincenzo Ceravolo ed è stato testimone di giustizia. L’altro, Damiano Bonfà, operava nella provincia di Reggio. L’uno, Ceravolo, inscatola tonno di qualità, l’altro, Bonfà, aveva un centro commerciale. L’uno, Bonfà, ha deciso: tornerà a vivere in Canadà (che aveva lasciato 40 anni fa); l’altro, Ceravolo, non ha preso ancora una decisione, ma nel recente passato aveva dichiarato, anche lui, di voler abbandonare la Calabria. Una terra benedetta da Dio e maledetta dagli uomini come confermerà domani, sabato 12 gennaio alle 19.30 nel corso della mia trasmissione radiofonica su Radio24, "Guardie o ladri", l’imprenditore di Gioia Tauro Angelo Sorrenti(tutte le puntate sono scaricabili dal sito www.radio24.it e si vedano comunque i link al lato del mio blog). Anni fa aveva denunciato e fatto spedire all’ergastolo i potenti capocosca Piromalli e Molè. Ha pagato per questo un prezzo altissimo: vive a Milano, blindato e guardato a vista giorno e notte. La sua impresa di metalmeccanica e le sue attività nel campo delle telecomunicazioni sono ancora nell’area industriale di San Ferdinando nella piana di Gioia ma neppure una commessa giunge dalla Calabria. Lavora con il gruppo Fininvest – che gli è sempre rimasto vicino – per tutta Italia grazie ai ripetitori che costruisce. In Calabria non tornerà più. Strana terra questa, dove, come racconteranno in trasmissione il sindaco di Siderno, Figliomeni e il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Morabito, nel corso del processo in svolgimento a Locri per l’omicidio del giovane commerciante Congiusta ucciso due anni fa dalla ‘ndrangheta perchè non si era fatto i fatti suoi, gli enti locali assumono posizioni diverse sulla costituzione di parte civile. La Provincia di Reggio si è costituita fieramente parte civile ritenendo che l’immagine della provincia ne esce a pezzi da questo omicidio di ‘ndrangheta (clan Costa). Il Comune di Siderno no perchè l’immagine non ne esce deteriorata e comunque si teme che la Corte dei conti possa chiedere conto della partecipazione al processo e delle relative spese. Lascio ai lettori ogni commento: tanto sapete da che parte sto e, se volete, potete anche ascoltarlo
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