Fuoco e ghiaccio non si conciliano ma quando prendono la strada per San Marino ogni miracolo può accadere. Anche che si accoppino nel nome degli affari: dei narcotrafficanti italiani e delle banche sammarinesi.
Ma andiamo con ordine, riprendendo alcuni punti dell’inchiesta della Procura di Roma, denominata appunto “Fire and ice”, che il 3 giugno ha portato ar gabbio 6 romani accusati di essersi arricchiti con il narcotraffico.
L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Roma diretta da Vittorio Rizzi con la Dea (Drug enforcement administration) americana, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, è durata circa due anni e ha portato complessivamente all’arresto nel tempo di quasi 70 persone di cui 14 italiane.
Pensate che in meno di un anno – dal 9 giugno 2009 al 4 maggio 2010 – l’allegra combriccola ha fatto giungere da Centro e Sud America, via aereo, oltre una tonnellata di cocaina.
La droga ha arricchito solo loro? No. E qui entrano in ballo le banche di San Marino (quali?) che ben conoscono la coppia Grassi. Non solo Daniela Staiano (che non è indagata ma che risulterebbe titolare di conti correnti) ma anche il marito, quel Damaso Grassi che è ritenuto la mente ma soprattutto il gestore finanziario dell’associazione a delinquere scoperchiata dalla Procura di Roma. Ne curava infatti la raccolta e il trasferimento dei soldi. E dove li portavano i due? Ma a San Marino ca van sans dire…Ricordiamo che complessivamente, in questa ultima tranche dell’inchiesta, sono stati complessivamente sequestrati beni per 10 milioni (tre conti correnti a San Marino per circa 1,5 milioni).
Nell’ordinanza si ricostruisce una parte dell’andirivieni del duo di coppia che fatturava milioni. Milioni che finivano nei forzieri di alcune vergini banche sammarinesi (speriamo che la Procura di Roma abbia avviato una bella rogatoria internazionale che, senza ombra di dubbio, anche questa volta nella Serenissima Repubblica sarebbe stata accolta con crepitio di tappi di champagne).
Vediamo una rapida ed esemplificativa carrellata di “gite” sul Titano.
Il 3 novembre 2008 Grassi si rivolgeva così alla moglie: “…capito contali…mettili sul conto tuo…quello privato…io li volevo mettere qui da Mascia…tanto c’avemo tempo va bè metteli da te…mettine un po’ sul conto corrente…un po’ sul conto corrente tuo e un po’ sul conto corrente della società pe fa vedè…capito…”.
E la Procura sottolinea che a San Marino non c’è uno ma diversi conti correnti intestati a persone fisiche e giuridiche. Sapete com è: la diversificazione frutta!
Il 1° dicembre 2008, di ritorno dalla Repubblica di San Marino, Grassi consigliava alla moglie di distruggere le ricevute bancarie.
La polizia giudiziaria è di grande supporto alla Procura di Roma e annota che il 16 dicembre 2008 (appena 15 giorni dopo il viaggio precedente ma chissà quanti ne avrà fatti nel frattempo!), prima di recarsi nuovamente a San Marino, Grassi nascondeva una borsa nel vano destinato alla ruota di scorta. Secondo voi di cosa era gonfia la borsa? Ma di bel denaro contante…
Il 3 marzo 2009 Grassi va ancora a San Marino e nel viaggio di ritorno – sempre seguito dalle Forze dell’ordine italiane – si ferma presso l’area di servizio Civita Nord per mettere in piedi qualche altro traffico. Evidentemente era gasato dai depositi bancari e fremeva!
Il 24 aprile i due vengono ancora intercettati all’interno della Citroen e la coppia parla di una valigia “piena di soldi” che la suocera aveva trovato in cantina.
Il 7 maggio Grassi sale ancora sul Titano e, di ritorno, parlando con la moglie, la invita ancora a cancellare ogni traccia e, in particolare, di “…fare attenzione ai nomi e ai cognomi…”. La moglie lo rassicura: “…eh ma li faccio piccoli piccoli…”.
Il 5 agosto 2009 ancora a San Marino e sulla via del ritorno riemerge l’ossessione di Grassi per le tracce. Invita la moglie a bruciare la documentazione della transazione finanziaria.
Ad agosto, periodo in cui gli italiano sono al mare, la coppia no: indefessa continua a fare la spola con il Titano per portare soldi: ci torna infatti il 24.
Beh mi fermo qui. Alla prossima
r.galullo@ilsole24ore.com
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