E’ un imprenditore che risiede nella Repubblica di San Marino uno dei nomi che entrano nell’inchiesta “Minotauro” con la quale la Procura di Torino due settimane fa ha fatto saltare il tappo agli affari delle cosche calabresi sull’asse Torino-Genova-Bologna. Ben 191 persone ar gabbio o indagate per associazione mafiosa. Un’operazione colossale che ha assestato un colpo durissimo alla ‘ndrangheta.
A carico di questo imprenditore che risiede sul Titano e ha un’impresa in Romagna, figurano precedenti di polizia e penali per reati contro gli obblighi familiari. Non è indagato ma per la Procura di Torino è importante “leggere” anche le sue frequentazioni per avere una visione quanto più possibile ampia e completa della ragnatela che, di lì a poco, farà saltare.
Nel gennaio 2010 all’aeroporto di Torino, questo imprenditore viene prelevato da una persona che la Procura di Torino ritiene un boss di ‘ndrangheta in Piemonte almeno dal 1997, che avrebbe il grado di “quartino” e farebbe parte del “crimine”, la struttura-funzione deputata allo svolgimento delle azioni violente nell’interesse dell’intera compagine insediata sul territorio di Torino e hinterland.
I due salgono in auto nel pomeriggio e in pochi minuti giungono presso un albergo della cintura torinese. Durante il percorso tra l’aeroporto e l’albergo viene intercettato un dialogo che chiarisce, secondo la Procura torinese, la natura del rapporto tra i due.
Dal dialogo si comprende, scrivono i magistrati, che il boss si pone in qualità di intermediatore tra un altro indagato e l’imprenditore, che rappresenta anche altre persone nell’ambito di un affare immobiliare da 80 milioni.
Ecco la conversazione.
Imprenditore: ma scusa, io avevo capito questo: che c'erano 1000 appartamenti da fare …e che loro avevano i progetti, il progetto e tutto e che finanziavano …;
Boss: ma chi compra?;
Imprenditore: loro curavano le vendite, noi dovevamo pensare solo a realizzare …le opere!
Boss: non è così!;
Imprenditore: non è così? …;
Boss: e allora abbiamo interpellato questo signore con uno che non sono andato all'appuntamento …poi gli abbiamo portato questo signore qua che è, questo un mio cugino … poi adesso che lo vedi …e poi sono venuto io a prenderlo perchè OMISSIS aveva da fare, gli ho detto: dottore, sono a vostra disposizione …loro cosa vogliono fare? avere un'azienda solida in cui far fronte ad acquistare sto terreno con questo …loro poi finanziano!… che acquista questo pacchetto! … e loro, al 90% … non è facile, eh! non è che si parla di noccioline!
Imprenditore: 80 milioni di euro …lo prendiamo noi”.
Le attività dell’imprenditore vengono raccontate in decine e decine di pagine dell’inchiesta che – ripetiamolo – non vede indagata questa persona che viene indicata, dallo stesso presunto boss calabro-piemontese, come suo “cugino”.
Osserva, ad esempio, la Procura di Torino che nella questione del lucroso affare da 80 milioni (resta da capire dove) l’imprenditore che risiede sul Titano sa che un altro indagato commette delitti per un gruppo ritenuto dalla stessa Procura “criminale”.
Sulla necessità di mantenere attivi alcuni conti correnti, l’imprenditore spiega infatti che sono indispensabili per coprire delle manovre finanziarie la cui natura è poco chiara.
Mi scuseranno i governanti di San Marino se continuo a raccontare – in maniera, come è a tutti palese anche oggi, poco documentata – storie di economia criminale che vedono, chissà perché, in un modo o in un altro il Titano sempre sotto i riflettori. Sempre che li si vogliamo accendere ma vedrete che il neonato osservatorio e la futura Commissione consiliare illumineranno la Serenissima manco fosse Mezzogiorno d’estate!
Ma domani il lavoro di questi due utilissimi enti sarà facilitato perché in tutte le librerie sammarinesi esce il libro rivelazione “Mafie a San Marino”scritto dai poco documentati giornalisti dell’Informazione Antonio Fabbri e David Oddone con la collaborazione di Monica Moroni (per aggiungere discredito a questo volume poco documentato che andrà di traverso alla classe dirigente del Titano, il libro potrà contare sulla mia inutile prefazione!).
Visto che sarebbe cosa buona e giusta (e fonte di salvezza) che il libro fosse letto ben oltre gli angusti e virtuali confini sammarinesi, consiglio l’acquisto anche in Italia attraverso il sito www.carlofilippinieditore.com (giuro che non ho diritti sul libro e quei micragni non mi hanno pagato neppure la prefazione. Però in fondo è giusto così: come dice il documentato Segretario alla Giustizia Augusto Casali, io sono poco documentato!).
r.galullo@ilsole24ore.com
p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica intorno alle 00.10. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.