Cari amici di questo umile e umido blog da settimane ho cominciato ad analizzare l’audizione del sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo il 13 settembre davanti alla Commissione bicamerale presieduta da Rosy Bindi (rimando ai link a piè di pagina per le precedenti puntate).
Di Matteo tornerà, sul finale della sua audizione, a parlare di Scarantino.
Questo è un passaggio fondamentale. «Fermo restando lo scadenzario che lei ci ha fornito del suo coinvolgimento nella vicenda – articolerà infatti la presidente Rosy Bindi – la domanda, al di là che lei sapesse o non sapesse, è: a oggi considera un errore giudiziario la vicenda Scarantino o no? Al di là della buona fede (anche dei morti), ad oggi considera un errore giudiziario o no la vicenda Scarantino?».
La risposta di Di Matteo è nettissima: «No. Se qualcuno ha messo in bocca a un soggetto che non sapeva niente, come io ho ipotizzato ora, qualcosa che aveva appreso da altri, non è semplicemente un errore. È un depistaggio ed è una condotta gravissima. Se qualcuno nella magistratura l’abbia avallata, è altrettanto grave. Ci mancherebbe altro. Non sono semplicemente errori. L’errore può essere la valutazione (credibilità piena, credibilità non piena, credibilità parziale), ma, se questo è avvenuto, e questa è l’ipotesi che ritengo più credibile, non si tratta semplicemente di un errore, ma di qualcosa di ben più grave, che è certamente – ci mancherebbe altro – opportuno accertare».
Quando poi Di Matteo e la Commissione erano pressoché giunti ai saluti. Il sostituto procuratore nazionale antimafia aggiungerà: «Se Scarantino è il pupo che qualcuno ha vestito per fare le dichiarazioni, bisogna vedere come si è arrivati a individuarlo. Scarantino viene arrestato il 26 settembre del 1992. Si deve essere precisi in queste cose. Il 26 settembre del 1992 a occuparsi delle stragi in generale erano altri magistrati, tra i quali, ma questa non è un’accusa…(…) per quello che poi ho letto erano la dottoressa Boccassini, il dottor Cardella, il dottor Tinebra in prima persona. Credo che già fossero arrivati… che fosse arrivato anche… ».
Bindi si rende perfettamente conto che il terreno è scivoloso ed infatti stoppa il magistrato affermando: «Boccassini dichiara ripetutamente di essere lì per Capaci. Era Tinebra che… ».
Di Matteo insiste con discrezione: «Ricorderò male, ma mi pare che al primo interrogatorio di Scarantino – forse ricordo male – ci fosse anche la Boccassini. Comunque era… ».
Bindi incalza: «Elementi per indicarlo come non attendibile, ovviamente, li aveva». Come a dire: Boccassini o non Boccassini, Tinebra o non Tinebra, che Scarantino fosse un millantatore (in parte o meno) si poteva capire.
A questo punto Di Matteo rompe gli indugi e mette sul piatto il suo pensiero: «Se c’è stato un depistaggio, e adesso esprimerò la mia opinione sul punto, per quello che vale, perché è un’opinione, né spetta a me, il depistaggio si è cominciato a realizzare, se c’è stato, prima del settembre 1992. Io due anni e due mesi dopo entro a far parte del pool stragi. C’è un’altra cosa che mi fa sempre riflettere e che mi fa veramente scervellare. È possibile che qualche informatore della Polizia avesse indicato in parte la verità e che, con un’operazione assolutamente spregiudicata, che sempre depistaggio è, la Polizia abbia in qualche modo trovato una persona che si assumesse e mettesse a verbale la paternità di quelle conoscenze? A me fa letteralmente paura, da questo punto di vista, il dato che – ripeto – Scarantino non accusi solo persone innocenti. Accusa delle persone del mandamento di Brancaccio, che poi anche Spatuzza accuserà e che comunque sono state condannate definitivamente. Questo è un altro dato, secondo me, importante».
Bindi coglie al volo l’occasione e lo segue: «Come si pensa a politici, poliziotti, carabinieri, magari c’è anche qualche magistrato implicato in questa vicenda, o no? ».
Di Matteo non si scompone: «E’ possibile, ma i magistrati che in quella vicenda potevano essere implicati non erano certamente il dottor Di Matteo, che ancora… ».
Sottinteso dopo i puntini di sospensione: che ancora non era neppure entrato nel pool sulla strage di Via D’Amelio e che salutava tutti ma non da tutti era corrisposto nel saluto, che interloquiva con chi doveva interloquire ma, forse, la reciproca corresponsione di sensi istituzionali da taluni era disattesa.
7 – the end (per le precedenti puntate si leggano
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2017/10/13/strage-di-via-damelio6-la-lettera-di-ilda-boccassini-su-scarantino-e-il-giallo-della-nota-integrale-sparita-dalla-procura-di-caltanissetta/)